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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « EX MASERA, L’ABBATTIMENTO È PREVISTO PER SETTEMBRE »

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18.51 - martedì 20 giugno 2023

Terza commissione: ex Masera, abbattimento previsto a settembre. Nella Terza commissione presieduta da Ivano Job (Coraggio Italia) pomeriggio dedicato a tre petizioni, le 18, 19 e 23 rispettivamente sulla pericolosità di un progettato impianto sperimentale di termossidazione di rifiuti a Pergine, sull’inquinamento derivante dalla produzione industriale di asfalto nei pressi di Tione e sulla riqualificazione dell’ex Masera di Levico Terme.

LA PETIZIONE 19
I lavori sono iniziati con la consultazione dell’azienda Mazzotti Spa sulla petizione 19 relativa all’inquinamento derivante dalla produzione industriale di asfalto nei pressi di Tione. È intervenuto per la società uno dei due fratelli titolari, Nicola Mazzotti. Che ha parlato di anni di controlli svolti con Appa sulle emissioni in atmosfera, sempre risultati a norma di legge. Dopo le segnalazioni, ha aggiunto, è iniziato un percorso che ha portato alla sostituzione del combustibile a maggior impatto ambientale, il btz, con il metano. Si è intervenuti, senza alcun tipo di obbligo, ha dichiarato, per venire incontro alla popolazione ed essere sempre il più green possibile, anche perché i titolari stessi e le loro famiglie abitano in zona. Si è proceduto quindi a una compartimentazione dell’impianto con pannellature, ha spiegato Mazzotti, prima realtà in Trentino a farlo. Non si nasconde che un po’ di odore di asfalto ci sia, ha detto il titolare, ma la soddisfazione legata a questi interventi ha trovato riscontro nelle rilevazioni Appa, anche con una colonnina collocata nei pressi dell’asilo di Preore. Nella relazione di Appa, ha proseguito il titolare, è stato tenuto anche della sensazione delle persone sulla qualità dell’aria: i dati nella relazione sono ampiamente al di sotto i limiti di norma. Il titolare della società ha ribadito comunque l’impegno a essere all’avanguardia e tecnologicamente avanzati: un costo per l’azienda, ma si fa volentieri per la comunità. Mazzotti si è infine detto disponibile per qualsiasi chiarimento, anche con il comitato promotore della petizione.

La parola è passata quindi ad Appa per spiegare l’aspetto tecnico dell’indagine. Il dottor Enrico Menapace ha parlato dell’impatto delle imprese come quella di Mazzotti e quella analoga presente a Levico: il disagio riscontrato non supera le soglie della tollerabilità. Un impatto comunque minore rispetto a quello delle stufe a legna. Un problema difficile da rappresentare ai cittadini, ma prima causa di inquinamento dell’aria; un problema che tra l’altro la Provincia sta affrontando con un bando per gli incentivi per la sostituzione delle stufe previsto per agosto-settembre. Ha ricordato gli investimenti della società che ha detto sono serviti parzialmente a ridurre le emissioni odorigene. Ha ricordato poi in questo senso che c’è stata una fase in cui nel nord Italia giravano bitumi con maggiori problematiche. La situazione di disagio odorigeno è comunque sotto la soglia della normale odorabilità, ha aggiunto. Sulla qualità dell’aria: non è alterata dalla presenza dell’attività produttiva.
L’ingegner Conci ha parlato degli interventi strutturali (in fase autorizzativa per quanto riguarda il contributo) in cui è impegnata la ditta. In primis la compartimentazione delle emissioni in forma diffusa. Su qualità dell’aria e impatti odorigeni, ha spiegato poi, le condizioni di qualità dell’aria sono analoghe a quelle di zone orograficamente simili in Trentino dove non ci sono impianti.
Mazzotti ha espresso quindi una precisazione sulle firme del comitato: provenienti da alta val Rendena, dal resto del Trentino e dal resto d’Italia: 700 firme non nella zona dell’impianto ma raccolte in tutta Italia.

