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CASA AUTONOMIA.EU * AMMINISTRATIVE PAT: DEMAGRI, « LA SANITÀ SOTTO FUGATTI, COS’È SUCCESSO E COSA POSSIAMO ASPETTARCI? »

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09.47 - giovedì 19 ottobre 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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La sanità sotto Fugatti: cos’è successo e cosa possiamo aspettarci. Le elezioni provinciali del prossimo 22 ottobre hanno, naturalmente, una valenza anche politica; ma sono, come tutte le elezioni che non riguardano il Parlamento nazionale, anche e soprattutto un giudizio su cosa ha fatto la Giunta provinciale uscente – tanto più se il Presidente della Provincia si ricandida – e sulle “ricette” alternative proposte dall’opposizione.
Curiosamente, invece, la coalizione guidata da Fugatti si comporta come se al governo provinciale degli ultimi anni vi fossero stati altri politici, e dunque fa calare un velo di silenzio sulle molte cose fatte decisamente male e/o propone delle soluzioni alle varie questioni settoriali aperte (dalla sanità al Welfare, dai trasporti all’architettura istituzionale) del tutto diverse da quelle concretamente praticate nei cinque anni dove, grazie anche ad una maggioranza blindata e ad una netta supremazia della Lega sugli altri partiti, ha letteralmente potuto fare quello che voleva.
In realtà, niente di nuovo sotto il sole: se si ha la pazienza di confrontare il programma elettorale del candidato Fugatti del 2018 e quanto concretamente conseguito dalla sua Giunta, non si può non vedere un divario enorme. Tutto questo per dire che, citando Marco Travaglio, stiamo ancora una volta assistendo alla scomparsa dei fatti. Cercherò dunque, in pochi sintetici punti, di ricordare a chi ci legge alcune belle imprese della Giunta provinciale guidata da Fugatti: in altre parole, il caro, vecchio fact-check.

Ospedale di Cavalese
Ultime notizie per i residenti delle Valli dell’Avisio, e per i Trentini tutti.
Dopo aver azzerare il finanziamento per la ristrutturazione dell’Ospedale di Cavalese, già pronto e regolarmente stanziato nel bilancio 2018 della Provincia, e dopo un’incredibile serie di puntate, note a tutti, si pensava che almeno a fine Legislatura fosse stato posto un punto fermo sull’annosa vicenda. Niente affatto. Dopo aver deliberato, non più tardi del dicembre dell’anno scorso, la localizzazione a Masi di Cavalese, la Giunta Fugatti il mese scorso si è rimangiata tutto, stabilendo che l’Ospedale delle Valli dell’Avisio dovrà essere localizzato (testuale, non è uno scherzo!) “in un’area territoriale vasta, collocata, di massima tra i Comuni di Cavalese e Predazzo”. Fantastico: di massima l’Ospedale delle Valli di Fiemme, Fassa e Cembra, si farà quindi in Val di Fiemme, e non, come forse qualcuno pensava, nella Valle del Chiese o in Val di Sole.
Ovviamente, e lo dico ovviamente con ironia, si tratta di una grave e ponderata scelta, ma di massima, che non esclude dunque nessun’altra soluzione.

Questo spiega, tra l’altro, perché Guglielmi e Bosin, candidato pro Fugatti, insistano su Predazzo, mentre Cavada e Dalpalù, parimenti candidati pro Fugatti, per Cavalese. Con questo andazzo, tra cinque anni, forse, questi fulminei strateghi avranno deciso definitivamente dove collocarlo.
Anche qui, per inciso: in cinque anni, si è dibattuto fino alla nausea sulla localizzazione: niente è stato detto sulle funzioni che si vorrà assegnare a questo Ospedale. Saranno le stesse di adesso? Saranno altre? Né Fugatti né tantomeno Segnana si degnano di dircelo, ma non dire nulla vuol dire che si pensa di ricostruirlo con le medesime funzioni dell’attuale. Ossia, con un punto nascita tenuto aperto, H24 e sette giorni su sette, per meno di 150 parti all’anno; con gettonisti del predetto punto nascita che costano alla Comunità trentina fior di milioni ogni anno; con una drammatica carenza di quelli specialisti, dai geriatri ai diabetologi, dai neurologi ai fisiatri, che servono come il pane alla popolazione anziana delle Valli di riferimento. Ultima chicca: secondo l’Assessore Segnana, entro il 2026, verranno anche realizzate due nuove Case della Comunità, una a Sen Jan di Fassa e una a Predazzo. Delle due, l’una: o saranno gli attuali Poliambulatori dell’Azienda sanitari con un altro nome ed una sede più bella, o non si capisce con quale personale sanitario svolgeranno le ipotetiche nuove funzioni, né come queste ultime si raccorderanno con il nuovo Ospedale di Cavalese (o di Predazzo).

