Credere nel proprio territorio, investire nel futuro di Riva del Garda, aprire a tutta la comunità una struttura di eccellenza per farla diventare il punto di riferimento di tutto il lago, creare una rete di opportunità per gli operatori locali, far crescere qualità e bellezza sono le nostre colpe.
Se l’intento di un atto unidirezionale, il provvedimento che sospende le decisioni assunte in Assemblea dei Soci dello scorso lunedì, tecnicamente definito un Art. 700 cdp ed in quanto tale di natura provvisoria e privo dei requisiti propri della sentenza, era quello di fermare queste aspirazioni, siamo a riconfermare che il nostro impegno non cambia, anzi prosegue sempre più convintamente.
Diamo certamente atto alla compagine sociale che ha promosso l’azione legale, di decidere come meglio ritenga affrontare un corretto e costruttivo rapporto tra soci, ma non lo condividiamo.
Confidiamo nel percorso della magistratura e quando saremo chiamati ad esprimere le nostre posizioni lo faremo nella massima correttezza e trasparenza.
Trasparenza che è alla base del nostro agire, tanto che l’acquisizione delle quote è avvenuta in maniera lineare e crediamo che quanti le hanno cedute, hanno creduto al nostro progetto ed alla visione che abbiamo saputo proporre. Pensiamo che abbiano visto nel nostro intervento e nella nostra assunzione di responsabilità un soggetto serio e pronto ad investire e non a speculare, capace di far fare un ulteriore salto di qualità al Lido Palace, attrezzandolo per le future sfide e rendendolo capace di agire da fulcro dello sviluppo della città.
Quanti, con l’intento di difendere non si comprende quali veri interessi, oggi agiscono solo attraverso strumenti legali, sono veramente i buoni? Sono davvero coloro ai quali sta a cuore la storia ed il futuro della città? Hanno tutte le possibilità di far parte di questo progetto, anche se in posizione di minoranza e contribuire anche con investimenti significativi alla sua riuscita.
Una ultima considerazione la vogliamo rivolgere al Sig. Arcese, peraltro non direttamente coinvolto nella compagine sociale e che dalle pagine di un quotidiano manifesta tutta la sua amicizia, diremmo da libro Cuore, alla parte che ha promosso l’azione legale: ognuno ha diritto di scegliersi gli amici che crede e di difenderli da chissà quali assalti ma non ha diritto di porre questioni etiche e morali ed esprimere giudizi che nulla hanno a che vedere con questa vicenda.
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dott. Hager e ing. Signoretti