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MANICA (PD) * IDROELETTRICO: « CONCESSIONI IN SCADENZA, LA LEGISLATURA SI CHIUDERÀ NELL’ATTESA DI INTERVENTI NAZIONALI DI PROROGA? »

Scritto da
16.51 - mercoledì 7 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Idroelettrico: ci tocca sperare nelle proroghe. Oggi la maggioranza ha bocciato una risoluzione del consigliere Alessio Manica con la quale si chiedeva la redazione di uno studio dettagliato che analizzasse la praticabilità giuridico-economica di una trasformazione di Dolomiti Energia in public company e del coinvolgimento di un azionariato diffuso nella acquisizione dei c.d. beni asciutti delle centrali idroelettriche, allo scopo di incentivare la partecipazione diretta dei cittadini e degli enti locali trentini e favorire l’attivazione di risorse private nella gestione delle risorse naturali e nello sviluppo del nostro territorio.
Proposta fatta peraltro ripetendo gli impegni che il consiglio aveva già approvato più di due anni fa con un precedente ordine del giorno, sempre del consigliere Manica, e che la Giunta ha bellamente disatteso.

Così la legislatura si chiuderà senza una seria analisi di queste possibilità nonostante i temi dell’acqua e del suo sfruttamento siano diventati in questi anni conclamata urgenza e priorità anche per un territorio come il nostro.

Sconsolato il commento del consigliere Manica: “La legislatura si chiuderà nell’attesa speranzosa di interventi di proroga nazionali sulle concessioni in scadenza.Nel frattempo nulla si è fatto per definire quale sia l’idea che si vuole costruire nel governo dell’acqua e dell’idroelettrico, se riportarlo in mano completamente pubblica, se si ritiene possibile coinvolgere la comunità nelle società di gestione attraverso ad esempio l’azionariato diffuso, se si vogliono percorrere e come strade alternative alle gare. Niente, l’idroelettrico esce da questa legislatura con un quadro normativo nettamente peggiorato grazie agli interventi della maggioranza e senza nessuna strategia per il suo governo complessivo.

Detto in altri termini si vive alla giornata, dove le giornate sono le proroghe. Purtroppo però le proroghe passano più rapidamente di quello che si pensa, e poi?Peccato, per la comunità trentina, che anche in questa terra di Autonomia si voglia vivere di proroghe e rinvii invece che immaginare scenari diversi e più coraggiosi.”

 

 

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Proposta di risoluzione n.

collegata alla richiesta di comunicazione n.

 

L’energia idroelettrica è uno dei principali asset strategici per lo sviluppo del nostro territorio.

Attualmente sono in scadenza 17 concessioni di grandi derivazioni, pari all’82% della produzione elettrica del Trentino, per un volume di ricavi annui di circa 240 milioni di euro.

Le ricadute economiche delle derivazioni idroelettriche, con particolare riferimento ai proventi derivati dai canoni di concessione, hanno inoltre un impatto rilevante sulle comunità locali. Infatti il 67,5% dei destinatari dei proventi dei canoni aggiuntivi sono i Comuni e di quelli ambientali le Comunità, per un totale tra canoni aggiuntivi e ambientali che ammonta a circa 66 milioni di euro annui.

Sull’energia idroelettrica si sta giocando una partita fondamentale, che è principalmente economica ma non solo. Perché l’acqua è una risorsa strategica, è il bene comune per eccellenza, e in questi anni risulta purtroppo sempre più evidente come questa sarà (in parte già lo è) una risorsa scarsa.

Per questo non possiamo pensare ad una gestione dell’acqua che non sia saldamente in mano pubblica, anche per quanto riguarda il settore della produzione idroelettrica e in particolare quello delle grandi derivazioni.

Negli ultimi anni purtroppo la Giunta provinciale, con scelte normative affrettate e confuse – che noi abbiamo fortemente criticato e osteggiato – ha aperto la strada alle gare e alla messa sul mercato delle piccole concessioni a scopo idroelettrico, e considerato ineludibili le gare per le grandi concessioni mettendo fortemente a rischio il controllo pubblico su un settore di vitale importanza per il nostro sistema territoriale.

Si ritiene in tal senso vitale invertire l’impostazione degli ultimi anni e fare il possibile per sostenere modalità di assegnazione e gestione delle grandi derivazioni alternative rispetto al ricorso al mercato e alla libera concorrenza, al fine di tutelare il preminente interesse pubblico. Ciò potrebbe anche

segnare un ulteriore esercizio, ampliamento e potenziamento delle prerogative autonomistiche della nostra Provincia.

Tra questi la formula partenariato pubblico privato attraverso la finanza di progetto, modalità che è stata individuata come forma per poter assegnare la nuova concessione dell’A22. Si tratterebbe di individuare le forme e i contenuti di un Ppp applicabile alle grandi derivazioni in modo da valorizzare gli asset strategici del territorio. Tenendo conto anche dei riflessi finanziari conseguenti alle entrate connesse alle derivazioni idroelettriche e degli effetti di queste ultime sulla finanza locale, in ragione delle iniziative dei comuni in materia e delle ricadute sulla gestione dell’ambiente e del territorio.

