News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS

COMUNITÀ GIUDICARIE * LETTERA A MINISTERO E PRESIDENTE FUGATTI « PROBLEMATICA GRANDI CARNIVORI, DOCUMENTO URGENTE DEL CONSIGLIO DEI SINDACI » (PDF INTEGRALE)

Scritto da
11.52 - mercoledì 9 agosto 2023
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///
Si invia il documento del Consiglio dei Sindaci delle Giudicarie relativo alla problematica della presenza dei grandi carnivori nel territorio del Trentino sud-occidentale, che è stato trasmesso in data odierna al Sen. Claudio Barbaro, Sottosegretario del Ministero Ambiente e Sicurezza Energetica, al presidente della PAT Maurizio Fugatti, all’assessore PAT Giulia Zanotelli e, per conoscenza, al presidente del C.A.L. Paride Gianmoena.
***

ORSI E LUPI, È ORA DI AGIRE

Richiesta degli Amministratori delle Giudicarie, affinché vengano assunte decisioni immediate rispetto all’attuale presenza e alla futura gestione dei grandi carnivori

I Sindaci e il Presidente della Comunità di Valle delle Giudicarie, fortemente preoccupati per le condizioni creatasi sul territorio, a causa della massiccia presenza dei grandi carnivori, ritengono doveroso e necessario assumere una decisa posizione nel merito, richiamando le istituzioni e le autorità competenti a intervenire tempestivamente, per porre immediati rimedi a una situazione non più tollerabile e che sta profondamente condizionando la vita di residenti e turisti, esponendoli a danni sistematici e oggettivi pericoli.

E’ questo, in sintesi, il messaggio emerso dall’acceso confronto tra gli amministratori giudicariesi, riunitisi, con urgenza, presso la Comunità di Valle lo scorso 3 agosto, a seguito di una nuova aggressione da parte di un orso a due ragazzi a Roncone, circostanza che poteva generare un esito ben più drammatico. In realtà, la riunione era già stata programmata per le prossime settimane, in ragione di una situazione divenuta progressivamente insostenibile e che sta letteralmente terrorizzando la popolazione, con inevitabili riflessi anche sull’economia; al cospetto dell’ennesimo segnale di grave pericolo, si è deciso di anticiparla.

I sindaci hanno evidenziato che gli avvistamenti e gli incontri ravvicinati con lupi e orsi ormai non si contano più, con apparizioni sempre più frequenti anche nel fondovalle e addirittura all’interno dei paesi, ad ogni ora del giorno.

Tali predatori sono protagonisti continuamente di aggressioni ad animali da allevamento e questo sta rendendo molto complicata la vita, in particolare, degli operatori del settore silvo-pastorale: una categoria di fondamentale importanza e già esposta a grandi sacrifici, che andrebbe totalmente e ulteriormente tutelata, poiché autentici custodi del paesaggio, della cultura e delle tradizioni trentine. Ma questi mammiferi devastano anche alveari, recinti, porte di accesso alle baite e, addirittura, effettuano incursioni all’interno delle case di residenza; vengono avvistati sulle ciclabili, nei pressi di parchi giochi e all’interno degli abitati. Ultimamente, come detto, si sono avvicinati minacciosamente alle persone, prendendo sempre più “confidenza” con l’ambiente civile e mostrando comportamenti inusuali e pericolosi.
Tutti questi costanti “segnali” generano apprensione nei cittadini come nei sindaci, che, è opportuno sottolinearlo, per ruolo, sono anche responsabili della sicurezza, soprattutto se si considera ciò che è drammaticamente capitato in Valle di Sole nello scorso mese di aprile.

Il clima che si “respira”, in particolare, nelle Giudicarie e nelle altre vallate del Trentino occidentale è purtroppo molto diverso rispetto a quello che si racconta in una nota pubblicità prodotta da Trentino Marketing e diretta a promuovere la salubrità del nostro habitat. In verità, la vita, nelle citate aree, è diventata molto difficile: le persone, impaurite, hanno abbandonato la montagna e di conseguenza la sua manutenzione, rinunciando a recarsi nelle baite di proprietà, a trasferirvi gli animali domestici durante la bella stagione, come accade da sempre, a compiere escursioni in quota a piedi e in bicicletta, a passeggiare sulle ciclabili, ad andare per funghi, a far giocare i bambini nel bosco, nei prati e perfino nei numerosi parchi che sorgono ai margini dei paesi; ultimamente, si vive perfino con il fondato timore di incontrare orsi e lupi nei centri abitati, situazioni peraltro documentate regolarmente da video e immagini, che vengono diffusi attraverso social network e media.

