In Borsa, si chiamano ribassisti. Sono coloro che scommettono sulla perdita di valore di un titolo. I ribassisti esistono anche in politica. Sono coloro che scommettono sul fallimento dei progetti degli altri, sperando di ricavarne consenso, anche quando quel fallimento si tradurrebbe in un danno per tutti i propri concittadini. Un esempio di questo approccio alla politica lo ha recentemente e nuovamente dato, sulle pagine di questo giornale, il consigliere del Pd Giorgio Tonini, intervenuto su un argomento che è parso non interessargli nei molti anni in cui è stato un esponente di spicco della maggioranza di centrosinistra, ma che pare divenuta la sua ossessione da quando si è trovato ad essere un esponente, sempre di spicco, ma della minoranza. Mi riferisco al rinnovo della concessione di Autostrada del Brennero. Dei pochissimi atti politici da lui presentati come primo firmatario in Consiglio regionale dal 2018 ad oggi, l’unico emendamento e l’unica interrogazione trattano di Autostrada del Brennero.
Come l’ex senatore non manca di ricordare, la concessione è scaduta nel 2014. Della necessità del suo rinnovo, per il bene dei territori attraversati e dell’Autonomia, si parla da sempre. Lo sa bene Tonini che dal 2001 al 2018 è stato ininterrottamente senatore del centrosinistra, facendosi eleggere in Trentino quando possibile, in Toscana o nelle Marche quando il clima trentino appariva più incerto. Un “pezzo grosso”, dunque, con entrature di livello nazionale, dal 2015 al 2018 niente meno che Presidente della Commissione Bilancio del Senato. In tutto questo tempo, a dispetto della costanza della propria carriera politica, del ruolo rivestito e dei governi amici, non si è avuta notizia di interventi decisivi dell’ex senatore su una partita così importante per il Trentino Alto Adige come quella della concessione di A22. Tant’è che nel 2018, quando la maggioranza in Provincia di Trento è cambiata, la concessione di A22 continuava ad essere scaduta, ormai da quattro anni. Tonini lo sa bene, ma non perde tempo nel ricordare tutto quello che (non) è stato fatto nei suoi quasi vent’anni da parlamentare ed il risultato conseguito: un pugno di mosche. Preferisce tifare per il fallimento della finanza di progetto, ossia l’unica possibilità di addivenire in tempi rapidi ad una nuova concessione di A22 in capo ai territori, dimostrando di essere rimasto legato a logiche romane che con l’Autonomia non hanno nulla a che spartire: meglio che il Trentino Alto Adige perda la concessione piuttosto che il mio avversario abbia successo laddove io ho fallito.
In ogni caso, l’ex senatore può stare tranquillo: la sua ipotesi di cessione di partecipazioni pubbliche di Autostrada del Brennero Spa a privati tale da modificare l’attuale e storico assetto della società di via Berlino non ha semplicemente alcun fondamento, né è stata mai presa in considerazione. Tornando alle amnesie selettive dell’ex senatore, Tonini evidentemente non ricorda nemmeno che il ricorso al Tar del Lazio in materia di extraprofitti che cita fu promosso, a doverosa tutela della società, quando Presidente di Autobrennero era Luigi Olivieri, che pure con Tonini ha una frequentazione politica pressoché quotidiana. L’ex senatore dimentica anche di ricordare che l’attuale immediata richiesta in materia di extraprofitti è già scesa dai teorici 440 milioni del 2018 a 70 milioni, grazie ad un emendamento presentato non da parlamentari del centrosinistra, o che la vicenda del “fondo ferrovia” risale addirittura al 1998 e che, se come tutti speriamo la concessione sarà finalmente rinnovata, quegli 800 milioni finanzieranno come previsto il potenziamento della ferrovia del Brennero.
Tifare contro la propria terra, contro i propri concittadini non è né di destra, né di sinistra, è sbagliato. Sperare che un piano da 7,2 miliardi destinato a ridisegnare la mobilità lungo l’asse del Brennero fallisca – nonostante l’impegno manifestato dall’attuale governo come dal precedente e nonostante il genuino impegno a Roma come in Trentino Alto Adige anche di esponenti del centrosinistra – è semplicemente “tafazziano”.
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Roberto Paccher
Consiglio Provincia autonoma Trento (Gruppo Lega)