(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Curioso non notare dai titoli della stampa locale che, con i tanti investimenti immobiliari che in passato l’Università di Trento fece favorendo i pochi e soliti, invece di disfarsi finalmente di qualche villa collinare da sempre in attesa di un destino oppure di dotarsi di un sistema di controllo e gestione dei costi che favorisca la trasparenza, l’Università di Trento, peraltro statale già da un po’, lamenti sui giornali le proprie (im) prevedibili difficoltà di bilancio.
Buffo poi rileggere gli antichi strateghi delle operazioni immobiliari seguite all’epico scontro, finito poi nelle aule dei Tribunale, tra il rettore Fabio Ferrari e Bruno Kessler sul “Mulino Vittoria”, offrire il proprio contributo fattivo al dibattito.
La meravigliosa sintonia tra mercato immobiliare, abili speculatori, ex assessori comunali, fabbisogni didattici e soldi della Provincia Autonoma di Trento sembra un ricordo dell’Era Egidi. Salvo che il lamento di oggi non sia proprio come l’altalenante entusiasmo con cui si accolse l’idea di un corso di Medicina da costruirsi con Verona .., solo il momento di un confronto dialettico cui rispondere da piazza Dante con uno spacchettamento delle Deleghe tra Scuola ed Università nella prossima consigliatura.
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Roberto Dal Rì
Commissario straordinario dell’Udc Trentino Alto Adige Suedtirol
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