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CONSIGLIO PAT * ASSESSORE TONINA RISPONDE A DEGASPERI (ONDA) * SICCITÀ : « PER LE RETI IDRICHE CONTRIBUTI PAT PER 16,4 MILIONI DI EURO, DAL 2018 »

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08.02 - martedì 13 settembre 2022

INTERROGAZIONE CONSIGLIERE ONDA – FILIPPO DEGASPERI

Egregio Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio Provinciale SEDE
Interrogazione n. 3884
Ordinanze trasgredite e ordinanze ingiustificate. Come ha governato la Provincia la criticità
idrica dei territori e che soluzioni prevede nei prossimi anni?
Il cambiamento climatico è un problema e un’evidenza globale, nazionale, regionale, provinciale. I disequilibri provocati dal global warming quest’anno si sono presentati in forme più o meno forti ed anche drammatiche, che hanno provocato una parziale presa di coscienza delle responsabilità umane, culturali e politiche nell’inefficacia degli strumenti immediatamente adottati e adottabili per invertire la rotta. Accanto agli eventi atmosferici eccezionali, negli ultimi mesi riveste particolare importanza e conduce a particolari impatti sociali la siccità che interessa gran parte dell’Italia, che si misura anche economicamente in incendi e nelle conseguenze del ritiro dei ghiacciai e della mancanza di precipitazioni nevose e piovose in termini di scarsità idrica.
Il Trentino è un territorio finora considerato ricco di acqua. Per far fronte all’emergenza produttiva del settore primario nei territori limitrofi della Lombardia e del Veneto, anch’essi un tempo ricchi d’acqua, gli attuali governatori delle due regioni hanno chiesto a più riprese dalla scorsa primavera aiuti alla Provincia Autonoma di Trento. Quest’estate i rappresentanti politici provinciali hanno chiesto sacrifici alla popolazione.
Considerato che l’assessore all’ambiente il 23 giugno in una lettera inviata a 166 sindaci cita esplicitamente la necessità di “mettere in atto misure di risparmio a titolo di solidarietà con l’emergenza dei territori di valle” invitando a limitare ai propri cittadini l’uso dell’acqua potabile “anche se l’apporto complessivo dei quantitativi destinati all’uso idropotabile non è percentualmente prioritario” e che dunque tali misure sono inefficaci a risolvere effettivamente la “criticità idrica”;

ciononostante i sindaci hanno ordinato in decine di Comuni forme di razionamento dell’acqua pubblica;

considerato che non tutti i territori vivono stress idrici uguali e considerato che la Protezione Civile e il Servizio prevenzione rischi hanno chiesto un monitoraggio a ogni Comune delle portate delle sorgenti e opere di presa degli acquedotti e che dopo oltre un mese la Provincia dovrebbe essere in possesso di dati sufficienti ad un’analisi della reale emergenza in Trentino e, in base ai dati già disponibili, ad un possibile bilancio idrico;

considerato che tramite ordinanze sindacali “urgenti e contingenti” i Comuni hanno ricalcato la circolare dell’assessore all’ambiente con le stesse limitazioni all’erogazione di acqua delle fontane pubbliche e vietando azioni quali il “lavaggio di autoveicoli, il riempimento di piscine private, il lavaggio di cortili, l’irrigazione di orti e giardini” e con il perdurare della siccità in certi casi altri razionamenti. Nessun Comune nel frattempo ha imposto limiti alle eventuali attività produttive ad elevato impatto e prelievo idrico ritenendo ogni “uso commerciale e produttivo” degli acquedotti comunali “imprescindibile”. È emerso intanto che contesti più popolosi e meno periferici come Trento e Rovereto non hanno adottato limitazioni grazie a una migliore efficienza degli acquedotti.

Considerato che il 24 giugno veniva evidenziato sulla stampa che i Comuni dovevano valutare interventi per aumentare la disponibilità idrica, rimodulando le “pressioni di esercizio degli acquedotti allo scopo di diminuire le perdite” e considerato che l’Italia ha perdite medie dovute a malfunzionamenti della rete del 40%. Che il Trentino è in Italia e per le perdite di rete spreca dal 30% al 40% dell’acqua potabile erogata e che l’assessore competente ha dichiarato che basterebbero 300 milioni di euro a risanare i tubi colabrodo della Provincia e dei Comuni;

considerato che il governo italiano quest’estate ha previsto fondi nell’ordine di miliardi di euro per migliorare le reti colabrodo delle regioni come il Veneto e la Lombardia che hanno evocato lo stato di emergenza dovuto alla siccità;

considerato che la giunta provinciale dal 2018 avrebbe investito solo 5 milioni di euro per gli acquedotti;

