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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * IV COMMISSIONE: « OK A DELIBERA GIUNTA PER L’ASSEGNO UNICO PROVINCIALE / CONFRONTO CON GARANTE DEI DIRITTI DEI MINORI SUI PROBLEMI CAUSATI DALL’EMERGENZA SANITARIA »

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15.57 - martedì 7 luglio 2020

Sì della IV Commissione alla delibera della Giunta sull’attualizzazione dell’assegno unico. Incontro col Garante dei minori Fabio Biasi: “la Pat investa sulla scuola e sulla qualità della vita degli adulti per aiutare i bambini e i ragazzi provati dal distanziamento sociale”.

Con 5 voti a favore e l’astensione di Luca Zeni del Pd, la Quarta Commissione presieduta da Claudio Cia (Agire) si è espressa a favore delle modifiche proposte dalla Giunta con l’assessore Spinelli alla disciplina di attuazione dell’assegno unico provinciale per il 2020 e gli anni successivi per rispondere ai bisogni delle famiglie e dei lavoratori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria. L’organismo ha poi ascoltato il Garante dei diritti dei minori Fabio Biasi sulle criticità causate ai bambini e agli adolescenti dalle restrizioni adottate contro la pandemia. Biasi ha chiesto al consiglio di farsi carico del problema. Ha poi evidenziato l’esigenza che la scuola riparta a settembre senza discriminare nessuno e che la Pat investa sulla qualità della vita e dei servizi perché dal benessere degli adulti dipende anche quello dei minori.

 

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Spinelli: sussidio aumentato per andare incontro ai bisogni dei soggetti più colpiti.

La delibera, ha spiegato l’assessore Achille Spinelli, è motivata dalla volontà dell’esecutivo di rispondere tempestivamente ai bisogni emersi a causa delle misure adottate per fronteggiare l’epidemia da Covid-19. L’esecutivo ha deciso per questo di anticipare e di semplificare il calcolo dell’Icef in modo da favorire l’accesso al trattamento che, per andare incontro alle necessità dei soggetti più colpiti dalle conseguenze economiche della pandemia, è stato maggiorato del 15%. In particolare le modifiche rispondono ai bisogni dei lavoratori stagionali discontinui e dei soggetti imprenditoriali e professionali che a causa dell’emergenza non hanno potuto continuare l’attività. La Giunta ha introdotto anche un criterio di equità, permettendo l’accesso all’assegno a chi possiede ben patrimoniali catastali fino a 50.000 euro e valori di depositi bancari, postali e titoli posseduti non superiori a 3.000 euro. Con l’attualizzazione dell’assegno unico, inoltre, vengono considerati i due mesi precedenti alla domanda. E l’erogazione avverrà il mese successivo.
Gianfranco Zoppi, responsabile dell’Apapi (Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa), ha dettagliato le tre modifiche apportate dalla delibera di Giunta alla disciplina dell’assegno unico: due dettate dall’emergenza, la terza strutturale. La prima modifica attualizza le dichiarazioni Icef riferite al 2018. Inoltre la quota B dell’assegno unico, riferita ai figli, viene riconosciuta quest’anno per intero e non più commisurata all’utilizzo della mensa scolastica, servizio che è stato chiuso da marzo in poi a causa della pandemia. La seconda modifica consiste nella rimodulazione del periodo di riferimento dell’assegno unico, prorogato fino al 30 giugno 2021 per tener conto del nesso tra questo sussidio e le famiglie con figli in età scolare e rendere possibile l’introduzione in primavera delle novità legislative della finanziaria provinciale di fine anno. Ancora, all’attualizzazione vengono ammessi anche i lavoratori stagionali prima esclusi. Il reddito di emergenza statale non sarà cumulabile con l’assegno unico ma la delibera della Giunta consente una compensazione nel caso in cui l’attualizzazione dell’assegno unico prevedesse qualcosa in più. Terza novità: l’aumento dell’importo dell’assegno del 15% come richiesto da un ordine del giorno approvato dal Consiglio provinciale. L’attualizzazione dell’assegno unico – ha ricordato Zoppi – è destinata a tutti i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato o a tempo determinato di 6 mesi che hanno perso o si sono visti sospendere o ridurre l’attività, e a tutti i lavoratroi autonomi che nel 2018 hanno avuto un reddito di almeno 5000 euro. Possono chiedere l’attualizzazione anche le persone che hanno perso il diritto agli ammortizzatori sociali. A questi si aggiungono gli stagionali prima esclusi. L’attualizzazione tiene conto delle ultime 2 mensilità percepite. Se non si è guadagnato nulla negli ultimi 2 mesi il calcolo dell’Icef sarà pari a zero. Se invece si è percepito uno stipendio basterà ritardare di due mesi la domanda per avere la misura piena dell’assegno.
Luca Zeni (Pd) ha posto alcune domande e giudicato un aggravio per gli utenti lo spostamento del periodo di riferimento dall’anno solare a quello scolastico. Rispondendo a Zeni sull’entità delle spese che la Provincia dovrà sostenere conseguentemente a queste modifiche, Zappi ha preannunciato una stima delle risorse utilizzate.

