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COMUNE DI TRENTO * FESTA DELLA REPUBBLICA * SINDACO ANDREATTA « LA RESPONSABILITÀ DI ESSERE CITTADINI E NON SUDDITI È IL LASCITO PIÙ GRANDE DEL 2 GIUGNO »

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16.06 - lunedì 1 giugno 2020

Domani il 74° Anniversario della fondazione della Repubblica italiana.

Ecco il programma delle celebrazioni della Festa della Repubblica in programma domani, martedì 2 giugno:

Piazza Duomo

ore 10.00
Cerimonia ufficiale per la ricorrenza del 74° anniversario della fondazione della Repubblica italiana.

La cerimonia viene organizzata nel rispetto delle condizioni di sicurezza necessarie per l’emergenza sanitaria Covid-19.

In allegato il discorso del Sindaco di Trento Alessandro Andreatta.

 

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Cari concittadine e concittadini di Trento, autorità,

Se andiamo con il pensiero al 2 giugno del 1946, all’Italia uscita in macerie dalla guerra, se ripensiamo a quei giorni di povertà estrema e di istituzioni tutte da ricostruire, non possiamo che meravigliarci per il cammino compiuto dal nostro Paese in poco più di settant’anni. Certo, non è stata una marcia trionfale: non sono mancate le ombre, le battute d’arresto, i momenti drammatici. Ma il bilancio è sicuramente positivo: la qualità della vita, il livello d’istruzione, l’attività economica, la sanità, tutto è migliorato da allora. E non solo per effetto del progresso generale dell’Europa, a cui l’Italia è fortunatamente ancorata, ma anche grazie alle energie, alle risorse che il Paese ha saputo trovare in se stesso.

Nell’emergenza, nella difficoltà estrema del momento, le donne e gli uomini migliori, emarginati e perseguitati durante il Ventennio fascista, sono usciti allo scoperto e si sono assunti la responsabilità di guidare l’Italia verso una democrazia matura e prospera. A ispirarli sono stati i valori della Resistenza che si sono tradotti in un patriottismo coraggioso e creativo, capace non solo di amministrare il presente, ma di immaginare il futuro, di pensare una società, un’economia, una cultura quali non s’erano mai viste prima nella storia italiana.

Oggi questa emergenza, che è sanitaria e insieme ambientale, sociale ed economica, ci impone un compito analogo di ricostruzione e di inventiva. È un compito che spetta sicuramente alla politica, che molto spesso in questi anni ha agitato, messo in scena ed enfatizzato i problemi, senza però avere la capacità di trovare soluzioni e di individuare una strada da percorrere. Ma il compito di fare scelte che garantiscano un futuro ai nostri figli spetta anche agli imprenditori, agli operai, agli impiegati pubblici, agli insegnanti, ai professionisti, a tutti i cittadini, chiamati a ritrovare nella quotidianità le ragioni di un nuovo civismo, di un nuovo impegno per il bene comune.

“Se vogliamo che le cose migliorino dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è fra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti”, ha osservato qualche anno fa Vittorio Foa, che fu tra i padri fondatori della Repubblica italiana. Foa, che aveva visto l’Italia sull’orlo dell’abisso alla fine della seconda guerra mondiale, sapeva che alcune epoche storiche richiedono uno sforzo corale: non basta che ognuno badi a se stesso, serve che ognuno si prodighi per migliorare il destino di tutti.

Credo che questo sia proprio uno di quei momenti. Occorre scegliere il mondo in cui vogliamo abitare e lavorare insieme per costruirlo, cercando convergenze e mediazioni, limitando i personalismi e le contrapposizioni ideologiche, esattamente come fecero i Costituenti oltre 70 anni fa. Occorre affermare che oggi il riconoscimento di un’identità comune e di un interesse nazionale non è un valore retorico, è una scelta strategica da cui dipende il nostro futuro.

Qualche tempo fa, il presidente Sergio Mattarella ha definito la nascita della Repubblica “un cambiamento epocale”, ricordandoci nel contempo che “il passaggio da sudditi a cittadini – che è il contenuto moralmente e socialmente più forte di quella scelta – non è avvenuto una volta per tutte, e va continuamente inverato nelle condizioni nuove che il tempo ci offre. E’ questa – ha ricordato il presidente – la responsabilità che le generazioni si trasmettono l’un l’altra”.

La responsabilità di essere cittadini e non sudditi è il lascito più grande del 2 giugno. Mi auguro che noi tutti, qualunque sia il nostro ruolo, ne siamo degni eredi.

Buona Festa della Repubblica a tutti voi

 

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