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PRESIDENTE CIRCOSCRIZIONE TRENTO CENTRO STORICO-PIEDICASTELLO E “RETE CITTADINI” * BYPASS FERROVIARIO: « AD APSS TRENTINO CHIEDIAMO L’ACCESSO ATTI » (PDF ORIGINALE)

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08.44 - venerdì 14 aprile 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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CIRCONVALLAZIONE FERROVIARIA DI TRENTO

IL PRESIDENTE DELLA CIRCOSCRIZIONE TRENTO CENTRO STORICO-PIEDICASTELLO E LA RETE DEI CITTADINI CHIEDONO L’ACCESSO AGLI ATTI ALL’APSS – “LA PREVENZIONE HA UN RUOLO CENTRALE NELLA TUTELA DELLA SALUTE PUBBLICA: LO DICE LA PROVINCIA, NON NOI”

Trasparenza per la prevenzione! Alcuni cittadini residenti nelle zone coinvolte dal passaggio del bypass ferroviario, il presidente della Circoscrizione Trento Centro-Piedicastello e la Rete dei Cittadini hanno inviato una lettera all’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari (APSS) per chiedere l’accesso agli atti.

Il documento è indirizzato al direttore generale, Antonio Ferro, al responsabile dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico, Adriano Passerini e, per conoscenza, a Maria Grazia Zuccali, a Francesco Pizzo e a Dario Uber, responsabili, rispettivamente, delle unità di Prevenzione, di Igiene e Sanità Pubblica e di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro.

Sulla base delle competenze istituzionali dell’Azienda Provinciale, con la lettera vengono sollecitate sia la divulgazione del piano di valutazione e gestione dei rischi per i cittadini e i lavoratori, sia l’accesso a “ogni documento rilevante in possesso di APSS per la valutazione del rischio sanitario potenzialmente derivante dalle lavorazioni previste dal cantiere”.

Nel dibattito sulla circonvallazione ferroviaria è stata finora chiamata in causa solo l’Agenzia Provinciale per l’Ambiente (APPA), le cui responsabilità non riguardano la tutela della salute che spetta invece ad APSS. Dato l’imminente inizio delle lavorazioni, l’intervento di APSS si rende ora assolutamente necessario in chiave preventiva.

Il rischio per salute che può derivare dalle lavorazioni è stato confermato dagli stessi enti che hanno approvato il progetto con numerose prescrizioni e che oggi spingono per la sua rapida realizzazione, a cominciare dal Comune di Trento e dalla Provincia di Trento. L’amministrazione municipale, ad esempio, ha sollecitato scavi in “atmosfera confinata, sia per la sicurezza dei lavoratori che dei cittadini” per evitare una possibile contaminazione dell’aria. La Provincia, invece, ha suggerito il ricorso a “adeguati sistemi di intervento” per “limitare/impedire la diffusione di contaminanti in falda verso l’esterno delle aree inquinate”.

Le autorità pubbliche hanno previsto nel complesso oltre 200 prescrizioni per la realizzazione dell’opera. Il problema consiste nella particolarità dell’opera che è unica per la combinazione di diversi fattori di rischio: le dimensioni del cantiere, il coinvolgimento di un’area densamente popolata, l’attraversamento di aree comprese tra zone inquinate e le procedure di approvazione sommarie che, ad esempio, hanno sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale solo il progetto di fattibilità tecnico economica anziché quello esecutivo, come dovrebbe avvenire di solito. Trento, con i suoi oltre centomila abitanti, è destinata a diventare un laboratorio di sperimentazione.

“È a rischio il principio di precauzione – osserva Martina Margoni, portavoce della Rete dei Cittadini – perché gli enti pubblici si sono assunti responsabilità formali, espresse attraverso prescrizioni oltremodo complesse. Gli esecutori dell’opera, inoltre, si sono impegnati a osservarle in tempi ridotti e con un budget invariato rispetto a quello iniziale. Per questo vogliamo sapere cosa abbia fatto e cosa intenda fare APSS, le cui attività sono disciplinate da una legge per la ‘tutela della salute’ che attribuisce alla funzione di prevenzione un ruolo determinante”.

 

 

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