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ISTAT * COMUNI E INFRASTRUTTURE TRASPORTO: « IN BASILICATA – VALLE D’AOSTA – PROVINCE AUTONOME DI BOLZANO E TRENTO GLI AEROPORTI PIÙ VICINI DISTANO MEZZ’ORA DAI CENTRI »

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13.26 - venerdì 22 dicembre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Il tema dell’accessibilità dei Comuni italiani alle principali infrastrutture di trasporto può essere declinato in base a molteplici accezioni che implicano misurazioni differenti.

L’indice di accessibilità calcolato con modello gravitazionale somma le potenziali opportunità di ciascuna infrastruttura raggiungibile ponderandole per un “costo” (travel time) necessario a raggiungerle. Tale indice, dunque, misura la “capacità di un territorio”, nel nostro caso di un Comune, di accedere ai servizi offerti da determinate infrastrutture di trasporto.

In base all’indice di accessibilità alle stazioni ferroviarie tra le aree più collegate vi sono i territori compresi fra le città di Torino-Milano-Bologna-Venezia. Anche nel Centro e nel Mezzogiorno ci sono contesti territoriali caratterizzati da un’accessibilità molto alta, ma, a differenza di quelli del Nord, hanno una minore continuità territoriale, che non consente di creare cluster di collegamenti di alta accessibilità inter-regionali.

Un terzo della popolazione italiana (quasi 20 milioni di abitanti) risiede in Comuni che hanno un’accessibilità molto alta alla rete autostradale, poco meno di sei milioni di italiani (il 10% della popolazione) vivono in Comuni con un’accessibilità alle infrastrutture autostradali molto bassa e un ulteriore 11,4% di popolazione vive in Comuni con un’accessibilità medio-bassa.

Come per le stazioni ferroviarie, anche nell’accessibilità agli aeroporti i territori meglio collegati sono quelli della zona Torino-Milano-Bologna-Venezia. Tale area di alta accessibilità si estende poi fino a Pisa e Firenze. Questa continuità territoriale positiva non si riscontrata in altre zone: nel Centro e nel Mezzogiorno emergono contesti favorevoli di alta accessibilità agli aeroporti esclusivamente nell’intorno dei principali aeroporti (ad esempio attorno all’aeroporto di Fiumicino).

In Campania, Liguria, Sicilia, Sardegna, Puglia e Toscana oltre la metà della popolazione regionale risiede in Comuni con un’accessibilità molto alta ai porti con servizio passeggeri.

 

 

Aeroporto entro 30 minuti per il 14% circa dei Comuni e il 35,8% della popolazione

Sono 134 i Comuni a partire dai quali si raggiunge almeno un aeroporto in un tempo pari o inferiore ai 15 minuti (1,7% del totale nazionale, in cui risiede il 5,5% della popolazione). Il 12,2% dista fra i 15 e i 30 minuti dall’aeroporto più vicino, il 22,1% dai 30 ai 45 minuti, il 24,3% dai 45 ai 60 minuti, mentre circa il 40% dei Comuni dista più di un’ora dall’infrastruttura aeroportuale più vicina. La propagazione di tali tempi di percorrenza sul territorio segue traiettorie differenti in base alle caratteristiche della rete viaria e alle differenti peculiarità geomorfologiche.

A livello regionale, il Friuli-Venezia Giulia ha la maggior quota di comuni dai quali è possibile raggiungere un aeroporto nel raggio di 15 minuti (7%); a seguire Umbria (4,3%) e Marche (3,1%). Quote superiori al 2% si rilevano anche in Sicilia, Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia. I Comuni del Molise e della Basilicata sono invece più penalizzati e scontano una maggiore distanza dalle infrastrutture aeroportuali, con tempi di percorrenza minimi superiori ai 45 minuti. Anche in Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e nelle Province autonome di Bolzano/Bozen e Trento gli aeroporti più vicini distano almeno mezz’ora dai centri comunali. Circa l’80% dei Comuni di Veneto ed Emilia-Romagna hanno tempi di percorrenza che non superano i 60 minuti, così come oltre il 70% dei Comuni del Friuli-Venezia Giulia, della Lombardia, del Piemonte, delle Marche e dell’Umbria. Per contro e a dispetto della maggiore dotazione di infrastrutture, in Sicilia il 57,7% dei Comuni dista, invece, più di 60 minuti da un aeroporto, così come il 43,8% della Sardegna e il 66,1% dei Comuni del Lazio.

In termini di popolazione, in un raggio di 30 minuti è servito circa il 36% dei residenti; per arrivare al 50% è necessario considerare un tempo di spostamento oltre i 30 minuti (ma entro i 45). Al netto delle Regioni (Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, Province autonome di Bolzano/Bozen e Trento, Molise e Basilicata) sfornite di infrastrutture aeroportuali tra quelle selezionate (dove almeno i tre quarti della popolazione impiega più di un’ora per raggiungerle), nelle altre Regioni in media oltre l’80% della popolazione raggiunge il servizio nel raggio di 60 minuti. Le distanze sono più contenute (al massimo 15 minuti di percorrenza) in Sardegna (il 17,3% della popolazione), Abruzzo (14,6%), Sicilia e Calabria (10,4 e 10,2% rispettivamente), Regioni dove peraltro è anche elevata la quota di popolazione residente in Comuni che più distano da un aeroporto (dal 20,1 al 30,4%), probabilmente perché localizzati in entroterra meno accessibili e/o per l’esistenza di un sistema stradale meno efficiente.

