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INTERVISTA A GIORGIO BAGOZZI (CAMPOBASE) * AUTONOMIA TRENTINO: « FOCUS SU SALUTE – RILANCIO VALLI – ASSOCIAZIONISMO – CULTURA – GRANDI CARNIVORI »

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07.51 - mercoledì 11 ottobre 2023

A cura di Redazione Opinione

 

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Giorgio Bagozzi, lei ha scelto di candidare, dopo una lunga carriera; vuole presentarsi agli lettori?
Sono nato a Trento nel 1959 e risiedo nel capoluogo da 40 anni: sempre in città ho lavorato per 30 anni. Dopo aver assolto il servizio militare negli Alpini, aver insegnato musica alle Scuole Medie per un anno, aver lavorato presso il Comprensorio delle Giudicarie, aver svolto altri piccoli lavoretti come si usava a quel tempo (negli alberghi in stagione ma, ci tengo a dirlo, a 16 anni il mio primo lavoro è stato lo spazzacamino), sono approdato alla Bnl di Trento.

Dopo pochi anni ho superato i corsi di ammissione alla prestigiosa scuola di addestramento della Bnl a Roma e ho intrapreso la carriera girando a lungo per l’Italia da Udine a Prato, da Lucca a Piacenza, da Treviso a Roma per poi arrivare a Brescia, assunto dalla Btb. Da lì poi trasferito a Borgo Valsugana come Direttore, poi Vice CapoArea Trentino e quindi Capoarea Trentino-Lombardia-Veneto (circa 30 Filiali con quasi 300 dipendenti). Sono stato poi chiamato alla Cassa Centrale come Responsabile Area Crediti e poi Vice Direttore Generale Vicario e quindi, dal 2014 al 2022 come Direttore Generale della Cassa Rurale di Trento.

 

Un lungo ed articolato percorso: cosa le ha insegnato?
Tantissimo. Prima di tutto sulle persone, sulla necessità di essere sempre coerenti e leali a costo anche di una (momentanea) impopolarità che, alla lunga viene ampiamente ripagata; poi sulla necessità di lavorare in squadra: oggi il “solista” è condannato all’insuccesso. Infine ho avuto l’opportunità di conoscere molto a fondo l’economia trentina, le sue imprese, le esigenze delle famiglie, i suoi punti di forza e di fragilità. Ho raccolto una enormità di esperienze che ora spero di rimettere a disposizione della mia terra.

 

Ma lei ha anche trovato il tempo per dedicarsi ad altro….
Immagino si riferisca al mondo delle Associazioni: sono membro attivo dell’Ana da quando ho terminato il servizio militare, della Pro Loco e delle altre Associazioni del mio amato paese di origine, Castel Condino in Val del Chiese, dove ho trascorso i primi anni della mia vita. Ma, soprattutto, il mio amore per la musica in tutte le sue forme: bandistica (suono da oltre 52 anni e sono stato Maestro per più di 10) e corale (sono organista da quando avevo 13 anni). Da quando sono in pensione sono stato anche avvicinato dalla Fanfara Ana di Pieve di Bono con la quale collaboro e suono (ho armonizzato o composto circa 25 suonate, appositamente per la Fanfara). Infine ho arrangiato o composto circa 100 brani di vario genere per banda, fanfara o coro: il principale è la “Missa Clisiensis”, messa per quattro voci e cinque ottoni, che, eseguita da coristi provenienti dai vari cori della Valle del Chiese è state eseguita tre volte, delle quali l’ultima lo scorso 8 ottobre nella splendida cornice della Cattedrale di Asola (Mn). Un passione iniziata quando avevo quattro anni e che non si è per nulla sopita.

 

Torniamo al suo impegno nelle prossime elezioni. Perché ha accettato di candidarsi?
Devo premettere che mi sono sempre occupato della politica solo come semplice cittadino che dovrebbe essere interessato al proprio futuro ed a quello dei suoi figli. Per ovvie ragioni, legate al mio ruolo lavorativo, non ho mai esternato il mio pensiero ed orientamento politico. Mi sembrava corretto, così ho fatto e così ho continuato a fare anche dopo il mio collocamento in pensione.
Del tutto inaspettatamente, nel giugno scorso ben tre partiti mi hanno ”avvicinato” seppure in modi diversi, ma ho declinato l’invito… Finché non sono stato coinvolto da Campobase, partito giovane, innovativo, che mi incuriosiva. Ho redatto un “mio” programma, lo ho confrontato con quello di Campobase e li ho trovati molto vicini, direi molto simili. Ho poi conosciuto alcuni candidàti che ho molto apprezzato e quindi…ho detto si, accettando di impegnarmi in prima persona, per tentare di cambiare una situazione che sta portando il Trentino al collasso.

