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LEGAMBIENTE – TRENTO * CORONAVIRUS – LETTERA AL SINDACO: « SENZA I COMUNI L’ITALIA NON SI MUOVERÀ, LE PROPOSTE PER LA MOBILITÀ SOSTENIBILE NELLA FASE 2 »

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09.05 - venerdì 17 aprile 2020

Caro Sindaco di Trento, senza Comuni l’Italia crolla, come molti Sindaci hanno scritto al Governo, chiedendo un decreto “Cura Città”, dopo quello “Cura Italia”. Il circolo di Legambiente di Trento riprende i cinque punti dell’appello di Legambiente inviato, tramite il presidente dell’ANCI, a tutti i Sindaci di Italia.

Senza i Comuni l’Italia non si muoverà, neanche gradualmente, come pure tutti speriamo accada dal prossimo mese di maggio. Soprattutto non riusciremo a muoverci in sicurezza, possibilmente inquinando e ammalandoci un po’ meno. Senza un impegno di tutti, cittadini, Sindaci, società di trasporto e Governo, presto le nostre città rischieranno di riempirsi nuovamente di auto e l’aria autunnale di inquinanti, gli stessi di prima.

Un momento eccezionale come quello che stiamo vivendo ha bisogno di risposte altrettanto eccezionali e dovremo arrivare pronti all’appuntamento delle prossime settimane. Per questo le proponiamo alcune sfide per la “riapertura”, tutte concrete e attuabili nell’arco di pochi mesi, a risorse relativamente contenute e alcune già disponibili, perché si tratta di attuare provvedimenti già contenuti in Leggi dello Stato. L’importante sarà avere idee chiare per affrontare la fase in cui le città si rimetterenno in moto, con progetti semplici e praticabili, perché il dopo non sia più come il prima.

1. Sicuri sui mezzi pubblici. Molte persone avranno paura a prendere bus e treni, tram e metro per timore del contagio. Per questo man mano che le città ricominceranno a muoversi, si dovranno programmare con attenzione le corse, garantire le distanze di sicurezza, bisognerà ripensare anche gli orari della città per evitare congestione e traffico nelle ore di punta. Sarà fondamentale un continuo e attento monitoraggio, sia dei mezzi che delle stazioni, dove si dovranno introdurre controlli e tornelli per contingentare gli ingressi oltre a garantire una quotidiana sanificazione. In Spagna il governo ha stabilito l’obbligo di mascherine sui mezzi pubblici e ha garantito la distribuzione di oltre 10 milioni nelle stazioni principali. Per fare tutto questo ci vogliono risorse. In parte il governo ha risposto, ma è evidente che non basta perché le aziende pubbliche hanno bisogno di investimenti e già soffrono per la riduzione di introiti da biglietti dovuta a questi mesi di stop.

2. Più persone in bici e percorsi ciclabili nuovi. La bici è il mezzo che permette il migliore distanziamento; il Ministro della Salute tedesco ha raccomandato a tutti i lavoratori di muoversi il più possibile a piedi o in bicicletta. In diverse città del mondo si stanno realizzando percorsi ciclabili temporanei (con segnaletica orizzontale e verticale) lungo gli assi prioritari e le tratte più frequentate: da Montpellier con una striscia di vernice e cordoli di protezione con conetti provvisori, a Berlino allargando le piste ciclabili con nuove strisce laterali, e anche a Bogotà, a Vancouver, New York, Boston e Parigi.

In Nuova Zelanda il Governo ha deciso di finanziare queste misure da parte dei Comuni. Anche il Comune di Trento deve realizzare al più presto corridoi per la mobilità di emergenza; in alcuni casi, come in Viale Rovereto, Via Grazioli, Via Manzoni, gli spazi sono immediatamente disponibili; in altri casi, anche per chi viene dalla collina, si può pensare di riservare alla mobilità ciclo-pedonale itinerari paralleli alle strade principali. Questi percorsi temporanei potranno poi essere trasformati in vere ciclabili secondo le indicazioni che verranno dal Biciplan, augurandoci che tale progettazione proceda speditamente. Inoltre la limitazione della velocità massima a 30 km/h su molte strade urbane permetterebbe anche ai ciclisti di percorrerle in sicurezza.

Questi interventi sono a costo quasi zero e le risorse per realizzare vere ciclabili ci sono : nella Legge di Bilancio 2020 sono stati stanziati 150 milioni di Euro per il co-finanziamento di percorsi ciclabili urbani. Cosa aspetta il Ministero delle Infrastrutture a emanare il Decreto che fissa i criteri per l’erogazione dei fondi? Intanto però i Comuni si possono preparare, in modo da avere progetti seri da candidare e un piano da cui “si evinca la volontà di procedere allo sviluppo strategico della rete ciclabile urbana”, come sottolinea la Legge, in modo che nel 2021 possano partire i cantieri. E che si tratti di reti ciclabili fatte bene, magari copiando il format della Bicipolitana di Pesaro e replicandolo ovunque.

3 Rafforzare la sharing mobility.
Ove possibile, l’uso dei mezzi individuali potrebbe essere sostituito da mezzi in condivisione per chi non voglia/possa utilizzare i mezzi pubblici, gestiti per esempio a livello aziendale, condominiale o di quartiere. Per quanto riguarda soluzioni diffuse, si potrebbero valutare tutte le possibili soluzioni compatibili con la necessità di avere parchi mezzi sufficienti e di garantire controllo, sanificazione e ridistribuzione dei mezzi nelle diverse ore e luoghi della città.

4 Aiutare i cittadini a rottamare l’auto e scegliere la mobilità sostenibile. Qui i Sindaci devono farsi sentire, perché le risorse ci sono! Cosa aspetta il Ministero dell’Ambiente a mettere a disposizione i fondi per “Programma Buoni di mobilità” previsti dal decreto Clima approvato a dicembre scorso? Sono previsti 75 milioni per il 2020 e 180 milioni di euro per le annualità successive. Si tratta di 1.500 euro alle famiglie che rottamano una vecchia auto che non può più circolare (Euro3 o più inquinante) oppure 500 euro per un vecchio ciclomotore, per acquistare abbonamenti, biciclette, e-bike e sharing mobility. Si potrebbe così subito dimezzare la spesa media per i trasporti per 250 mila famiglie italiane (3.500 euro all’anno secondo l’Istat).

5. Più smart working. Ai Sindaci Legambiente chiede di spingere sul lavoro agile per riorganizzare il lavoro dell’amministrazione pubblica e aiutare tutte le attività che scelgono di andare in questa direzione. Serviranno risorse, ma soprattutto idee nuove e andrà coinvolto il Governo, ma esistono tutte le possibilità per premiare con vantaggi fiscali sia le aziende che i lavoratori che decideranno di puntare su soluzioni innovative di smart working e mobility management di comunità. Ad esempio i vantaggi fiscali di cui oggi beneficiano le auto aziendali possono essere estesi anche a mezzi e investimenti organizzativi per il lavoro a distanza, ai mezzi pubblici, alla condivisione e alla mobilità elettrica o muscolare in tutte le sue forme.

 

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Il circolo di Trento di Legambiente

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