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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SECONDA COMMISSIONE: « SÌ A DUE DELIBERE, CONCEDERE INCENTIVI A GIOVANI IMPRENDITORI / RINNOVO TECNOLOGICO DELLE PMI »

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17.56 - giovedì 31 marzo 2022

Seconda commissione, incentivi per i giovani, le donne e i disoccupati che vogliono aprire un’impresa. Bando per i contributi per il rinnovamento tecnologico delle Pmi. Ddl Olivi, le audizioni di imprenditori e sindacato.

In Seconda commissione, presieduta da Luca Guglielmi (Lista Fassa), si è parlato di industria e attività economiche. La seduta si è aperta con le audizioni sul ddl di Alessandro Olivi (Pd) n. 52 , depositato due anni fa, e che prevede ulteriori interventi per far fronte alla crisi indotta dalla pandemia. Ddl che dovrebbe tornare in commissione nei prossimi giorni.

Gli imprenditori: dal 2020 sono cambiate le priorità. Oggi preoccupano inflazione e caro energia

Il presidente della Federazione dei consorzi cooperativi Roberto Simoni, a nome del Coordinamento imprenditori, ha ricordato che la proposta è nata nell’aprile 2020, ad inizio pandemia, in un quadro completamente diverso, Le finalità del ddl sono condivisibili, ma si tratta di un intervento eterogeneo difficile da valutare. Comunque, il quadro economico è mutato: oggi le emergenze sono il caro energia e l’inflazione. Sulle previste modifiche sulla legge 6 sugli incentivi alle imprese, contenute nella proposta Olivi, Simoni ha detto che servirebbe una revisione complessiva e organica della norma del 1999.

Gli albergatori: di fronte al caro bollette e al calo del fatturato intervenire di nuovo sull’Imis

Per l’Associazione albergatori il direttore Davide Cardella ha sottolineato due aspetti riguardo al ddl: il primo quello dell’Imis che è un tasto sensibile per le aziende alberghiere e sul quale sarebbe bene intervenire di nuovo a fronte dei costi energetici e dei cali di fatturato. Per l’Imis, inoltre, c’è quella che Cardella ha definito un’ingiustizia perché si prevede la perfetta sovrapposizione di proprietà dell’immobile e gestione e questo ha portato l’esclusione dall’esenzione di molte aziende. Inoltre c’è il provvedimento statale sull’Imu che prevede un credito d’imposta, ma esclude le nostre aziende che sono soggette all’Imis. I vincoli occupazionali previsti dal ddl Olivi, infine, per gli albergatori sono difficili da rispettare perché da una parte non si trovano lavoratori e dall’altra ci sono difficoltà di fatturato che costringono le aziende alla prudenza nelle assunzioni. Anche per Confcommercio l’esenzione Imis dovrebbe essere estesa al 2022.

Gli artigiani: vanno previsti corsi di riqualificazione anche per i datori di lavoro

Il presidente dell’associazione Artigiani, Marco Segatta, ha ricordato che oggi i problemi sono diversi rispetto al 2020 e nello specifico ha detto che la norma che parla di riqualificazione del personale dipendente andrebbe estesa anche ai datori di lavoro. Poi sulla legge 6, bene lo snellimento delle procedure amministrative ma va fatto di più perché non si può dimenticare che il 94% delle imprese sono piccole e trovano difficoltà nell’ ottenere l’accesso agli incentivi.

Confersercenti: affiancare le piccole imprese per non perdere le occasioni del Pnrr

Aldi Cekrezi, direttore di Confesercenti, ha posto al centro del dibattito il fatto che oggi i settori economiche hanno necessità di avere risposte normative ma anche concrete. Lo scenario è cambiato totalmente: c’è una crisi di domanda e di offerta e di incertezza. Il Pnrr può essere un fondo per tutte le imprese, anche per quelle piccole che hanno la necessità di essere affiancate anche sul piano della programmazione e della progettazione. Anche perché ci sono pochi esperti e la piccola impresa anche su questo è tagliata fuori e i bandi tra due mesi scadono. Va data, inoltre, stabilità alle ditte che si trovano di fronte ad un mercato instabile.
Gianluca Fedrizzi di Confindustria ha chiesto una riforma organica della legge 6 e una revisione dei vincoli occupazionali ed economico finanziari.

Olivi: il ddl è datato, ma sulla proposta la Giunta non ha mai risposto

Alessandro Olivi ha detto che Simoni ha ragione: il ddl è molto datato, ma di fronte a cambiamenti tanto rapidi come quelli che si sono visti è difficile stare al passo. Il consigliere Pd ha aggiunto che il ddl è lì da due anni e non è stato depositato per puntare una bandierina, ma per suscitare un dibattito. L’esponente dem ha anche ricordato che da anni ha chiesto inutilmente due ore di disponibilità alla Giunta per un confronto, anche per una revisione della legge 6. E ha aggiunto di aver rispolverato il ddl, con alcuni aggiornamenti sull’economia circolare e il personale, per sollecitare la Giunta ad affrontare alcuni temi centrali.

La Cgil: serve una strategia riformatrice

Da parte delle confederazioni sindacali, il segretario della Cgil Andrea Grosselli ha detto che il ddl è in parte superato dalla conclusione dello stato di emergenza pandemica, ma, dal punto di vista politico, ha ricordato che le visioni tra Giunta e sindacato sono state diverse. Il messaggio che venne dall’assemblea dei delegati sindacali, ha ricordato, era quello di affrontare nella crisi i nodi di fondo e le grandi sfide che il Trentino ha davanti a sé: quella demografica, quella tecnologica e quella dei cambiamenti climatici. Il pregio del ddl Olivi è quello di definire, nella legge 6, modifiche strutturali guardando oltre alla crisi. Come sta facendo il governo Draghi che ha adottato un metodo di coinvolgimento delle parti sociali e ha inserito nel Pnrr una serie di riforme strutturali. A Trento, invece, questo sforzo riformista si vede in alcuni ambiti, ma in altri è del tutto assente.