 

Come mai ne è convinto?
Beh, spero di non esserne convinto solo io, ma la gran parte dei trentini. Non servono tanti ragionamenti sofisticati, basta rispondere ad elementari domande. La Giunta Pat uscente è a dir poco “imbarazzante”: lo dicono in molti, in moltissimi ambienti diversi. Va quindi detto, e lo dico. Proviamo infatti a rispondere insieme a questo domande: rispetto al grande balzo in avanti fatto dal Trentino negli ultimi decenni e, soprattutto, rispetto a come eravamo cinque anni fa: l’economia va meglio o peggio?

 

Il mondo del lavoro, a suo avviso, va meglio o peggio?
La sanità -che era un fiore all’occhiello della nostra Provincia- è oggi più efficiente o è diventata un carrozzone nonostante l’incredibile passione del personale che resiste ad una situazione insostenibile? È o non è una impresa farsi visitare o prenotare una visita? I giovani quale futuro possono vedere davanti  a sé, a parte feste e festicciole che danno l’illusione della allegria, mentre altro non sono che momenti di svago che svaniscono alle prime luci dell’alba? È mai possibile trovare i soldi per finanziare concerti (il biglietto per un concerto non è un bene primario!), ma che non si trovino quelli per trattenere giovani nelle imprese ed i medici o gli infermieri nella sanità. Devo continuare?

 

Lei disegna un quadro negativo: è pessimista?
Un quadro negativo? No, direi reale, sotto gli occhi di tutti e tutti dovrebbero preoccuparsene ed occuparsene, senza voltarsi dall’altra parte o non andare a votare. Abbiamo il dovere di impegnarci per cambiare. Sono pessimista? No, assolutamente, ma dobbiamo cambiare registro e farlo in fretta. Il mondo non ci aspetta e noi abbiamo il dovere di lavorare con serietà, competenza e passione per rilanciare il Trentino, facendo leva sulle potenzialità che è ancora in grado di esprimere. Ma non possiamo lasciare le cose in mano a questa maggioranza per altri cinque anni. Dobbiamo cambiare ed essere capaci di capire ciò che sta succedendo sotto ai nostri occhi (a volte troppo distratti) e, insieme, dimostrare concretamente la volontà di ripartire… e farlo con slancio ed ottimismo.

 

Immagino quindi che ci sarà un programma, degli obiettivi, degli orientamenti politici.
E ci mancherebbe! Altrimenti che cosa stiamo qui a fare? Non si può prendere in giro la gente creando nuovi problemi e/o cercando sempre nuovi nemici. Si deve solo lavorare alle soluzioni con una visione di lungo periodo. Il nome stesso del nostro partito è un programma: Campobase. È il luogo, sicuro ed attrezzato, da dove si parte per raggiungere la vetta, l’obiettivo. Ma, allo stesso tempo, esso rappresenta il lavoro di chi si è impegnato nel tempo per arrivare in quota e prepararlo per chi andrà in vetta. Quindi un grande futuro che poggia su una nobile storia.
Per quanto riguarda il programma, esso è visibile a tutti sul mio “stato” sui vari social (Whatsapp, Facebook, Instagram) ma anche sul mio sito www.giorgiobagozzi.it.
Tale programma lo si può trovare in forma schematica (per chi ha poco tempo o preferisce la sintesi) oppure in forma più approfondita e dettagliata.

 

Il suo piano politico per il Trentino?
Lo ho chiaro in mente: si tratta della risposta, di breve, medio e lungo termine alle necessità più importanti e vitali per il futuro della nostra terra. Per ogni tema, fedele al mio temperamento concreto e pragmatico, non solo rilevo il problema, ma fornisco la soluzione e dichiaro come arrivarci in concreto. Questo per me è un impegno. In estrema sintesi. Concepisco una Provincia autonoma di Trento motore e de- moltiplicatore di investimenti per creazione di posti di lavoro e reale ricchezza sul territorio ed occupazione. Solo da una reale ricchezza creata discendono possibilità di investimenti in altri settori pur importanti. E aggiungo: l’alleggerimento delle rate dei mutui ed il sostegno allo sviluppo della creazione e commercializzazione dei prodotti trentini. Infine è strategico rafforzare e valorizzazione il territorio delle periferie, ma senza scadere in populismo e sprechi.