 

Introduzione
Il tema dell’accessibilità alle infrastrutture, intesa come possibilità di cittadini e imprese di accedere ai relativi servizi, ha assunto nel tempo una crescente rilevanza. In particolare, l’accessibilità ai nodi infrastrutturali permette di avere una visione del territorio basata sulle capacità di accesso e di utilizzo delle diverse tipologie di reti viarie (stradale, ferroviaria, marittima e aerea) e/o delle diverse infrastrutture presenti in un determinato contesto territoriale.
Lo studio dell’accessibilità è strettamente connesso anche al tema della perifericità/marginalità dei territori, concetti alla base delle strategie di policy e della pianificazione territoriale. La maggiore o minore facilità di accesso ad una infrastruttura incide sulla qualità della vita per i cittadini e sulla competitività e produttività delle imprese.
L’accessibilità può essere declinata secondo diversi punti di vista . Il concetto generale che lega tutte le differenti misurazioni è che un punto/luogo è tanto più accessibile quanto più risulta facile da raggiungere. Ciò implica che la misura base per il calcolo di un qualsivoglia indicatore legato al concetto di accessibilità è la distanza tra punti di origine e punti di destinazione, che può essere calcolata sia in termini di distanza fisica, sia in termini di tempi di percorrenza. Gli altri elementi necessari sono, naturalmente, i punti di origine e destinazione tra cui misurare tali distanze.

Obiettivo dell’analisi che segue è fornire un set di misure dell’accessibilità dei Comuni alle principali infrastrutture di trasporto, avendo a riferimento la geografia amministrativa al 1° gennaio 2021 (7.903 Comuni ). Le infrastrutture di trasporto utilizzate sono :
• 258 stazioni ferroviarie con servizio passeggeri attivo in cui è presente un traffico di treni a lunga percorrenza (fonte Rete Ferroviaria Italiana, RFI, anno 2022);
• 2.842 accessi alla rete autostradale (fonte grafo stradale commerciale TOM TOM, anno 2022);
• 35 aeroporti per servizi commerciali (fonte Ente nazionale per l’aviazione civile, Enac, anno 2022);
• 54 porti statistici con traffico passeggeri (fonte Istat, anno 2022).

 

Le distanze sono misurate in termini di tempi di percorrenza su grafo stradale Tom Tom
Spostandosi lungo una scala di crescente complessità metodologica, sono state prese in considerazione le seguenti misure di accessibilità:

1. Cost to closest. È un indicatore semplice e di immediata lettura e rappresenta la base per le successive misurazioni. Esso misura il costo necessario affinché da una data origine possa essere raggiunta almeno una destinazione tra quelle selezionate. Nel nostro caso questo costo viene espresso in termini di tempo minimo di spostamento ;

2. Cluster accessibilità/prossimità. Un Comune (genericamente un territorio) può risultare più o meno accessibile sia per la minore o maggiore difficoltà a raggiungere una infrastruttura, sia per l’assenza di infrastrutture nelle vicinanze. Le due situazioni potrebbero implicare interventi di policy differenti: investimenti nel miglioramento della rete viaria per raggiungere le infrastrutture, nel primo caso, investimenti nella costruzione dell’infrastruttura nel secondo;

3. Indice di accessibilità da modello gravitazionale. Introduce un elemento di differenziazione delle infrastrutture considerando l’offerta di servizi fornita dall’infrastruttura stessa. Tale modello definisce l’accessibilità come il potenziale delle opportunità, introducendo nell’analisi anche l’aspetto comportamentale delle scelte effettuate. In altri termini si suppone che, a parità di distanza, venga privilegiata l’infrastruttura che offre il maggior numero di servizi.
Queste misurazioni rappresentano un primo passaggio nell’analisi del fenomeno che verrà in futuro estesa per tener conto anche del concetto di inter-modalità, ossia dei tempi di spostamento previsti utilizzando altri mezzi di trasporto.

 

Distribuzione territoriale dei tempi minimi di percorrenza
I Prospetti 1-4 riportano per singola Regione le quote percentuali di Comuni e della relativa popolazione serviti almeno da una infrastruttura nel raggio di ciascuna classe temporale considerata. Le classi considerano tempi minimi di percorrenza per blocchi di 15 minuti.

Circa il 53% dei Comuni e il 75% della popolazione dista al più mezz’ora dalla stazione ferroviaria più vicina. La numerosità e capillarità dell’infrastruttura ferroviaria fa sì che per buona parte del territorio nazionale sia possibile raggiungere una stazione ferroviaria entro tempi di percorrenza non troppo elevati. Circa il 15% dei Comuni dista al più 15 minuti dalla stazione ferroviaria più vicina; il 53,4% entro 30 minuti, con punte di oltre l’85% in Umbria, 75,6% in Liguria, 71,6% in Friuli-Venezia Giulia e superiori al 60% in Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Calabria e Sardegna.

Per contro, solo un quinto dei Comuni della Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste (Regione che sconta anche l’assenza di una rete elettrificata) si trovano a meno di 60 minuti dalla stazione ferroviaria più vicina (solo l’1,4% fra 30 e 45 minuti). Tempi di percorrenza più elevati e superiori ai 60 minuti accomunano anche il 30,8% dei Comuni della Sicilia e il 26,9% di quelli abruzzesi. La generale situazione favorevole di prossimità è ben visibile anche guardando alle quote di popolazione servita : poco meno del 40% della popolazione risiede in Comuni distanti al più quindici minuti dalla stazione ferroviaria più vicina (75% entro 30 minuti). Restano le maggiori distanze, già rilevate in termini di comuni, per la Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste, la Sicilia e l’Abruzzo.

 

 

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