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CONFESERCENTI – TRENTINO * COVID-19: « PETERLANA, « PUBBLICI ESERCIZI E MERCATI NON ALIMENTARI CHIUSI E A ZERO FATTURATO, DEVONO INTERVENIRE ANCHE I COMUNI »

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13.28 - domenica 22 marzo 2020

“Non ci hanno sorpreso i dati della Camera di Commercio. L’impatto che l’emergenza sanitaria in atto e le misure restrittive adottate per contrastarla stanno producendo sulle attività economiche della provincia di Trento sono già sotto gli occhi di tutti e quell’85,7% di imprenditori che già da fine febbraio ha manifestato un impatto negativo sull’attività è una percentuale destinata a salire” .

Duro il commento di Massimiliano Peterlana, vicepresidente di Confesercenti del Trentino in merito ai dati resi noti dall’Ufficio Studi e Ricerche della Cciaa di Trento che mette in evidenza che la difficoltà a rispettare le scadenze fiscali è una delle preoccupazioni prevalenti per tutte le aziende, indipendentemente dalla loro dimensione.

Quindi? “Quindi servono misure urgenti e concrete da parte di Comuni, Provincia e Stato – prosegue Peterlana – ci sono tasse e imposte che ancora non sono state sospese e vengono richieste ma i pubblici esercizi e gli operatori del commercio ambulante sono chiusi e quindi inattivi in attuazione del decreto del Presidente del Consiglio DPCM del 11 Marzo 2020 .

“Allo stato attuale – spiega Peterlana – pubblici esercizi e operatori del commercio ambulante devono ancora pagare per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, di cui non possono usufruire. Una situazione inaccettabile, da risolvere urgentemente, con un provvedimento da parte dei Comuni che azzeri gli importi per mancata utilizzazione e rimandi le scadenze dei versamenti”.

“A livello locale e provinciale la situazione è stata già evidenziata da Confesercenti in sede di presentazione del Disegno di Legge 9 marzo 2020, n. 50 “Misure urgenti di sostegno per le famiglie, i lavoratori e i settori economici connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19 e altre disposizioni” e al presidente del Consorzio dei Comuni Trentini – dice il vicepresidente di Confesercenti del Trentino -. A livello nazionale ci siamo mossi con una lettera indirizzata al Presidente di ANCI, Antonio Decaro per chiedere un intervento sui Comuni”.

Il Governo ha infatti previsto, fino alla data del 25 marzo, la chiusura dei mercati, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari. Sono sospese, altresì, le attività dei servizi di ristorazione, fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie. “Tuttavia – prosegue Peterlana – non ci sono ancora notizie di provvedimenti che intervengano sul tema dei versamenti relativi all’occupazione del suolo pubblico da parte degli operatori delle categorie interessate, le cui attività sono state chiuse o sospese, senza considerare chi ha già pagato anticipatamente l’occupazione”.

Necessario, puntualizza Confesercenti, anche differire i versamenti. “Le scadenze per il pagamento della tassa (TOSAP) o del canone (COSAP) per l’occupazione di spazi ed aree pubblici devono essere prorogate a date successive alla fine dell’emergenza, con la possibilità di rateizzare come d’altronde il Governo sta prevedendo per il pagamento dei tributi erariali statali e di quanto dovuto per la contribuzione previdenziale ed assistenziale”.

Infine, è bene precisare che il decreto Cura Italia ha previsto le sospensioni delle tasse, il riconoscimento dell’affitto come credito d’imposta e alcuni interventi sul credito con tutte le riserve, ma non c’è nient’altro. Le bollette non sono sospese come non è stato previsto alcun indennizzo per le materie prime andate perse. Andrebbe pensato anche ad un annullamento delle tasse comunali sulle insegne, un annullamento della quota fissa e oneri di sistema nelle fatture per le utenze, oltre al blocco pagamento delle stesse. È auspicabile anche un intervento, oltre che sugli interessi anche sui fidi da parte degli istituti di credito. Blocco e non spostamento degli oneri legati all’abbonamento della diffusione musica e supporti video televisivi, come ad un blocco abbonamenti connessi internet per registratori di cassa.

Per evitare che migliaia di esercizi pubblici non chiudano dopo questa batosta c’è ancora tanto da fare, ed è necessaria la massima disponibilità, di Comuni, Provincie e Stato.

 

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