 

Quali sono pertanto glì àmbiti strategici per i quali l’Assemblea legislativa che verrà potrà intervenire?

SALUTE
È fondamentale la riorganizzazione del settore, per raggiungere l’efficientamento della sanità. Il ripensamento degli ospedali con potenziamento dell’ospedale provinciale con la valorizzazione specialistica per la qualità degli ospedali di Valle (oltre, ovviamente, alle cure di prima necessità). Ultimo, ma non ultimo, porre attenzione totale alla dignità del malato (intesa come cura) e del cittadino (penso alle prenotazioni, ma anche alle visite anche in loco).

RILANCIO TERRITORI E VALLI
I provvedimenti da adottare sono molteplici e talvolta anche di minimo impatto. Mi limito ad esplicitare una filosofia ispiratrice: Le Valli ed i paesi anche più piccoli stanno morendo. La Pat deve capire che per esserci un “centro” c’è necessità di una periferia attiva e vivace. Altrimenti il territorio muore ed il Trentino sarà una landa desolata con alcuni Borghi a loro volta destinati ad una lento decadimento.

ASSOCIAZIONISMO
È necessario evidenziare il grande valore del Trentino, da sempre. Mi limito a dire che vanno prima conosciute e poi sostenute. La Provincia ha troppo spesso dimostrato- con sprechi enormi di denaro – di dare ciò che non serve, talvolta anche ciò che esse chiedono (tanto per chiedere) senza una vera strategia e visione. Vanno infine aiutate ad alleggerire l’enorme carico amministrativo che le sommerge.

CULTURA
Bisogna pensare ad un sostegno concreto (e non con spiccioli) alla formazione a qualsiasi livello (volontariato, superiore, professionale, universitario, master) anche all’estero e contestuale legame con i giovani per farli rientrare creando un tessuto socio/economico adeguato a ri-accoglierli. Poi è fondamentale investire in professionalità ed attrazione di professionisti. Trento, pur periferica come città, dimostra ad esempio con l’Università, e con Fbk (Fondazione Edmund Mach) che se si dispone di strutture di avanguardia arrivano anche i “cervelli” e le professionalità di livello.

GRANDI CARNIVORI
Abbiamo la soluzione in casa, già sperimentata, efficace e presa ad esempio da altri territori. L’orso è magari utile per sviare “comodamente” l’attenzione della gente rispetto ad altri problemi? Se non riusciamo a risolvere questo problema, senza ricorrere agli slogan ed utilizzando con intelligenza la nostra tradizionale capacità di gestire il territorio e l’ambiente, forse è meglio restituire una Autonomia così duramente conquistata e difesa da uomini di ben altra levatura politica e di ben altro spessore etico (è una provocazione, sia chiaro, ma che senso ha essere autonomi se -con intelligenza e tenacia- non la pretendiamo ed usiamo quando ci serve?).

 

Infine vorrei far approvare immediatamente due provvedimenti concreti e di estrema urgenza, che la Provincia autonoma di Trento può realizzare in pochi mesi: L’immediata riduzione delle rate dei mutui variabili (molte famiglie sono al limite) e l’alleggerimento del costo del carrello della spesa, con un accordo virtuoso tra trentini. Sembrano sogni? Ho già detto che non è il mio stile. E posso anche affermare che è già stato fatto, anche con il mio modesto contributo professionale.

Sarebbe però troppo lungo e tecnicamente complesso spiegarlo qui. Per chi è interessato, può trovare idee, soluzioni e modi concreti per metterle in pratica sul sito che ho indicato sopra.

 

Per chiudere, Bagozzi, un messaggio al suo elettore ipotetico…
La mia è una vita spesa finora per il Trentino, la mia terra, sia dal punto di vista professionale che personale. Ho sempre agito con lealtà verso le persone; ho sempre operato tenendo saldamente i piedi per terra, ma con la testa rivolta verso l’alto. Chiedo a tutti di aiutarmi per continuare a farlo.

 

 

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