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OPENPOLIS * INQUINAMENTO: « ITALIA PAESE IN EUROPA CON PIÙ DECESSI PARTICOLATO “PM 2.5”, 52.303 LE MORTI PREMATURE NEL 2020 »

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09.04 - venerdì 6 ottobre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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In Italia il Pm2.5 causa più di 140 morti al giorno. L’inquinamento atmosferico ha effetti molto gravi sulla salute umana e il particolato fine, visto il diametro ridotto delle sue particelle, è tra gli agenti più pericolosi. L’Italia è il paese Ue dove ogni anno si registrano più decessi prematuri a causa di questa sostanza.

Tra le sostanze inquinanti, il particolato fine (Pm2.5) è una delle più nocive per la salute.
L’Italia è il paese Ue con più morti premature: 52mila. La Bulgaria è quello con più decessi in rapporto alla popolazione (153 ogni 100mila abitanti). In Italia il miglioramento è stato contenuto e i decessi sono aumentati tra 2019 e 2020.

L’Italia è uno dei paesi europei che più duramente subiscono le conseguenze del forte inquinamento dell’aria, con una media di oltre 53mila decessi annui prematuri ed evitabili nell’ultimo decennio. Parliamo di oltre 140 morti premature al giorno.

La situazione è critica in tutta l’Unione europea, anche se la situazione sta migliorando. Tuttavia, il nostro paese è uno di quelli che mostra gli avanzamenti più modesti.

Ogni anno il particolato fine causa migliaia di morti premature in Europa
Secondo l’organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel mondo quasi 7 milioni di persone ogni anno muoiono a causa dell’inquinamento atmosferico, presente sia nell’ambiente esterno che dentro casa. In Europa esso rappresenta il principale fattore di rischio per la salute.

 

6,7 milioni i decessi causati dall’inquinamento atmosferico ogni anno a livello globale.Tra le sostanze più pericolose, l’Oms individua il particolato (Pm), il biossido di azoto (No2), il biossido di zolfo (So2) e l’ozono troposferico (O3). Il particolato fine è l’agente inquinante più nocivo.

Il particolato fine però rappresenta un fattore di rischio particolarmente rilevante per via delle dimensioni estremamente ridotte delle sue particelle (inferiori ai 2,5 micrometri di diametro), che gli permettono di raggiungere in profondità il sistema respiratorio umano. Entrando anche nel sangue, si sparge in tutti gli organi e i tessuti. Al momento risulta accertata la relazione con infarti, ischemie, tumori ai polmoni e patologie respiratorie acute e croniche come l’asma, ma il particolato fine può anche avere effetti sul sistema nervoso e riproduttivo.

In Europa nel 2020, l’ultimo anno per cui sono disponibili i dati, circa 238mila persone sono morte prematuramente a causa del Pm2.5. Un dato in calo da alcuni anni (nel 2011 il valore era pari a oltre 392mila), ma in aumento rispetto al 2019. Parliamo, complessivamente, di 2,4 milioni di anni di vita persi a causa degli effetti del particolato fine. Tra i vari paesi membri dell’Unione, l’Italia detiene il record negativo.

52.303 le morti premature causate dal Pm2.5 in Italia nel 2020. L’Italia è il paese con più decessi causati dal particolato fine Le morti premature causate dal Pm 2.5 nei paesi Ue (2020). I dati si riferiscono alle morti premature causate dall’inquinamento da particolato fine (Pm 2.5), in termini assoluti e in rapporto alla popolazione residente. Con morte prematura si intende un decesso avvenuto prima del tempo, con riferimento all’aspettativa di vita media del paese in questione, dovuto a una causa che poteva essere prevenuta.

 

Seguono la Polonia con quasi 37mila e la Germania con circa 29mila. Rapportando il dato con la popolazione, vediamo che è soprattutto nell’Europa orientale e centrale che si registrano i valori più elevati. Prime la Bulgaria e la Romania con rispettivamente 153 e 112 decessi ogni 100mila abitanti.

Soltanto in Italia sono più di 462mila anni di vita persi, un dato a cui si avvicina solo la Polonia con quasi 416mila. In Bulgaria, Romania, Polonia e Ungheria sono oltre 1.000 ogni 100mila abitanti.

La situazione sta migliorando, ma in Italia c’è ancora molta strada da fare
Complessivamente in tutta l’Ue la situazione è migliorata e tra il 2011 e il 2020 il numero di decessi prematuri causati dal Pm2.5 è diminuito del 39,4%.

L’Italia, oltre a essere il paese con più morti, è anche uno di quelli dove la situazione ha visto il miglioramento più contenuto, registrando un calo delle morti premature pari al 21,3% tra 2011 e 2020. Ci precede solo la Spagna con una riduzione di entità ancora inferiore: 18,8%. Valori molto più marcati li riportano invece vari stati dell’Europa settentrionale e occidentale.

Inoltre il nostro paese ha riportato un nuovo aumento nel 2020, probabilmente anche a causa della pandemia da Covid-19 che, essendo una patologia respiratoria, ha un legame con l’inquinamento atmosferico. Un problema che si è presentato soprattutto nel nord Italia, la zona più colpita sia dal virus che dall’inquinamento.

Nel 2020 aumentano le morti premature in Italia
I decessi causati da Pm2.5 nei grandi paesi Ue (2011-2020)

I dati si riferiscono alle morti premature causate dall’inquinamento da particolato fine (Pm2.5) in rapporto alla popolazione residente. Con morte prematura si intende un decesso avvenuto prima del tempo, con riferimento all’aspettativa di vita media del paese in questione, dovuto a una causa che poteva essere prevenuta.

L’Italia ha registrato costantemente valori superiori rispetto agli altri grandi paesi dell’Ue, dal 2011 al 2020. Si tratta anche dello stato che ha visto il maggior aumento tra il 2019 e il 2020, arrivando a 88 decessi ogni 100mila abitanti, una cifra più che doppia rispetto agli altri grandi paesi europei.

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