 

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L’INCONTRO CON IL GARANTE DEI DIRITTI DEI MINORI FABIO BIASI.

Il distanziamento sociale ha causato problemi psicologici a bambini e ragazzi.
Subito dopo all’organismo guidato da Cia si è aggiunta in videoconferenza anche la Prima Commissione presieduta da Luca Guglielmi per ascoltare Fabio Biasi, Garante dei diritti dei minori. Biasi aveva chiesto un incontro con i consiglieri per evidenziare le ripercussioni negative che i bambini e i ragazzi hanno subito da vari punti di vista a causa del distanziamento sociale imposto imposto durante l’emergenza sanitaria. All’audizione hanno partecipato anche gli assessori alla salute Stefania Segnana e all’istruzione Bisesti. Biasi ha ricordato come le gravi limitazione dei diritti costituzionali adottati per contrastare il propagarsi del virus Covid-19, al di là dei motivi sanitari da cui sono state ispirate, hanno penalizzato fortemente i soggetti più fragili come gli anziani ma anche i bambini e i ragazzi. A pesare maggiormente in questa fase sulla qualità della vita dei minori e delle loro famiglie è stata secondo Biasi la chiusura di tutte le scuole e dei vari centri educativi a causa dell’obbligo di rimanere a casa. Il Garante ha segnalato che in tal modo bambini e ragazzi sono stati costretti a convivere con situazioni familiari non sempre buone o che sono andate peggiorando durante il lockdown. Biasi ha citato un importante documento indirizzato in proposito alle autorità politiche dal comitato Onu competente sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza. Il testo rivolge 11 raccomandazioni alle autorità istituzionali perché non trascurino la sorte dei bambini e dei ragazzi nel periodo dell’emergenza sanitaria, prestando una particolare attenzione ai più deboli tra loro come i disabili o i soggetti affetti da deficit.

