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INTERVISTA A SERGIO PAOLI * LIBRO ” L’ORA DEL BACO: « COME SIAMO SOPRAVVISSUTI ANCHE – E SOPRATTUTTO – SENZA I SOCIAL »

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23.07 - giovedì 14 marzo 2024

Intervista a Sergio Paoli.

Così, Sergio Paoli, ci ha descritto il suo ultimo lavoro: L’Ora del Baco
Se dovessi descrivere il mio ultimo libro in pochissime parole userei quelle dell’incubatrice dove il romanzo ha trascorso le primissime fasi della sua vita: Sembra quasi un romanzo. Come siamo sopravvissuti anche – e soprattutto – senza i social.

 

Stando alla descrizione, ci aspettiamo una storia ambientata negli anni settanta, quando voi boomer eravate ragazzini.
In realtà, sebbene il libro parli quasi esclusivamente di questo, la storia si svolge in quella che viene definita una realtà distopica.

 

È possibile approfondire questo aspetto?
Il romanzo è ambientato in Trentino e in un futuro non molto lontano, dove l’umanità ha trovato il modo di liberarsi da ogni impegno e seccatura, delegando ogni attività non ludica all’intelligenza artificiale. Demiurga, questo il nome dell’I.A., ha però in programma una sorta di “cambio di stato”, che le permetterà di svincolarsi dalla volontà umana e di operare autonomamente, dominando, di fatto, tutta la popolazione.

 

E i boomer quando arrivano?
Quasi subito. A poche ore dal passo definitivo, Demiurga si trova a dover fare i conti con un gruppo di trentaquattro boomer trentini inconsciamente sfuggiti al sistema a causa delle loro abitudini “da boomer”, tanto da risultare sconosciuti alla rete e quindi incontrollabili. Ormai localizzati e col destino segnato, questi ribelli sono però costretti a giocarsi tutto in un’originale ed estrema sfida: forniranno i dati della loro gioventù, necessari all’intelligenza artificiale per concretizzare il suo piano, attraverso una serie di racconti trasmessi in diretta radiofonica mondiale, ed è a questo punto che iniziano le storie di cui parlavamo. I boomer sono convinti che facendo sentire a tutti i mona quei racconti, riusciranno a portarli dalla loro parte e ad abbandonare il piano di Demiurga.

 

Atteggiamento che suona un po’ audace, specialmente nel nord-est italiano…
Mona non è una parolaccia, ma un nomignolo affibbiato da Demiurga ai suoi seguaci. Nel libro si scoprirà il perché.

 

Da quale tipo di incubatrice proviene il romanzo?
Al pari dei due precedenti libri, anche questo nasce dal mio Blog “Il Trentaquattresimo Trentino”  (www.paolisergio.com) all’interno del quale c’è una sezione intitolata “Sembra quasi un romanzo. Come siamo sopravvissuti anche – e soprattutto – senza i social”. Là dentro, con lo pseudonimo Trentaquattresimo Trentino, ho iniziato a scrivere di quando, negli anni settanta-ottanta eravamo bambini e poi ragazzi, riportando a galla qualche ricordo, cercando di far sorridere, e a volte ridere. Ho raccontato del nostro asilo, della scuola elementare, delle partite di calcio in strada, delle vacanze a Jesolo, evitando facili quanto inutili riferimenti al “come stavamo meglio” o “quanto eravamo migliori”. Ho capito che l’argomento piaceva quando i lettori, anche di luoghi diversi e lontani dal Trentino, si identificavano nelle storie e commentavano gli aneddoti raccontandomi i loro, soprattutto sulla pagina Facebook “Trentaquattresimo”. A questo punto ho deciso di raccogliere tutto il materiale pubblicato e di arricchirlo con nuove storie, dando al tutto un ordine cronologico e soprattutto una trama.

 

Quindi il protagonista, il Trentaquattresimo Trentino, chi è? 
Sono io, lo confesso. Il Trentaquattresimo Trentino è una sorta di moderno Sherazade, condannato a raccontare storie all’intelligenza artificiale, per guadagnare la libertà, sua e dei suoi amici e di conseguenza di tutta l’umanità.

 

Qualche anticipazione?
La trasmissione radiofonica parte proprio dalla nascita, negli ospedali allora dominati dalla presenza delle Suore, per poi passare al paesello dove inizia la vita vera e propria dei nostri eroi. Senza entrare nei dettagli, affronteremo l’inserimento all’asilo, pratica sbrigata con un bacio e una spinta, quindi, assaggiando la colla in barattolo e giocando su una panchina di cemento conosceremo le scuole elementari, dove si usava alzarsi in piedi e salutare la signora maestra. Impareremo a usare l’asticciola da intingere nel calamaio e giocheremo a guardie e ladri. Alla sera Carosello e a nanna. Festeggeremo i quattordici anni assistendo finalmente a un film “sexy all’italiana” ed elaborando i nostri motorini. Sogneremo sulle copertine delle cassette di Fausto Papetti, diventeremo campioni di flipper e di biliardo e ci prenderemo a mazzate al tornei di calcio in notturna dei bar. E ancora le bevute di spuma, le infruttuose sortite al Paradisi Star, allora la più grande discoteca del Triveneto, la musica, le audiocassette, i bacàni del paese, il pattinaggio, il calcio Balilla e ovviamente le discese con gli slittini a Baco.