Ma la sfida potrebbe essere ancora più ambiziosa e potrebbe riguardare il coinvolgimento diretto dei cittadini e degli enti locali trentini nella gestione del settore e l’attivazione di forme di azionariato diffuso per la raccolta delle risorse necessarie. In tal modo i cittadini residenti in Trentino e gli enti locali potrebbero avere un proprio spazio nella gestione, significativo e riconoscibile, e sugli utili prodotti potrebbero produrre direttamente benefici diffusi e maggiori risorse da investire in servizi ed infrastrutture pubbliche. In tal modo i risparmi dei trentini potrebbero essere investiti sul territorio, quasi certamente in maniera redditizia, e produrre un utile collettivo attraverso l’uso e la valorizzazione delle risorse pubbliche del territorio. Al contempo la presenza di un controllo diffuso potrebbe meglio garantire un utilizzo sostenibile e duraturo della risorsa acqua.

I cittadini, direttamente o attraverso le rappresentanze istituzionali a loro più prossime, sarebbero in tal senso protagonisti nell’uso e nella gestione delle risorse naturali, e questo è uno dei capisaldi della nostra Autonomia. A tal proposito in data 07/10/2020 il Consiglio provinciale, in relazione al disegno di legge n. 49 “Modificazioni della legge provinciale 6 marzo 1998, n. 4 (Disposizioni per l’attuazione del decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1977, n. 235. Istituzione dell’azienda speciale provinciale per l’energia, disciplina dell’utilizzo dell’energia elettrica spettante alla Provincia ai sensi dell’articolo 13 dello statuto speciale per il Trentino – Alto Adige, criteri per la redazione del piano della distribuzione e modificazioni alle leggi provinciali 15 dicembre 1980, n. 38 e 13 luglio 1995, n. 7), della legge provinciale sull’energia 2012, della legge provinciale sulle acque pubbliche 1976 e della legge provinciale sull’agricoltura 2003”, ha approvato l’ordine del giorno 256/XVI avente ad oggetto la partecipazione popolare nella proprietà dei grandi impianti idroelettrici.

Con l’Ordine del giorno citato il Consiglio aveva impegnato la Giunta provinciale a valutare la praticabilità giuridico-economica di un’eventuale trasformazione di Dolomiti Energia in public company; a valutare la praticabilità giuridico-economica del coinvolgimento di un azionariato diffuso nella acquisizione dei c.d. beni asciutti, allo scopo di incentivare la partecipazione diretta dei cittadini e degli enti locali trentini e favorire l’attivazione di risorse private nella gestione delle risorse naturali e nello sviluppo del nostro territorio e a riferire su questi punti alla competente commissione permanente del Consiglio provinciale.

Nel percorso di audizioni attivato dalla Terza commissione per l’istruttoria del DDL 81/XVI, è emersa in maniera forte e trasversale la riflessione attorno alla possibilità di utilizzare lo strumento della società misto pubblico privata per l’assegnazione delle concessioni idroelettriche in scadenza. Il dibattito ha evidenziato come la preoccupazione attorno allo strumento apparentemente più semplice della messa a gara delle concessioni sia presente negli imprenditori trentini come nei rappresentanti

delle istituzioni locali, nelle rappresentanze dei lavoratori come in quelle dei BIM; tutti interlocutori uniti nel riconoscere all’acqua ed al suo sfruttamento un ruolo centrale nel futuro di questa terra ed un valore che va oltre il solo tema delle risorse economiche che può generare. Ciò lascia presupporre che una convinta e forte regia della Provincia potrebbe portare il Trentino a strutturare un modello di gestione del settore idroelettrico più ambizioso e sicuramente più tutelante della comunità trentina nel suo complesso.

Da ultimo va ricordato come il temerario tentativo di proroga agli attuali concessionari contenuto nella L.P. 16/2022 a fronte di un piano di investimento pur per alcuni aspetti di merito condivisibile sia stato impugnato l’8 febbraio dal Governo che ne rileva l’incostituzionalità;

Le vicende giuridiche che sono seguite sul tema delle concessioni, il quadro di forte incertezza normativa, ma soprattutto l’aggravarsi di quella che è ormai a tutti gli effetti una vera e propria emergenza idrica, acuiscono ancora di più la necessità di mettere in campo soluzioni innovative in grado di tutelare i molti interessi pubblici in gioco e di assicurare un ruolo di regia forte all’ente pubblico nel governo del settore.

Per questo, tutto ciò premesso, con riferimento al rinnovo delle concessioni in scadenza

 

il Consiglio della Provincia Autonoma di Trento impegna la Giunta

 

a presentare al Consiglio entro il termine di 30 giorni lo studio dettagliato in attuazione dell’ordine del giorno in premessa che analizzi:

– la praticabilità giuridico-economica di una trasformazione di Dolomiti Energia in public company;

– la praticabilità giuridico-economica del coinvolgimento di un azionariato diffuso nella acquisizione dei c.d. beni asciutti, allo scopo di incentivare la partecipazione diretta dei cittadini e degli enti locali trentini e favorire l’attivazione di risorse private nella gestione delle risorse naturali e nello sviluppo del nostro territorio.

 

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cons. Alessio Manica

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