Le politiche sostengano i genitori che per il Covid hanno dovuto gestire i figli H24.
Il principale richiamo dell’Onu agli Stati e agli enti pubblici è di valutare l’impatto della pandemia sui minorenni cercando soluzioni che permettano di esercitare i loro diritti, tra i quali ad esempio i diritti allo svago e a non essere discriminati dalla didattica a distanza (dad). L’Onu sollecita poi la politica ad accendere i riflettori sui bambini e sui ragazzi in vista della ripresa dell’attività scolastica, ascoltando anche la loro voce e le loro esigenze. In linea con il documento delle Nazioni Unite – ha continuato Biasi – si è pronunciato anche l’Enoc, che è il garante europeo dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. L’Enoc si è soffermato soprattutto sulla necessità di trasmettere ai minori informazioni chiare e adeguate alla loro età. E mettendo in guardia dal rischio della violenza domestica, cresciuto nel periodo dell’emergenza sanitaria. Per questo la rete europea dei garanti ha chiesto alle autorità politiche di prestare assistenza anche ai genitori. E ha espresso un giudizio positivo sulla dad a patto di non sovraccaricare di oneri le famiglie. Quanto all’Italia – ha proseguito Biasi – la conferenza dei garanti per l’infanzia e l’adolescenza ha elaborato e inviato una nota alle autorità e al governo nazionale per chiedere un piano straordinario per i minori e maggiori risorse dedicate. Per cogliere – ha aggiunto – l’occasione preziosa e forse irripetibile di questa emergenza per ripensare l’organizzazione dei servizi educativi e scolastici. Alla scuola secondo i garanti dei minori italiani servono linee guida nazionali scuola che tengano conto delle differenze tra i territori e ripensino gli spazi e l’edilizia scolastica, privilegino le attività all’aperto e la didattica in presenza pur senza escludere l’utilizzo, quando opportuno, della dad.

 

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L’emergenza ha inciso sull’identità personale dei minori.
Il Garante si è poi soffermato sulla situazione del Trentino sottolineando come in questi mesi gli siano arrivate moltissime richieste di singoli cittadini, ma anche di gruppi e associazioni, che hanno preso posizione ed espresso critiche sulla gestione del periodo emergenziale e sulla cosiddetta fase 2 per i problemi da essa causati ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie. Biasi ha molto insistito sulle ricadute negative che i provvedimenti restrittivi delle libertà individuali hanno avuto sulla psicologia dei minori e specialmente dei più piccoli. “Quest’emergenza ha inciso sulla loro identità”, ha avvertito il Garante perché il senso di pericolo connesso al propagarsi del virus ha trasformato le persone. Basti pensare ai nonni che non hanno più potuto vedere i nipoti considerati fonte di pericolo. L’effetto è stato frustrante. Perché, ha spiegato Biasi, i bambini hanno bisogno di un contesto di socialità e sono venute a mancare per loro importanti esperienze relazionali e sensoriali prima assicurate dalla scuola e dal rapporto con parenti e amici. In particolare sono stati completamente abbandonati i bambini con bisogni educativi speciali o disabilità. Biasi ha ricordato un genitore che gli ha parlato della grave regressione psichica del figlio disabile durante il lockdown.
Il Garante ha messo l’accento anche sulla fatica e lo stress patiti dai genitori per aver dovuto gestire a casa full time i figli piccoli e adolescenti. Le criticità emerse in questi mesi di reclusione domestica hanno riguardato il venir meno della riservatezza personale e l’impossibilità, dove ci sono stati lutti, di “esternare” il dolore con i tradizionali riti pubblici. Mancando la possibilità di condividere modo con altri i propri lutti attraverso i funerali non c’è stata neppure la possibilità di “buttare fuori” il proprio dolore. A fronte di tutto questo a giudizio del Garante dei minori oggi è necessario fornire ulteriori aiuti alle famiglie. “Le istituzioni devono essere presenti per dare risposte idonee anche a fronte dei disturbi emotivi causati ai bambini dall’emergenza.

“A settembre la scuola torni alla normalità senza escludere più nessuno”.
“Per questo ha sollecitato ad assicurare in settembre una ripresa “naturale” della scuola intesa come “casa della società”. Una ripartenza che a suo avviso dovrà essere “piena, senza discriminazioni né tentennamenti”. Per evitare – ha ammonito – quel che è successo ai molti bambini lasciati fuori in questo periodo dalle scuole dell’infanzia in val di Fassa. Questo non doveva accadere”. Biasi ha chiesto al Consiglio provinciale di considerare e valutare queste situazioni, “perché – ha osservato – se da un lato in una fase come questa c’è bisogno di adottare decisioni forti, occorre anche ascoltare le voci di chi esorta a tener conto della situazione dei bambini e dei ragazzi”. Si tratta per il Garante di “ripensare alla nostra visione della vita e della società mettendoci nei panni dei bambini e chiedendoci come avremmo reagito noi a una condizione coatta e senza via d’uscita come questa”. Per questo Biasi ha chiesto al Consiglio di farsi carico di queste istanze sulla base del materiale da lui messo a disposizione riguardo alla “voragine emotiva che si è aperta nei bambini e negli adolescenti con la rigida applicazione delle misure di contenimento del contagio come le norme sul distanziamento sociale”. Il Garante ha citato a mo’ di esempio anche solo impossibilità per loro di vedere tutto il volto delle persone a causa delle mascherine. Questo non è senza peso per la psicologia dei minori.