considerato che in regime di scarsità i diversi usi dell’acqua possono confliggere e la scelta degli
ambiti premiati (uso potabile, uso agricolo, uso produttivo, uso turistico, uso sportivo, uso idroelettrico, uso esterno…) è discrezionale e non valuta minimamente i servizi ecologici degli ecosistemi umidi in quanto tali, siano riserve idriche, acque superficiali o sotterranee, e che il 22 luglio la giunta ha deliberato la riduzione dei Deflussi minimi vitali dei corsi d’acqua per consentire prelievi irrigui.
Considerato che alcuni comuni presenterebbero situazioni paradossali: a fianco di territori come Ronzo-Chienis che annaspano vi sono aree come Avio, dove il sindaco ha evidenziato l’adozione di un’ordinanza “urgente” per l’emergenza idrica dichiarando poi che Avio non ne avrebbe realmente bisogno. Risulterebbe invece che Avio nel 2021 avrebbe ricevuto quasi 300 mila euro dalla Provincia per future migliorie dell’acquedotto e che l’amministrazione negli anni precedenti fosse già intervenuta per risanare i suoi serbatoi, contenendo dunque gli effetti negativi dell’odierna carenza di piogge e rendendo ingiustificato un atto sindacale che, di fatto, introduce norme straordinarie sull’uso dell’acqua potabile per i cittadini, costituzionalmente legittimi proprietari del bene.
Considerato inoltre che in vari casi le ordinanze risultano trasgredite e che altri Comuni convivono con sprechi idrici dei più vari, sia civili che nei comparti agricoli e industriali, e alla luce delle premesse,
Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia per conoscere
1. in che modo la giunta ha fatto fede alla promessa (22/03/2022) del vicepresidente della Provincia in occasione della Giornata mondiale dell’acqua 2022: “noi faremo la nostra parte”;
2. quali siano le somme effettivamente versate o stanziate dalla Provincia e dall’attuale giunta per arginare le perdite delle reti comunali e limitare le ipotesi di spreco che nella situazione di “criticità” generale riguardano altri settori;

3. se di fronte ai milioni di euro necessari per sistemare le reti pubbliche la giunta non
ritenga che la criticità idrica del 2022 sia da annoverare tra i temi inclusi nei 100 milioni di euro del fondo “incertezze ed emergenze” riservatasi nell’ultima manovra di bilancio;
4. se non fosse così quali iniziative sono state promosse in questi mesi con il Governo italiano;
5. quali siano gli esiti del monitoraggio richiesto ai comuni e ai sindaci trentini e se i risultati siano stati elaborati e presentati pubblicamente a fianco di un’analisi dei fabbisogni, delle perdite e delle soluzioni da adottare nei territori; e in che forma l’amministrazione pubblica intende intervenire;
6. se siano state valutate altre possibilità per i territori oltre al copia incolla della circolare della Provincia del 23/03/2022 che considerino le situazioni specifiche dei propri Comuni da parte dei sindaci che hanno introdotto ordinanze;
7. quale sia il bilancio dei prelievi d’acqua tra usi civili e usi commerciali e produttivi e in quale modo le ordinanze abbiano influito nel contenere le quantità erogate dai gestori dei servizi nel periodo di criticità idrica;
8. quali misure concrete abbiano adottato i comuni per il miglioramento delle reti durante la permanenza di ordinanze e restrizioni all’uso civile dell’acqua potabile;
9. se la Provincia sia a conoscenza dei comuni in cui i sindaci hanno adottato ordinanze, avvisi e decreti senza una reale necessità di limitare in via eccezionale le libertà individuali; 10. quali e a quanto ammontino le sanzioni comminate dalle forze di polizia per la trasgressione delle nuove regole e delle norme introdotte con le ordinanze sindacali.
A norma di regolamento si richiede risposta scritta.
Cons. prov. Filippo Degasperi7

 

////

RISPOSTA ASSESSORE AMBIENTE PAT – MARIO TONINA

Oggetto: Interrogazione n. 3884 – risposta

Preg.mo Signor
Walter Kaswalder
Presidente del Consiglio Provinciale

Preg.mo Signor Filippo Degasperi Consigliere provinciale Gruppo ONDA

Preg.mo Signore
Maurizio Fugatti
Presidente
Provincia Autonoma di Trento

LORO SEDI

Si trasmettono di seguito gli elementi di risposta all’interrogazione in oggetto.