Programmazione sanitaria
Il punto precedente ci porta all’aspetto centrale del mio discorso: la sanità trentina è scesa così in basso in primis per mancanza di programmazione sanitaria. Intendo dire: non se ne può più di dichiarazioni a vanvera di questo o di quell’esponente dell’attuale Giunta: la sanità e la salute dei cittadini sono cose serie, che comportano scelte difficili e movimentano enormi masse di denaro. Conseguentemente, in tutte le Regioni serie, ivi compreso il Veneto governato dai Leghisti, il primo atto della Giunta è definire le scelte di politica sanitaria, per poi rendicontarle puntualmente ed aggiornarle periodicamente. Alzi la mano chi ha visto il Programma sanitario e socio sanitario provinciale, intendendo come tale quello previsto come obbligatorio dalla Legge provinciale sulla tutela della salute. E dunque: se Fugatti pensa di andare avanti altri cinque anni con provvedimenti – spezzone, senza un quadro d’insieme, senza dibattito pubblico, senza una seria cornice finanziaria di riferimento, saremo molto più nei guai di quanto già lo siamo ora.

Sanità privata
Mentre, curiosamente, l’Assessore alla sanità in carica, tace, chi si dà un gran daffare è il Consigliere Cia, referente della sanità per Fratelli d’Italia e, da molti, ipotizzato come nuovo Assessore. Se dunque la linea, nel silenzio leghista, la dà Cia, leggiamo le sue ricette: “togliere il budget di spesa e le restrizioni alle strutture private accreditate”; “adeguare le strutture delle case di riposo affinché ospitino sia ambulatori sanitari per gli ospiti e per la comunità che vive in quella zona, che centri diurni per anziani, così da trasformarli in un cuore pulsante del territorio dal punto di vista assistenziale”.

Sulla seconda proposta, è facile osservare come in molte zone del Trentino sia già così; se invece Cia voleva dire che questo modello dovrà valere dappertutto, ci spieghi anche come si potranno compatibilizzare il rafforzamento delle case di riposo, o meglio delle RSA, con la scelta di Fugatti, Segnana e Ruscitti di costruire, con i soldi del PNRR, bel 10 nuove Case delle Comunità e 3 nuovi Ospedali di Comunità. Per fare entrambe le cose, mancano le risorse economiche ma manca anche il personale sanitario e socio – sanitario; in alternativa, Cia dica chiaramente ai Trentini che le scelte dell’attuale Assessore sono profondamente sbagliate. Sul punto, invece, dell’aumentare ancora di più i finanziamenti alla sanità privata, che già, sotto questa Giunta, hanno raggiunto, grazie sia al vertice politico che a quello tecnico della sanità locale, il massimo storico, non credo serva dilungarsi in grandi dibattiti ideologici. La domanda che pongo ai nostri cittadini trentini è semplicemente questa: volete che le risorse economiche disponibili vadano potenziare il sistema pubblico, a garanzia dell’equità e dell’universalità di accesso di tutti, o volete che vadano ai produttori privati? Nel rispondere, vorrei che ciascuno tenesse presente cosa è stata la sanità pubblica nel 2020 e nel 2021, in Trentino ed in Lombardia, ai tempi del COVID.

NOT
Come sarà il nuovo Ospedale del Trentino (non di Trento!); dove sarà collocato, quali sanno il suo dimensionamento e le sue funzioni rispetto al complesso della rete ospedaliera trentina? Nessuno lo sa, anche perché questa Giunta, grande sponsor della sanità ospedaliera decentrata e dispersa tra tutti gli Ospedali di Valle, non vuole, evidentemente, far sapere quello che tutti sanno, ossia che questo Ospedale sarà in ogni caso ridotto rispetto all’attuale Santa Chiara.

Gratitudine e riconoscenza ai professionisti della sanità
Mentre la Provincia autonoma di Bolzano prevede un aumento di 600 euro lordi al mese in più per gli infermieri neo assunti che effettuano turni di reperibilità e notturni, oltre ad incentivi per gli alloggi, cosa fanno Fugatti e Segnana? Presto detto. I medici vedranno nelle loro buste paga, tra ottobre e dicembre di quest’anno, gli effetti dell’accordo collettivo per la chiusura definitiva del triennio 2016-2018: sono stati fatti passare, dunque, quasi cinque anni dalla scadenza naturale del loro contratto. Per gli infermieri, l’ultimo contratto collettivo chiuso è stato quello del 2019-2021, e per la sola parte economica: contratto scaduto, quindi, da quasi due anni. Per entrambi: per il solo anno 2023, riceveranno una somma una tantum di importo pari al 2,43% della parte fondamentale della retribuzione, quando il tasso medio in inflazione in Trentino nel 2023, secondo l’Istituto locale di statistica, è dell’8,4%. Dobbiamo stupirci della fuga dei professionisti sanitari dalla sanità pubblica?

Liste d’attesa
Anche su questo, è stato detto molto. Voglio quindi concludere con i dati ufficiali dell’Assessore Segnana, in risposta all’interrogazione del Consigliere Zanella, di qualche mese fa. Se vi va bene ricevere dal Servizio sanitario provinciale una colonscopia senza priorità clinica in 433 giorni anziché nei 120 giorni previsti; un’ecografia del capo collo in RAO B in 62 giorni anziché in 10; un’ecografia bilaterale della mammella senza priorità clinica in 254 anziché in 120; un elettrocardiogramma Holter senza priorità in 241 giorni anziché 120; una prima visita dermatologica senza priorità in 204 giorni anziché 120; una prima visita urologica in RAO C in 103 giorni anziché 30; bè, se vi va bene questo, votare Fugatti è proprio la scelta migliore.

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Paola Demagri

Movimento Casa Autonomia.eu

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