 

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Gli interventi dei consiglieri.

Alessia Ambrosi (Lega) ha ringraziato il Garante e messo l’accento in particolare sui problemi avuti dalle famiglie con bambini disabili o in difficoltà durante l’emergenza. La consigliera ha ricordato che alcune famiglie le hanno segnalato casi di bambini che in questo periodo hanno subito regressioni molto forti. “La loro inclusione sociale – ha osservato è stata stata ostacolata dall’obbligo del distanziamento”. “I bambini – ha aggiunto – sono stati forse i grandi esclusi dai provvedimenti adottati per fronteggiare quest’emergenza, ad esempio per la proibizione di uscire a giocare all’aria aperta. Ambrosi ha chiesto a Biasi di poter collaborare con il Garante dei minori secondo le indicazioni che lui fornirà ai consiglieri in merito alle criticità.

Lucia Coppola (Futura) ha osservato che purtroppo durante il lockdown la politica non poteva agire diversamente per contrastare l’epidemia e ora i risultati in Trentino si vedono con la riduzione dei contagi. Tuttavia adesso è necessario correre ai ripari rispetto ai danni fisici e psichici causati a bambini e ragazzi e specialmente ai minori disabili a causa del distanziamento sociale e dell’impossibilità di ottenere le cure di cui avevano bisogno. Grave è stata per Coppola anche la difficoltà dei genitori che hanno dovuti seguire i figli piccoli e adolescenti a tempo pieno. Anche a suo giudizio l’anno scolastico dovrà ripartire “in presenza” e con modalità migliori per la tutela della salute fisica e psichica dei minori. per recuperare le relazioni mancate e rimediare alla fatica di vivere toccata a bambini e ragazzi. Occorre raccontare loro chiaramente di questo virus, senza né minimizzare né terrorizzare. E per Coppola anche gli insegnanti vanno sostenuti in questo percorso per poter esercitare meglio il loro importante compito.

Sara Ferrari del Pd ha raccomandato di potenziare i presidi psicologici già presenti in molte scuole del Trentino ma che in questa fase la Provincia deve mettere a disposizione in ogni istituto. Da settembre infatti avranno molto più bisogno di questo supporto psicologico non solo i ragazzi ma anche i docenti e gli stressi dirigenti. In questo modo si eviterà alle famiglie e alle scuole di ricorrere ad esperti esterni agli istituti. Inoltre per Ferrari la Provincia dovrebbe assicurare attraverso l’Iprase, prima della ripresa delle lezioni, un percorso di aggiornamento agli insegnanti perché possano lavorare meglio con i minori. “Perché anche questi professionisti dell’educazione hanno bisogno di sapere come ricominciare per evitare errori che potrebbero aggravare la situazione”.

Paola Demagri del Patt ha insistito sulla presenza di questi sportelli dedicati al supporto psicologico dei ragazzi. Questo servizio dovrebbe diventare attivo e non solo offerto ai ragazzi per cercare di sviscerarne le problematiche che in questo periodo sono rimaste “dentro” di loro. Occorrerebbe per Demagri implementare anche i servizi di neuropsichiatria con la presenza di professionisti non solo di poche ore perché possano farsi carico delle problematiche delle famiglie evitando che cerchino aiuto fuori regione. La neuropsichiatria ha da sempre sostenuto e aiutato i ragazzi con bisogni speciali. Alle famiglie vanno forniti gli strumenti con cui fronteggiare situazioni delicate come i lutti nei confronti dei bambini e dei ragazzi la cui emotività va gestita in modo adeguato. A suo avviso occorre cogliere l’occasione dell’emergenza per migliorare i nostri servizi.