  1. Nel difficile contesto idrico che ha caratterizzato gli ultimi mesi, il Trentino ha contribuito, con gli strumenti a sua disposizione – attivando anche misure di tipo eccezionale (ad esempio la gestione degli invasi idroelettrici, con conseguente sacrificio nei confronti della produzione idroelettrica locale) – al contenimento degli effetti causati dal deficit idrico per i territori posti a valle (Veneto e Lombardia). Sul fronte delle criticità emerse sul territorio provinciale, si è operato già da tempo con investimenti per il contenimento dei consumi idrici in agricoltura mentre nel settore potabile è stato chiesto ai Comuni la limitazione dei consumi potabili alle strette esigenze essenziali.
  2. A fronte del delicato quadro finanziario del bilancio provinciale degli ultimi anni, che ha di fatto impedito la formazione di un piano pluriennale di finanziamento, la Giunta Provinciale è intervenuta sostenendo i Comuni per l’attuazione degli interventi caratterizzati da particolare urgenza, utilizzando le risorse del Fondo di riserva di cui al comma 5, art. 11 della L.P. 36/93 e s.m.. Con particolare riferimento agli interventi inerenti le reti idriche, dal 2018 ad oggi sono stati assegnati contributi per complessivi 16,4 milioni di Euro; ulteriori assegnazioni per complessivi 3 milioni di Euro riguardano interventi “misti”, che comprendono lavori inerenti sia le reti idriche che le reti fognarie.

3.

Per quanto riguarda il fondo straordinario stanziato con l’ultima manovra di assestamento

del bilancio provinciale per fronteggiare l’emergenza prezzi e per il sostegno dell’economia,

sono attualmente in corso,

da parte della Giunta provinciale, le valutazioni in ordine alla sua

specifica finalizzazione

.

  1. Sono stati attivati dalle strutture provinciali i contatti con i Ministeri competenti per poter verificare la possibilità di accedere ai finanziamenti con fondi europei nel settore dell’incremento di efficienza delle reti e della realizzazione di interventi ritenuti strategici nel settore del servizio idrico per l’approvvigionamento potabile.
  2. Alcuni Comuni e Gestori del servizio idrico hanno presentato progetti sui bandi PNRR; tuttavia è stato riscontrato che, nella priorità degli interventi, sono stati privilegiati gli investimenti per il sud e quelli riferiti ad ambiti di utenza più vasti. Pertanto tali iniziative, sia pure ammissibili in termini di contenuti, non sono state finanziate per carenza di fondi.
  3. La situazione di criticità idrica che ha interessato il territorio provinciale a partire dalla primavera dell’anno in corso, non è ancora conclusa e pertanto i dati disponibili sono costantemente monitorati. Si deve comunque evidenziare che la distribuzione sul territorio delle circa 2.000 fonti che alimentano gli acquedotti trentini non consente una conoscenza capillare delle condizioni idriche di ciascuna di esse. Si è quindi operato, per avere un quadro complessivo a livello provinciale, con il supporto di Comuni e Gestori operanti sul territorio, analizzando i dati raccolti mediante elaborazioni ed approssimazioni statistiche. Il sistema idrico a scala provinciale è comunque complessivamente descritto, nel portale che raccoglie i dati dei Fascicoli Integrati di Acquedotto (FIA); tale banca dati consente di conoscere i fabbisogni e le perdite per ciascun ambito comunale o sovracomunale. Al fine di ottenere da parte dei Comuni un costante e capillare aggiornamento dei dati, la Giunta ha recentemente adottato una specifica deliberazione (deliberazione n. 1241 di data 8 luglio 2022 ” Individuazione di criteri tecnici inerenti il servizio idrico di acquedotto”).
  4. Nel periodo di emergenza in atto, sono state date ai Comuni indicazioni di limitare i consumi a quanto strettamente necessario per il consumo domestico, di ridurre le pressioni di rete e di individuare soluzioni per l’alimentazione di emergenza (prelievi idrici straordinari ove possibili e rifornimento con autobotti negli altri casi). Si è tenuto conto del fatto che ogni Comune potesse individuare, nella propria autonomia gestionale, le soluzioni più appropriate.
  5. Il sistema di contabilizzazione dei consumi è gestito a livello di singolo acquedotto e non permette, allo stato attuale, la conoscenza dei dati in tempo reale, in quanto la gran parte dei contatori non è in telelettura ma richiede una lettura “manuale” (o autolettura), a cadenza annuale o semestrale. I Comuni sono intervenuti primariamente per attuare gli interventi dovuti a rotture e perdite localizzate, non essendo gli effetti riscontrabili nel breve periodo. Tali interventi richiedono una pianificazione ed investimenti da suddividere su più anni.
  6. Preso atto che è competenza del Sindaco emettere le ordinanze, la Provincia ha comunque ritenuto opportuno censire tali provvedimenti contingenti, emanati in piena autonomia dai sindaci stessi, unicamente per poter avere una visione complessiva della situazione e poter dare supporto alle situazioni più critiche.
  7. Gli importi delle sanzioni per i trasgressori dei vincoli imposti dalle ordinanze sindacali, sono indicati nelle ordinanze stesse con i relativi riferimenti di legge. Il dato complessivo non è nella disponibilità della Provincia.

Distinti saluti.

– Mario Tonina –

 

 

 

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