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MUSE – TRENTO * AEDES ALBOPICTUS: « OVITRAPPOLE ANCHE SOPRA I 600 METRI, AL VIA IL NUOVO MONITORAGGIO SULLA ZANZARA TIGRE »

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14.25 - giovedì 11 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Ovitrappole anche sopra i 600 metri: al via il nuovo monitoraggio del MUSE sulla zanzara tigre. Con il mese di maggio il MUSE – Museo delle Scienze ha avviato per il 15esimo anno consecutivo il progetto di monitoraggio della zanzara tigre (Aedes albopictus) nel territorio del Comune di Trento, promosso dal Comune in collaborazione con l’Azienda provinciale per i Servizi Sanitari. Quest’anno sono 47 le ovitrappole posizionate in piazze con fontane, parchi cittadini e aree verdi (da Vigo Meano a Mattarello, da Martignano e Cognola a Vigolo Baselga) che permetteranno di monitorare, con cadenza settimanale, fino a fine ottobre, presenza e abbondanza della zanzara tigre attraverso la conta delle uova. A queste si aggiungono 15 ovitrappole posizionate al di sopra dei 600 metri di quota (Montevaccino e Sopramonte), 10 ovitrappole e 9 trappole per adulti BG-GAT e Ovi-Catch nel parco del MUSE e 6 trappole per adulti BG-sentinel in “aree sensibili” della città.

Con l’arrivo della primavera tornano anche le zanzare. Nel 2022, nel Comune di Trento, furono contate circa 83 mila uova di zanzara tigre (quasi il doppio rispetto al 2021 e al 2020), ma dopo un inverno mite e un’estate attesa più torrida della precedente, si teme che nei prossimi mesi la loro presenza possa essere maggiore dello scorso anno. Anche a quote più elevate rispetto al passato.
Quest’anno, in via sperimentale, il MUSE ha allargato il monitoraggio anche nelle aree al di sopra dei 600 metri di quota in classe di presenza “medio/bassa”, in luoghi cioè dove la zanzara tigre non è attesa in base alle condizioni climatiche, installando 15 stazioni di rilevamento a Montevaccino e Sopramonte.

“La rapida diffusione nelle regioni montuose di Ae. albopictus è legata alla sua capacità di deporre uova che resistono il freddo, consentendo la sopravvivenza in inverno nei climi temperati (temperatura media di gennaio superiore a 0°C). Per la sopravvivenza e l’attività degli adulti sono necessarie temperature medie annuali superiori a 11°C e temperature massime estive di 25-30°C per uno sviluppo ottimale. Avere inverni sempre più miti ed estati sempre più torride a causa del cambiamento climatico globale non fa che favorire la zanzara tigre: più le temperature sono elevate e più è rapido lo sviluppo da uovo ad adulto portando ad un forte aumento del numero di adulti in pochi giorni”, sottolinea Valeria Lencioni, referente del progetto e coordinatrice dell’Ambito Clima ed Ecologia del MUSE.

Proseguirà anche quest’anno per il quinto anno consecutivo la posa in 6 siti sensibili della città di trappole per adulti BG-sentinel in grado di catturare, in 24 ore, con specifici attrattivi, zanzara tigre, altre zanzare aliene e autoctone (inclusa la zanzara comune Culex pipiens) e altri insetti pungenti come simulidi e pappataci. Gli adulti verranno raccolti ogni due settimane.
Anche il giardino del MUSE è oggetto di indagine: sono state posizionate 10 ovitrappole e 9 trappole per adulti per la cattura di uova e adulti di tutte le specie di zanzara che frequentano le aree verdi del museo, per monitorarne la presenza e per tenerne sotto controllo il numero.
Il MUSE manterrà attivo un punto entomologico informativo, a disposizione di cittadine e cittadini, raggiungibile via e-mail (zanzara@muse.it) o direttamente presso il laboratorio di idrobiologia del museo dove è in fase di allestimento un acquaterrario per l’allevamento della zanzara tigre a partire da uova raccolte nelle località di monitoraggio trentine. L’obiettivo è quello di raccontare la biologia dell’insetto e le buone pratiche da adottare per il controllo della sua diffusione.

“È importante sapere dove, quando e quante specie abbiamo sul nostro territorio, dove si raggiungono maggiori densità e dove è più opportuno concentrare gli interventi di disinfestazione. Questo perché le zanzare non rappresentano solo una molestia e un fastidio, ma possono anche trasmettere virus – come quelli del West Nile, del Chikungunya e del Dengue – capaci di causare gravi malattie all’uomo”, prosegue Lencioni.

Si rinnova, infine, l’invito a scaricare la app gratuita Mosquito Alert per contribuire alla raccolta di dati a supporto del monitoraggio eseguito da ricercatrici e ricercatori. Mosquito Alert è un progetto scientifico coordinato dall’Università Sapienza di Roma con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, del MUSE – Museo delle Scienze di Trento e dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna, che propone l’utilizzo dell’app e che permette in maniera semplice e intuitiva l’invio da parte di cittadine e cittadini di fotografie di zanzare o di ambienti larvali e di segnalazioni delle punture ricevute.

APPROFONDIMENTO | Il progetto Mosquito Alert Italia

I dati raccolti dalla cittadinanza vengono utilizzati dal team Mosquito Alert Italia per sviluppare report e mappe sulla presenza delle specie di zanzare e del rischio di puntura nelle varie aree del territorio di interesse. Si tratta di un progetto di scienza partecipata (“Citizen Science”) che ambisce a creare un circolo virtuoso tra l’amministrazione pubblica e cittadinanza grazie anche al contributo delle ricercatrici e dei ricercatori di varie Università. I dati ricavati dalla app rappresentano anche un utile strumento per monitorare l’efficacia dei trattamenti larvicidi. L’app infatti ha lo scopo principale di monitorare la distribuzione spazio-temporale delle specie di zanzare presenti al fine di direzionare gli interventi di controllo e di valutarne l’efficacia.
In due anni, l’app Mosquito Alert è stata scaricata da oltre 18.000 utenti, che hanno inviato oltre 8.000 foto da 103 su 107 province italiane. La maggior parte di queste appartengono alla specie più diffusa in Italia – la zanzara comune Culex pipiens – e alla specie invasiva Aedes albopictus, la famosa zanzara tigre che è approdata in Italia ormai da oltre 30 anni ed è diffusa in tutto il territorio. L’aspetto interessante è che cittadine e cittadini hanno inviato fotografie anche di specie più rare, come la zanzara coreana (Aedes koreicus) e quella giapponese (Aedes japonicus) – specie invasive giunte più recentemente nel nostro paese e in espansione soprattutto nel nord Italia.
Maggiori info su: www.mosquitoalertitalia.it

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