Inaudito il velo di silenzio sceso in Trentino sul gravissimo caso della piccola Sofia, morta di malaria a parere di due istituti diversi, causa il probabile contagio nelle corsie dell’ospedale Santa Chiara di Trento.
Se quanto analizzato dall’ospedale di Negrar e dall’istituto Superiore di sanità , sarà confermato anche dalle indagini in corso da parte del procuratore Gallina, l’assessore Zeni ha il dovere di dimettersi in quanto responsabile istituzionale della sanità trentina messa a dura prova di credibilità, da questo caso allarmante che ha agghiacciato tutta l’Italia.
Specie perchè se contagio c’è stato ed è stato come sembra emergere ovunque, nelle corsie del Santa Chiara, nonostante i citati accrediti agli standard internazionali sulla carta diffusi dal presidente dell’azienda ospedaliera, i fatti sono altri e a Trento non si garantisce il diritto costituzionale alla salute.
Ha idea l’assessore Zeni di quanti trentini ci abbiano manifestato la preoccupazione di recarsi a fare visite o per ricoveri, in quell’ospedale senza evidenti garanzie sanitarie sulle quali l’assessore tace, nemmeno riferisce in consiglio provinciale come chiesto dall’amico Cia, confermando la pessima gestione dei tanti soldi dell’autonomia da parte dei vertici politici istituzionali che la governano?
In attesa di avere risposta alla mia immediata interrogazione in materia da parte del ministro della salute Lorenzin, mi chiedo cosa intenda fare l’assessore Zeni per rassicurare i cittadini trentini circa il diritto alla salute, diritto fondamentale delle persone e della collettività?
Fatto salvo la maggior parte del personale sanitario che di sicuro è eccellente , lui oggi se la sentirebbe di confermare ai trentini che non corrono più rischi frequentando le corsie del Santa Chiara ?
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Michaela Biancofiore
Parlamentare FI e coordinatore regionale del Trentino Alto Adige