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LANCIO D'AGENZIA

LIBRO “CREATURA FUTURA” * DI PAOLO GHEZZI: « LA PRESENTAZIONE AL VIGILIANUM SABATO 30/10 – ABBIAMO ESTRAPOLATO 10 PASSAGGI TRA RIVELAZIONI – BIOGRAFIA – POLEMICA – POESIA – INTIMITÀ – GIORNALISMO »

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08.08 - giovedì 28 ottobre 2021

Il libro “Creatura Futura” di Paolo Ghezzi, che sabato 30 ottobre sarà presentato al Vigilianum, oscilla tra rivelazioni e biografia, polemica e poesia, intimità e giornalismo. L’abbiamo letto e abbiamo estrapolato, dai 10 capitoli, 10 passaggi significativi.

 

CHE COSA VUOL DIRE “NORMALE”

“All’anormalità della sua normalità ci ha progressivamente assuefatto, così come ci siamo abituati a interpretare la sua voce filtrata dalla mascherina, non sempre facilmente decifrabile. Ma proprio il suo preoccuparsi delle cose minime – come quando ci chiede di aiutarlo a trovare proprio la parola giusta per quella certa riga di quella centesima circolare di Futura, il movimento politico da noi fondato nel 2018 – ce l’ha fatto sentire destinato alla persistenza, uno come noi. … Umano, troppo umano”.

 

VIVA L’AMORE SENZA ETICHETTE

“L’ultima sera della sua vita (ma noi non lo sapevamo e neppure lui), Radio3 trasmette il Saul di Haendel, che verso la fine inventa un bellissimo duetto tra i due grandi amici David, il futuro successore di Saul, e il figlio di Saul, Gionata. Anche nel libretto di Haendel riecheggia l’interpretazione – «incoraggiata» da alcune sfumature del testo biblico – del legame tra David e Gionata come un affetto speciale, un amore tra due giovani uomini. Il re salmista David ama molto le donne, e ha amato diverse donne, ma ama anche il suo amico di giovinezza. Parole commoventi, cantate da un David che nell’opera di Haendel si esprime con voce femminile di contralto. Ci ho ripensato rileggendo l’articolo del giorno dopo, domenica 8 novembre 2020, giorno della sua morte, in cui Pg sostiene le ragioni e la legittimità dell’amore omosessuale, di fronte ai divieti, alle prudenze e ai secolari «distinguo» della Chiesa cattolica”.

 

IMMOBILE E VELOCISSIMO

“Negli ultimi anni, soprattutto con l’aiuto di Daniel (ma anche della nipote Maria Chiara), Piergiorgio ha intrapreso una minuziosa opera di catalogazione della sua grande biblioteca al primo piano della casa di via Bolghera: oltre millecento volumi erano già stati classificati e registrati. Il disegno di un libro aperto con una penna d’oca – regalo della sorella Maria Rita – è diventato il suo ex libris con il motto latino che si è scelto: «Sine motu celer». Immobile ma rapido. Un meraviglioso autoritratto della velocità del suo pensiero che riscatta la lentezza faticosa dei suoi movimenti. «Sine motu celer». Solo lui lo poteva inventare. Solo lui, il celere pensatore immobile”.

 

CATTANI CORROSIVO:DA LETTA A PACHER

«VeDrò, la kermesse trasversale ideata e organizzata a Dro dall’esponente del Pd Enrico Letta, ha offerto la performance pianistica di Fedele Confalonieri, esibitosi di fronte a un numeroso pubblico di “giovani” più o meno rampanti, più o meno arrivati (ma sempre ovviamente con le loro forze, perché VeDrò è il trionfo dei self made men), più o meno figli di papà. … Come può Letta presentarsi come alternativa totale a Berlusconi quando si esalta davanti al suo braccio destro? Allora, diciamolo, va bene Berlusconi». Attenzione ai dettagli, fustigazione delle contraddizioni. Ecco il Pg giornalista, sempre «sul pezzo». Raccolti nel libro “Solo al comando. Dellai, i gregari, il Trentino” (del gennaio 2013), gli articoli di Piergiorgio sono ancora godibilissimi. Un esempio? La trilogia inserita nella sezione «Le lacrime della sinistra», Pacher svegliati!, Andreatta svegliati!, Nicoletti svegliati!. Sull’ex sindaco di Trento succeduto a Dellai (trasmigrato a Roma) alla presidenza della Provincia, Pg è corrosivo: «La migliore “invenzione” di Dellai è stato Alberto Pacher. Popolare e docile, garbato e inclusivo, capace di raccogliere valanghe di preferenze, sempre allineato e fedelissimo alle posizioni dellaiane… Pacher ha rappresentato sempre la sinistra subalterna e irrilevante. Molle, dorotea, minimalista. Comunque irrilevante».

 

UFFA, GLI ALLEATI! (RED E TOBY, cioè ROSSI e TONINI, e lo “sceriffo” IANESELLI)

“Il sodalizio di ferro tra l’ex presidente della Provincia e l’ex senatore si incrinerà solo sul caso Kas (Kaswalder), quando perfino l’iperdiplomatico Toby (o Richelieu o Porthos, gli altri soprannomi che gli affibbia Pg) perderà la pazienza di fronte ai giochetti del Patt per salvare la poltrona dentro l’ufficio di presidenza. Ma per il resto Red e Toby sono sempre d’accordo: scelgono insieme il fidato Franco Ianeselli (Iaia per Pg, Sceriffo di Trentham per me) come sindaco del capoluogo, si stimano, si ascoltano, chiacchierano fitto fitto tra loro in commissione quando parlano altri consiglieri meno importanti, che non vale la pena di ascoltare. Nemiciamici? Ma no. Amicicomplici, la coppia più bella del mondo e ci dispiace per gli altri”.