Ci si chiede, inoltre, che ulteriori ripercussioni possa avere questa condizione sull’economia, vista la vocazione dei citati territori, frequentati da decenni da turisti che vi si recano soprattutto perché amano il contatto con la natura; come detto, vi è pure il timore che la pastorizia e la “vita in malga”, stremate, possano giungere all’epilogo, con l’abbandono degli alpeggi. Non può mancare una sottolineatura rispetto alla “dignità” del regno animale: è giusto tutelare orsi e lupi, ma andrebbero preservati anche mucche, asini, capre, specie che, peraltro, spesso generano da parte dei proprietari autentici “rapporti affettivi”. Infine, si desidera rammentare che le problematiche innescate dalla presenza dei grandi carnivori si sommano ad un periodo storico molto delicato, poiché profondamente segnato dal Covid, che, tra il resto, ha determinato l’effetto di limitare per anni le possibilità di spostamento e incontro tra le persone, compromettendo quella “normalità” che oggi, legittimamente, si pretende di recuperare appieno.

Va opportunamente puntualizzato che la discussione tra gli amministratori si è svolta nella consapevolezza che un problema tanto complesso richiede un approccio lucido, responsabile, coerente, oggettivo e lontano da estremismi emotivi. Si è quindi chiesto al Presidente del Parco Naturale Adamello Brenta, Walter Ferrazza, che ricopre anche la carica di sindaco di Bocenago, di illustrare in maniera puntuale la genesi e lo sviluppo del progetto “Life Ursus”, seguito proprio dall’ente Parco, oltre che la normativa vigente relativamente alla gestione delle “specie protette” in questione: essenzialmente, dalla disamina, è emerso che, all’epoca, la reintroduzione dei plantigradi venne accettata senza particolari remore dagli amministratori e dalla popolazione locali, anche in ragione del fatto che erano previsti precisi protocolli di intervento, al cospetto di situazioni di eventuale pericolo o rischio.

 

In particolare:
– Con il progetto “Life Ursus” promosso dal Parco Naturale Adamello Brenta, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (oggi ISPRA), l’orso bruno è stato reintrodotto nel territorio provinciale, a partire dal 26 maggio 1999, dopo che le analisi effettuate nel 1997 per la realizzazione del Progetto avevano confermato la sua estinzione biologica;
– Lo Studio di Fattibilità del progetto Life Ursus stabiliva che “il numero minimo di orsi da raggiungere, capace di rappresentare una popolazione vitale ossia in grado di autosostenersi, consiste in 40/60 esemplari. ln base alle densità medie dei plantigradi su territori simili a quello alpino e tenendo conto delle precedenti esperienze di reintroduzione in ambito europeo, l’area necessaria a sostenere tale densità è stimata tra 1.350 e 3.000 km2 di territorio idoneo”;

– Oggi si osserva che la densità di orsi attualmente, rilevata in particolare in Giudicarie e nelle aree limitrofe, unitamente all’incremento della presenza del lupo, espone le popolazioni, in condizioni di vita ordinarie, ad un pericolo concreto ed in diverse situazioni imprevedibile. Rispetto ai dati di progetto gli orsi si sono infatti concentrati in aree ristrette del territorio e il futuro dell’orso è ora legato al grado di accettazione accordato alla specie dalla nostra società e alle misure gestionali che si riuscirà a “mettere in campo” per semplificare la convivenza;

– Nel 2000, il Piano di Azione europeo per la conservazione dell’orso bruno (Swenson et al., 2000, adottato dal Consiglio d’Europa con Raccomandazione 74 del Comitato Permanente della Convenzione di Berna) definisce come problematici quegli orsi i cui comportamenti portano a conflitti con gli esseri umani. Nello specifico, il Piano indica come problematici quegli animali che “causano danni all’agricoltura, visitano le discariche di rifiuti, o orsi coinvolti in lesioni/uccisioni di esseri umani”;

– il Piano di Azione interregionale per la Conservazione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali (PACOBACE – AA.VV., 2010) indica come problematici quei soggetti che assumono comportamenti confidenti nei confronti dell’uomo. Nello specifico, esso distingue, nell’ambito degli ‘orsi problematici’, i comportamenti che possono essere definiti come ‘dannosi’ o ‘pericolosi’;

– Secondo il PACOBACE, come modificato da Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Prot. 0015137 PNM del 30/07/2015, quindi, “un ‘orso dannoso’ è un orso che arreca ripetutamente danni materiali alle cose (predazione di bestiame domestico, distruzione di alveari o danni a coltivazioni, o in generale danni a infrastrutture) o utilizza in modo ripetuto fonti di cibo legate alla presenza umana (alimenti per l’uomo, alimenti per il bestiame o per il foraggiamento della fauna selvatica, rifiuti, frutta coltivata nei pressi di abitazioni, ecc.);

– Per quanto riguarda gli ‘orsi pericolosi’, il PACOBACE afferma che esistono una serie di comportamenti che lasciano prevedere la possibilità che l’orso costituisca una fonte di pericolo per l’uomo e, in genere, la pericolosità di un individuo è direttamente proporzionale alla sua ‘abituazione’ (assuefazione) all’uomo;

