A settembre il debito delle Amministrazioni pubbliche è aumentato di 4,7 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.331,3 miliardi. Il fabbisogno, pari a 20 miliardi, è stato solo in parte compensato dalla riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro (15,4 miliardi, a 49,6); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione dei tassi di cambio hanno complessivamente incrementato il debito di 0,1 miliardi.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 4,8 miliardi e quello degli Enti di previdenza è diminuito di 0,1 miliardi. Il debito delle Amministrazioni locali è rimasto pressoché invariato.
A settembre le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 28,1 miliardi, sostanzialmente in linea con il dato dello stesso mese del 2017. Nei primi nove mesi del 2018 le entrate tributarie sono state pari a 308,3 miliardi, in aumento dello 0,5 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; al netto di alcune disomogeneità contabili si può stimare che la dinamica delle entrate tributarie sia stata più favorevole.
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