Biasi: la Pat colga l’occasione dell’emergenza per puntare di più sulla qualità della vita e dei servizi, perché il benessere dei minori dipende da quello degli adulti.
Il Garante Fabio Biasi ha apprezzato la reazione dei consiglieri che gli sono apparsi sulla sua stessa “lunghezza d’onda” rispetto ai problemi evidenziati. A suo avviso è necessario un patto di fiducia tra le pubbliche istituzioni e i cittadini i cui diritti fondamentali sono stati compressi in questi mesi fino al punto da impedire di vivere pienamente la loro esistenza. Questo patto di fiducia deve mettere al centro dell’attenzione i bisogni educativi dei bambini. Adeguando gli spazi scolastici, rivedendo i numeri di alunni nelle classi, utilizzo maggiormente gli ambienti all’aperto, la natura che in Trentino non manca e i parchi anche cittadini. Questo patto per Biasi deve servire a dar voce a tutti quelli coloro che si sono trovati in grave difficoltà con lo scoppio della pandemia. “Se il Consiglio provinciale si rendesse disponibile ad un dibattito ampio su questo argomento – ha concluso – il Trentino potrebbe uscire a testa alta da questa fase di emergenza”. Il Garante ha osservato che “girando per le città si vede ancora molta gente impaurita. Oggi occorre a suo avviso “buttare il cuore oltre l’ostacolo e prendere in mano la situazione perché la cosa più importante è che il mondo degli adulti non causi altre sofferenze ai bambini e ai ragazzi. La tutela dei minori va affrontata badando al benessere del mondo adulto: se i genitori stanno bene anche i bambini stanno bene. Occorre lavorare sulla qualità della vita, dei servizi e della cura rivolta ai minori. Quel che il bambino apprende nei primi anni di vita costituisce una mappa emotiva che porterà con sé per sempre. Si tratta quindi di investire di più in questa direzione”.

 

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L’assessora Segnana assicura: terrò conto di questi suggerimenti.

L’assessora Stefania Segnana ha ringraziato Biasi assicurando che terrà conto dei suggerimenti emersi oggi. Segnana ha aggiunto di aver tenuto in considerazione durante l’emergenza anche le problematiche dei minori. E ha ricordato di essersi sentita per questo con il Garante per discutere del centro residenziale per minori che, essendo una rsa, non consentiva i contatti dei ragazzi con i loro familiari. Per questo si è cercato di far capire ai ragazzi la ragione del distanziamento sociale e c’è stato anche un incontro con Biasi per gestire al meglio la difficile situazione. L’assessora ha evidenziato anche lo sforzo con cui si è affrontato il problema dei minori con disabilità all’interno delle famiglie dove c’era a volte anche genitori anziani. E ha segnalato che in alcuni casi la Pat ha dato il permesso a queste persone di uscire per fare delle passeggiate in modo da alleggerire la situazione quotidiana. Inoltre il Dipartimento servizi sociali ha affrontato e sostenuto per telefono le situazioni di maggiore solitudine delle persone. Insomma, la Pat ha tentato di andare incontro alle difficoltà anche se è vero che a pagare un prezzo molto altro a causa del distanziamento sociale forzato sono stati i bambini e i ragazzi. Segnana ha preannunciato infine la presentazione in programma domani con una conferenza stampa dei risultati del questionario somministrato dall’Agenzia della famiglia a 20.000 tra adulti, bambini e adolescenti su come hanno trascorso il periodo del lockdown. E un confronto con l’assessore Bisesti sulla gestione dei ragazzi Bes nella scuola. Il presidente Cia ha concluso esprimendo la volontà di occuparsi ancora di questo tema nei prossimi mesi.

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