– Il PACOBACE rimane il riferimento in termini di gestione e conservazione, anche considerando che il documento è formalmente adottato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), da ISPRA e da tutte le Regioni e Province autonome delle Alpi centrorientali, ed è pertanto la base formale della politica di gestione e conservazione dell’orso bruno. I comportamenti sono il 13, 15, 16, 17 e 18 della Tabella 3.1 del Piano (Tabella 1 del presente documento), ovvero gli atteggiamenti riscontrati nei numerosi individui che manifestano comportamenti problematici in Giudicarie e per i quali le azioni di dissuasione non hanno condotto a risultati;

– E’ necessario concentrarsi da subito sull’ideazione di un programma di carattere tecnico-scientifico e socio-economico finalizzato alla individuazione di una soglia numerica che tenga conto delle esigenze biologiche della specie e sociopolitiche dell’uomo, in una sorta di patto sociale. Tale programma era stato peraltro già ipotizzato e delineato dal Professor Guido Tosi e dal Professor Marco Apollonio in uno studio commissionato dalla Provincia di Trento e realizzato nel 2011 in collaborazione con il Parco Naturale Adamello Brenta. L’applicazione di una capacità portante sociale (numero massimo di orsi sostenibile) non può prescindere dalla possibilità di un prelievo finalizzato al controllo della crescita, modificando quindi l’attuale quadro legale.

Alla luce di simili premesse, gli amministratori delle Valli Giudicarie, con determinazione, chiedono alle Autorità competenti in materia:
– l’attivazione di uno stato di emergenza con la nomina di un Commissario, dotato di poteri esecutivi, che possa agire in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a un evento straordinario come quello che si sta verificando;
– l’applicazione puntuale delle azioni previste sin dall’origine del progetto “Life ursus” e nel PACOBACE per la rimozione, la limitazione, il monitoraggio degli esemplari pericolosi e per la risoluzione di problematiche derivanti dalla presenza degli animali selvatici, invitando il Presidente ad utilizzare la propria facoltà di autorizzare il prelievo, la cattura o, se del caso, la rimozione di orsi e lupi ai sensi e per gli effetti dell’art. 1 della LP n. 09/2018;

– l’attivazione di idonei strumenti mirati a ridurre e contenere il numero degli esemplari, la cui presenza deve essere quantitativamente compatibile con l’oggettiva condizione del territorio e con il livello di antropizzazione che lo caratterizza, modificando, se necessario, anche le normative vigenti che, attualmente, appaiono obiettivamente inconciliabili con le condizioni di vita naturale delle vallate del Trentino occidentale, chiedendo un’immediata deroga e applicando l’art. 16 della direttiva Habitat e l’art. 11 del DPR 357/1997. Ciò detto, si ritiene che limitarsi all’individuazione e al prelievo esclusivamente degli animali ritenuti pericolosi o dannosi, rappresenti una soluzione solo parziale del problema;

– indicazioni puntuali in merito a provvedimenti e comportamenti che i sindaci devono adottare rispetto alla problematica generale, ma anche in condizioni emergenziali contingenti, con l’adozione di protocolli di comunicazione precisi e tempestivi rispetto a situazioni di pericolo, spostamenti degli animali e azioni attivate dal corpo forestale sui territori di competenze. È convinzione condivisa che l’efficacia di tale comunicazione incida profondamente anche sulla capacità di informare i cittadini e prevenire eventuali criticità specifiche;
– un maggior coinvolgimento dei sindaci, in qualità di autentici rappresentanti e garanti della cittadinanza, relativamente alle strategie di contrasto al problema;

– la piena assunzione di responsabilità da parte dei soggetti competenti, in merito alla gestione delle emergenze, delle azioni preventive e delle situazioni di pericolo. Si ritiene, infatti, che ogni provvedimento che incida in forma diretta e indiretta sulla sicurezza dei cittadini debba richiamare le autorità preposte a rispondere in modo rapido, chiaro e inequivocabile, anche nella logica di evitare che si inneschino delle situazioni di immobilismo, incompatibili con le citate condizioni di oggettivo rischio e disagio per la cittadinanza;

– che qualsiasi azione attuale e futura rispetto alla tutela e alla valorizzazione della natura in tutte le sue componenti venga pianificata nella consapevolezza che l’ambiente montano presenta caratteristiche di antropizzazione ormai radicate e che, in particolare nelle vallate locali, hanno determinato storicamente un sostanziale equilibrio tra la presenza dell’uomo e quella delle specie selvatiche.

Certi di aver rappresentato in modo chiaro il pensiero degli amministratori, interpretando al meglio anche quello della popolazione locale e fiduciosi nella concreta, urgente e tempestiva attuazione di misure dirette a risolvere le problematiche enucleate, si porgono distinti saluti.

 

Tione di Trento, 9 agosto 2023

 

Il Presidente della Comunità di Valle e i Sindaci delle Giudicarie

 

Loader Loading...
EAD Logo Taking too long?

Reload Reload document
| Open Open in new tab

Scarica PDF

Categoria news:
OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.