 

MAU FU-GAT E IL COVID

“Quando il contagio stava cominciando a dilagare in Lombardia qualcuno pensava che tenere aperte le piste fosse un’ottima soluzione per difendere l’immagine del Trentino. Venite, qui va tutto bene. La comunicazione è stata disastrosa. Potremmo anche comprenderlo se solo Fugatti e i suoi avessero fatto autocritica, se solo ammettessero di aver compiuto un grave errore. Niente, la macchina della propaganda non prevede il “ci siamo sbagliati”. In attesa di sostituire dopo nuove elezioni questa amministrazione provinciale rivelatasi inefficiente, incapace, boriosa, superficiale e arrogante, occorre monitorare con attenzione ogni provvedimento, ogni uscita, ogni goliardata della giunta (più accoliti di vario tipo), raccoglierlo e denunciarlo. Con trasparenza, a viso aperto, come ha fatto Paolo Ghezzi con questo libro bianco sul Covid-Show di Mau Fu-Gat. Noi ci saremo».

 

LA SUCCESSIONE A GHEZZI

6 novembre 2020, due giorni prima della morte di Cattani, meno 45 giorni alla data concordata dell’annuncio delle dimissioni di Ghezzi dal Consiglio provinciale e del subingresso di Cattani. “Io, come ti ho detto – scrive Piergiorgio nella chat segreta, nome in codice Rut – non ho parlato con nessuno delle tue intenzioni se non con la mia mamma. Quindi, mettendo in conto che… mi sto preparando. Soltanto dopo che tu avrai parlato con loro (di Futura), io avevo in animo di dire ai miei datori di lavoro (cioè Pierino Martinelli) che probabilmente li lascerò. E di mantenere il silenzio ovviamente. Giusto cammino?”

 

POLITICA E AMICIZIA

Paolo Zanella lo ricorda così: «Mi mancano la tua determinazione, i nostri scontri, il tuo voler trovare sempre la quadra a ogni costo, la tua capacità di analisi, il tuo saper ascoltare, ma anche il tuo parlarci sopra, il tuo coraggio, il salotto di casa tua, i tuoi laconici “ciao” via WhatsApp che suonavano sempre come un “allarme rosso, problemi in vista”, la tua personalità poliedrica, radicalmente ecumenica, la tua testa, la tua cocciutaggine, la tua sottile ironia». Agli amici e alle amiche, dentro e fuori la politica, si dedica con scambi epistolari personalizzati, che si aggiungono al già ricco patrimonio delle circolari. Negli amici e nelle amiche gli piace cogliere inattese sintonie, coincidenze, affinità elettive di gusti e percorsi esistenziali.

 

FUTURA BASTONATA: GHEZZI RACCONTA

“Piergiorgio Cattani aveva previsto che le mie dimissioni avrebbero scatenato un putiferio politico. E così è stato. Io ho messo nel conto incomprensioni e delusioni tra chi mi aveva dato fiducia tra l’estate e l’autunno 2018:ma su un paio di centinaia tra lettere, reazioni e messaggi, le «condanne» senza appello della mia decisione le ho contate sulle dita di due mani. Quello che non avevo previsto, nella mia beata e «impolitica» ingenuità, era che il sindaco di Trento (per la cui vittoria al primo turno Futura è stata decisiva) avrebbe approfittato del subingresso di Zanella in Consiglio provinciale (e delle sue conseguenti dimissioni da assessore comunale) per punire con una rappresaglia Futura, manganellando pubblicamente la sua presunta «irresponsabilità» e togliendo a Futura, unica tra le forze della coalizione, l’assessorato che le spettava (e che il nostro Corrado Bungaro aveva già gestito e sarebbe stato pronto a riprendere in mano). Ma così è fatta la politica cinica: e non mi spiace troppo che il mio gesto abbia fatto emergere pubblicamente la sua brutalità”.

 

IL “TESTAMENTO”  DI CATTANI

“Penso che gli antichi non andassero molto lontano nell’immaginare l’oltretomba come un luogo buio e triste. La morte è oscura. Se la morte fosse più bella della vita bisognerebbe invocarla ogni minuto dell’esistenza. Bisognerebbe suicidarsi subito. Invece no, la mia vita è stata meravigliosa, degna di essere vissuta. Avrei voluto lottare fino all’ultimo per non morire. La morte non pacifica nulla. La morte cancella ogni speranza. Ma proprio quando tutto sembra perduto, allora Dio ci verrà incontro. Quello sarà il momento. Di invocare la forza di Dio. Di attendere la resurrezione della carne. Per questo è necessario pregare per i morti. In Dio ritroveremo allora il volto, mite e misericordioso, del Cristo vivente insieme con quello dei nostri cari defunti. Non dite che ero una persona speciale, che “nonostante tutto” pensavo agli altri, ero impegnato nella società. Oppure che affrontavo con tenacia la malattia. Non sopporto le iperboli soprattutto negli elogi funebri. Che bello sarebbe se parlaste di me come un uomo normale, certo con un po’ più di difficoltà in partenza ma comunque minori di quelle della stragrande maggioranza dell’umanità. Sicuramente qualcuno sentirà la mia mancanza».

 

 

 

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