Roberto Paccher (Lega) ha chiesto chiarimenti sulla fondazione dell’azienda (nata nel 1968) per capire se fosse in origine delocalizzata rispetto alle abitazioni. Quante persone lavorano nell’azienda? ha chiesto poi. Un centinaio nel gruppo, nella ditta Mazzotti una cinquantina, hanno risposto i titolari.
Job ha ricordato che in Commissione la procedura è precisa, Appa si è sempre dimostrata all’altezza.
La vicepresidente Lucia Coppola (Europa Verde) ha chiesto, se vi siano ulteriori margini di miglioramento possibili. Attualmente la situazione è la migliore possibile, ha risposto Mazzotti, ma ci si terrà aggiornati e si cercherà di migliorare ulteriormente. Ad esempio con il passaggio a un nuovo prodotto lavorabile a tiepido.
Roberto Andreatta ha citato la norma 844 del codice civile e ricordato l’impegno in passato di Appa nelle vicende dell’acciaieria di Borgo, di via Buonarroti. La terzietà di Appa, ha precisato, consiste anche nel tutelare l’attività di impresa quando vi è il rispetto delle discipline.
Job ha chiesto chiarimenti sulle aperture. Un lavoro diurno, che non viene fatto nel weekend e per tre mesi all’anno in inverno, è stata la risposta.

La Terza commissione è passata quindi all’esame della petizione 19.
Coppola ha parlato di una questione di punti di vista, quello dei proprietari che portano avanti la loro attività e quello, opposto, delle persone che sono colte da nausea, devono indossare mascherine. Ha ricordato l’insistenza del turismo in zona: purtroppo si sa che, seppur contenuti, i parametri non sono sempre garanzia di situazioni accettabili. Si auspica si vada sempre più nella direzione di rendere accettabili le attività produttive quando impattano sulla vita delle persone.
Menapace ha ricordato che comunque una situazione di disagio è stata rilevata: il momento massimo risale al periodo 2020-2021. Gli interventi di cui si è parlato sono molto recenti e il controllo di Appa prosegue, nonostante i dati siano nella norma.
Prevista per la prossima convocazione della Terza la discussione di una bozza di conclusione della trattazione della petizione.

LA PETIZIONE 23
Poi è stata la volta della petizione popolare 23 sulla riqualificazione dell’ex Masera di Levico Terme. Job ha chiesto al dottor Groff un aggiornamento. Questi ha parlato di una questione che viene dal passato, di una riqualificazione già pensata per il volume di 25 mila metri quadri rimasto in capo alla Provincia, delle ipotesi che si sono susseguite nel tempo (abitativa e commerciale). Poi la commissione di una verifica strutturale dell’edificio per la resistenza sismica, che ha portato a evidenziare problemi strutturali che ne hanno escluso la destinazione pubblica (ad esempio per una biblioteca). Quindi, l’anno scorso, la decisione di segregare l’area (dopo i distacchi) e proteggere la rotatoria e pensare alla demolizione. Impossibile il mantenimento sine die, ha detto Groff. La destinazione d’uso pro futuro, ha annunciato quindi, vede un forte interessamento della Croce rossa che vorrebbe collocare un rimessaggio dei mezzi. Un interesse ufficializzato 15 giorni fa, ha approfondito: l’area potrebbe essere presa in uso ad esempio in comodato gratuito e la Croce rossa potrebbe a proprie spese realizzare un edificio per il rimessaggio dei mezzi di soccorso. La demolizione è stata aggiudicata e sarà fatta a settembre per evitare interferenze con le rondini che abitano la struttura dell’ex Masera.

Coppola ha espresso dispiacere per la decisione: al posto di una struttura di pregio dove soggiornano le rondini, si pensa a un parcheggio. Senza nulla togliere alla Croce rossa e alla sua encomiabile attività, la consigliera avrebbe preferito la soluzione proposta dal comitato, di incontro uomo-natura. L’ex Masera, ha affermato, è un luogo della memoria e si doveva far tutto per mantenerlo. Non bastano i problemi di stabilità: demolirla e farne un parcheggio è un peccato. Si è avuta l’attenzione per le rondini a settembre, sarebbe servita secondo Coppola una maggiore attenzione anche a tutta la questione e i cittadini andrebbero ascoltati di più.

Groff ha precisato che la decisione è legata alla volumetria dell’edificio. Il problema era la sicurezza: la necessità di mettere mano a tutta la struttura globalmente, non a parti di essa.
Job ha chiesto, visto che la Provincia ha anche altre strutture sul territorio messe peggio, chi può aiutare a capire dove è il confine tra il demolire e lasciare presenti le strutture. E poi la richiesta del perché voler mantenere la cubatura.
La spiegazione di Groff: una demolizione fatta riducendo l’edificio a una parte significava creare un problema di stabilità. Da tecnico ha affermato che, se qualcuno avesse la volontà di fare qualsiasi altra cosa, in ogni caso dal punto di vista economico vale la pena demolire. Al momento la presenza vicina alla strada è un pericolo. Il progetto della Croce rossa, ha aggiunto, è per un edificio, non solo un parcheggio. La proprietà dell’area rimarrà della Provincia. Un comodato d’uso potrebbe essere trentennale.
Coppola ha parlato di una cosa brutta da vedere. Katia Rossato (FdI) ha ricordato che sarebbe bene ascoltare i proponenti della petizione. Job la volontà di sentirli tra due settimane.
Per Rossato è vero che non ci sono state manifestazioni di interesse per l’edificio, ma si poteva evitare l’abbattimento. Ogni levicense ha un pezzo di storia nell’edificio, ha detto, le donne ci hanno lavorato il tabacco, ci si è lavorata la seta. Il comodato alla Cri? Fa un po’ piangere il cuore secondo Rossato: per 30 anni ci si troverà un’autorimessa con un andirivieni di ambulanze in un’area storica.