 

E qui arriviamo al titolo del libro. Perché “L’Ora del Baco”?
Innanzitutto occorre sapere che il “Baco” era una scriteriata e velatamente criminale modalità di discesa con gli slittini che mettevamo in atto da ragazzi. Ci si agganciava gli uni agli altri a pancia in giù, formando una lunga catena e in quel modo si scendeva lungo la pista, che nel nostro caso era la strada che attraversava il paese. Una volta avviato, il Baco non poteva fermarsi e il destino di tutti i componenti sarebbe stato comune. Ecco, l’Ora del Baco è proprio quel momento, immediatamente prima di partire, nel quale realizzi che non puoi più tornare indietro, che l’esito di quello che stai facendo sarà comunque comune a quello dei tuoi compagni di viaggio, di avventura, di vita. Nel libro si trova espressamente citato proprio nel ricordo di quelle folli discese e nel finale, quando i trentaquattro trentini realizzano che la sfida con l’intelligenza artificiale è arrivata alla resa dei conti e che l’esito dovrà essere comunque accettato e condiviso. Ma forse tutta la nostra gioventù è stata un’ora del baco. Eravamo molto uniti, molto connessi anche senza avere gli smartphone.

 

L’intelligenza artificiale, Demiurga, come interagisce nella trasmissione?
Si limita a far partire le musiche di sottofondo, rigorosamente d’epoca, quindi James Brown, la PFM, Lucio Dalla, George Benson, Beatles, Rolling Stones, Buggles, ma per accordi presi non può interferire nella narrazione anche se ogni tanto si fa sentire. Una curiosità, i pochi testi di Demiurga sono stati “allineati” proprio dall’I.A..

 

La prefazione è di un professionista della scrittura comica e ironica, Lucio Gardin. Tra le altre cose, scrive questo: “ (L’ora del baco è… ndr) un’esplorazione continua e divertentissima che vi riporterà a momenti ed abitudini del passato, quando la stupidità naturale non aveva ancora generato l’intelligenza artificiale. Più che un libro, L’ora del Baco è un saggio che, con raffinata ironia, riconduce il lettore a quel periodo di cui i boomer sono gli ultimi testimoni (da preservare).”

Non conoscevo personalmente Lucio ma ho sempre ammirato la sua esuberante attività artistica come attore, autore e regista. Ho ammirato gli spassosissimi personaggi radiofonici di Sei Uno Zero con Lillo e Greg, la sua partecipazione a moltissimi programmi televisivi tra i quali Matrix Chiambretti, Casa Vianello, Scherzi a parte, oltre alle produzioni locali, la rubrica su L’Adige, il Megabàit… ci vorrebbero pagine e pagine solo per elencare la sua vulcanica creatività. Siccome molte sue opere sono ispirate proprio da quegli anni 70-80, ho pensato che poteva essere la persona giusta per giudicare quello che stavo scrivendo, quindi gli ho inviato una copia del manoscritto. La sua reazione è stata molto lusinghiera e la sua disponibilità a scrivermi addirittura una prefazione del libro mi ha piacevolmente colpito. Lo voglio inserire, per meriti conquistati sul campo, nel gruppo dei trentaquattro boomer della mia storia.

 

Alla fine, i racconti raggiungono l’esito sperato? I Trentaquattro trentini convincono chi li segue?

Questo non lo posso ovviamente anticipare. Ti dico solo che il finale sarà a sorpresa e si concluderà con un quiz finale, destinato agli appassionati di enigmistica.

 

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IL LIBRO
È edito da Rossini, del gruppo Santelli, 134 pagine € 12,99, isbn 9791259694539, distribuito da Messaggerie e disponibile in tutte le librerie, dal 10 maggio, e su tutte le piattaforme di e- commerce.

 

PROFILO AUTORE
Sergio Paoli è nato a Trento nel 1964, è sposato e padre di tre figli. Dopo aver lavorato per 35 anni nella Polizia di Stato, ora è in pensione e vive a Levico Terme (TN). Ha collaborato con il mensile satirico “Così e Cosà”, pubblicando diversi racconti, e per anni è stato autore di una rubrica di riflessione e costume su un notiziario sindacale. Ha scritto i testi di alcuni fumetti e ha ottenuto riconoscimenti in occasione di concorsi letterari, tra i quali il secondo posto in “Narratori in divisa” con giuria presieduta da Carlo Lucarelli

 

 

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