Il sindacato sul tema delle riforme c’è, come ha dimostrato negli Stati generali del lavoro. Per quanto riguarda il Fondo di solidarietà del Trentino Grosselli ha detto che c’è bisogno di rimpinguarlo finanziariamente come a fatto a Bolzano, che ha investito nel Fondo di solidarietà dell’Alto Adige 20 milioni di euro per programmare interventi di sostegno. Il ddl Olivi, secondo il segretario Cgil, è condivisibile anche per il rinnovo della legge 6 e sull’Imis andrebbero introdotti sgravi selettivi perché quelli generali, previsti dalle norme trentine, non sono più sostenibili. Infine, ha detto ancora Grosselli, va affrontato il tema della produttività che si sarebbe dovuto affrontare indirizzando gli sgravi Irap sugli investimenti tecnologici. Il segretario confederale ha ricordato inoltre la forte richiesta fatta all’assessore Spinelli di non concedere (applicando il meccanismo previsto per l’Irap) un euro del Pnrr alle aziende che non rispettano o non applicano i contratti nazionali sottoscritti dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative. Un principio che andrebbe rafforzato nel ddl Olivi che dovrebbe proseguire il suo iter.

Insomma, ha concluso Grosselli, serve una strategia riformatrice e interventi a favore delle famiglie, a partire dal calo bollette e politiche per incrementare, sul modello dei paesi nordici, la natalità. Sul piano dell’energia il sindacalista ha ricordato che nel pacchetto del piano operativo Fesr prevede che il 60% degli investimenti vadano alla digitalizzazione e il 40% sulla produzione di fonti energetiche rinnovabili. Una percentuale che, per Grosselli, andrebbe invertita. Olivi ha detto di condividere la necessità di avviare riforme organiche e ha ricordato ancora che il suo ddl, già due anni fa, avrebbe voluto essere bypartisan, ma da piazza Dante non è venuta alcuna risposta.

Contributi a giovani, disoccupati e donne che vogliono avviare un’ impresa

Si è passati poi al parere sulla proposta di delibera sugli incentivi per giovani, donne e disoccupati che intendono aprire un’impresa che ha ricevuto il via libera della commissione con 6 sì e l’astensione di Olivi (Pd). Iniziativa che, ha spiegato l’assessore Spinelli, verrà gestita da Trentino Sviluppo e contiene elementi innovativi soprattutto per ciò che riguarda la fase di selezione delle proposte e la preparazione dell’aspirante imprenditore. Ore di formazione che possono fornire elementi utili su temi centrali come il marketing e la comunicazione. Gli incentivi sono rilevanti e quindi va posta la massima attenzione sulla qualità e sostenibilità degli interventi.

“Nuova impresa per il 2022”, questo il titolo dell’iniziativa che si basa sulla legge 6 e mira a sostenere le spese di avviamento e l’acquisto di beni e servizi, sul mercato locale, per le nuove imprese. I contributi rispetteranno il regime “de minimis” e le imprese dovranno essere promosse da neo imprenditori, donne, o giovani tra i 18 e i 35 anni o disoccupati da almeno sei mesi. Il contributo a fondo perduto verrà erogato per spese ammissibili tra i 20 mila e i 100 mila euro e in base ad un punteggio la percentuale andrà dal 20 al 50%. Quindi, le valutazioni si basano sulla sostenibilità del progetto, le ricadute territoriali e le qualità dell’aspirante imprenditore. Lorenzo Ossanna (Patt) ha ricordato che le imprese coinvolte potranno essere una settantina di imprese e la differenza, per l’ammissione al contributo, sarà il business plan. L’assessore, rispondendo a Olivi (Pd), ha detto che l’iniziativa è stata presentata al coordinamento imprenditori che l’hanno accolta positivamente.

 

Aiuti per le piccole aziende che vogliono migliorare la produttività

Si è passati poi alla delibera (via libera unanime) che prevede contributi per l’ammodernamento delle aziende che è stata introdotta dall’assessore Spinelli. Un’iniziativa (verranno investiti complessivamente due milioni e mezzo) per incentivare il rinnovamento dei processi produttivi delle aziende. Perché, ha detto l’assessore, solo chi innova riesce a stare sul mercato e ha prospettive di crescita. Quindi, il bando ha l’obiettivo di stimolare la crescita tecnologica nelle imprese con una contribuzione specifica. Sussidi destinati soprattutto alle Pmi.

Le imprese, industriali o artigianali, dovranno presentare un progetto di trasformazione del processo produttivo o la sua sostituzione con uno più efficiente. Questi progetti verranno valutati da soggetti accreditati e da Trentino Sviluppo. Come detto i destinatari saranno le Pmi, con una vita di almeno tre anni, con sede legale in provincia o che abbiano unità operative in Trentino. Il contributo massimo sarà di 250 mila euro per una spesa ammissibile compresa tra i 200 mila euro ai 2,5 milioni. Le aziende, che dovranno realizzare il progetto nell’arco di 18 mesi, potranno optare per il regime de minimis o per quello di esenzione. I punteggi saranno valutati in base a parametri di miglioramento della produttività e della qualità dell’impresa.
L’assessore, rispondendo a Lorenzo Ossanna, ha detto che la soglia minima dei 200 mila euro è impegnativa per le piccole aziende, ma riguarda investimenti in tecnologia e le consulenze collegate che sono costose. Piena condivisione da parte di De Godenz (UpT).

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