Paccher ha ricordato che la determina per la demolizione è del 2017. Il consigliere ha parlato di treni persi in passato, ad esempio la possibilità di realizzare un polo scolastico, ora è difficile trovare una destinazione con i volumi che ci sono. Un museo delle farfalle? Ma non sono stati presentati progetti tecnici e di finanza, solo idee. A Levico, ha ricordato, al posto del cinema è stata realizzata una bella piazzetta. Avrà pure una storia l’ex Masera, ma ora è un mostro. Vale la pena di sentire il comitato sapendo che a settembre si demolisce?
Job in merito ha ricordato che non spetta alla commissione fermare un appalto, che si è sempre cercato un rapporto elegante e trasparente con i cittadini: preavvisando che è prevista la demolizione, si inviteranno i cittadini, saranno loro a decidere se venire o meno.
Groff ha quindi dato voce ad alcune precisazioni: la Croce Rossa non gode di diritto di prelazione, ha solo manifestato il proprio interesse. Una volta liberata l’area si procederà comunque a una valutazione di interesse e ulteriori iniziative potranno essere accolte. L’ipotesi di un rimessaggio della Croce Rossa è una possibilità, non è definita. Un comodato d’uso gratuito? La durata potrebbe essere di 30 anni, questo solo perché viene prospettato da parte di Croce rossa un investimento. La destinazione potrebbe comunque essere possibile anche a verde, ha precisato ancora Groff. Sulla demolizione: è stata appaltata e c’è un impegno, vi si può recedere con la penalità prevista del codice civile, il riconoscimento del mancato utile che è del 10% del contratto. Il costo della demolizione? La base d’asta era di 600 mila euro.
Job ha proposto, comunicando lo stato d’arte, di invitare il 5 luglio i firmatari della petizione. Con l’astensione di Paccher, la commissione ha approvato.

LA PETIZIONE 18
Infine la petizione popolare 18 relativa alla pericolosità di un progettato impianto sperimentale di termossidazione di rifiuti a Pergine. Il dottor Menapace ha illustrato la nota trasmessa dall’assessore Tonina in merito (in allegato) e ricordato che l’impianto non è ancora realizzato, è presumibile non inizi l’attività entro l’estate. L’ingegner Conci ha ricordato i dettagli tecnici dell’impianto, che sarà di pirolizzazione e che avrà come risulta il syngas. La post-combustione servirà per la depurazione del syngas stesso. La quantità dei rifiuti: 5 tonnellate al giorno massime. Contemporaneamente verrà bruciato un solo tipo di rifiuto. Uno sme monitorerà di continuo le emissioni. L’accenno alle preoccupazioni: c’è il divieto a conferire rifiuti con sostanze con fluoro e cloruri, non è quindi possibile la produzione di inquinanti come diossine. Vietati anche rifiuti con gomma vulcanizzata. Su richiesta dei commissari, Conci ha parlato anche della gestione del Cer (le ceneri), che sarà conferito in impianti autorizzati alla gestione del rifiuto, non presenti in provincia. Menapace ha sottolineato il carattere sperimentale dell’impianto.

Coppola ha detto di non capire l’interesse del Comune di Pergine sull’operazione.
Menapace ha ricordato l’interesse pubblico delle opere e la funzione di terzietà di Appa, che non ha poteri di riallocazione dell’attività, ha solo facoltà di controllo del rispetto dei limiti. Solo moral suasion, nessun potere coercitivo di fronte a una destinazione urbanistica prevista.
Rossato ha ricordato una sua recente interrogazione in merito e sottolineato positivamente il ragionamento sul monitoraggio degli inquinanti.

Al termine della seduta odierna Lorenzo Ossanna (Patt) ha chiesto informazioni circa la trattazione del suo ddl, il 178 sul controllo dei grandi carnivori.
I lavori della Terza commissione proseguiranno il 5 luglio.

 

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