Un titolo intrigante per quattro artisti roveretani da anni impegnati, ciascuno individualmente, in un originale percorso artistico-creativo intrapreso, nonostante gli impegni lavorativi e familiari, con passione e impegno fin dalla giovane età. Una trentina di opere per indagare con diversa sensibilità e varie tecniche pittoriche, perlopiù tecnica mista, il tema dell’esposizione. Dualità viene infatti declinata dai quattro pittori come presenza di elementi sintonici o distonici in uno stesso contesto o in un medesimo artista o, ancora, come originale e variegata proposta di visione e rappresentazione di un unico paesaggio naturalistico o urbano.
Michele Lorenzini fin da giovane interessato alle arti visuali e, in specifico alla pittura e alla fotografia, da sempre affascinato dalla natura e dal territorio trentino, propone con le sue opere, più volte premiate al prestigioso Premio Segantini di Arco e realizzate con la tecnica mista dell’acquerello e china, visioni legate agli elementi naturali, spesso tra loro contrapposti, nelle quali il segno pittorico, potente e nervoso, scandisce il ritmo del dipinto.
Sonia Stanzione, la più giovane del gruppo di artisti, con freschezza creativa e timbri cromatici delicati e pacati modulati da un sapiente uso della tecnica mista, alterna o propone nello stesso dipinto l’elemento figurativo e scorci di architetture al limite dell’astrazione. Si compongono così poetiche visioni urbane o intime narrazioni in cui il sogno e il ricordo delineano un mondo fortemente ispirato ad una visione fantastica e magica della realtà.
Nunzio Tardivo, da sempre affascinato dalle arti figurative e ispirato dalla natura del Monte Baldo, piccolo paradiso in cui ha la fortuna di essersi formato e in cui tuttora vive e dipinge, ha affinato nel tempo il suo naturale talento con un lungo percorso di ricerca e sperimentazione raccogliendo sempre positivi giudizi da parte del pubblico e della critica. Originale, acuto e ironico nonché dotato di eccellente manualità e padronanza tecnica, Tardivo propone, talvolta anche con soluzioni del tutto anticonvenzionali e una tavolozza tutta giocata sui toni di una terra aspra ma generosa, composizioni o visioni naturalistiche di particolare impatto emotivo in cui la visione d’insieme si contrappone o completa con il dettaglio che diviene protagonista indiscusso del dipinto.
Paola Zaltron, vincitrice del 1° Premio Segantini di Arco nel 2021, riconoscimento che si è aggiunto ai numerosi conquistati dall’artista roveretana in molti anni di attività pittorica, da sempre è ispirata dalla Natura e dalla figura umana. Soggetti che la Zaltron, dotata di un segno pittorico potente ed esuberante di cui colore e luce sono gli strumenti identificativi, trasfigura in composizioni plastiche e pulsanti al limite dell’astrazione che stimolano nell’osservatore, di volta in volta, profonde e vibranti percezioni emotive o, al contrario, quell’impalpabile senso di serenità, armonia e mistero che solo il contatto con la Madre Terra può suggerire all’uomo contemporaneo.