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10 FIRMATARI PATT * REPLICA AD EX PRESIDENTE LUIGI PANIZZA: « IL PARTITO NON HA MAI TRADITO IL SUO STATUTO, GLI AUTONOMISTI RIMANGONO AUTONOMISTI »

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12.09 - giovedì 1 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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IL PATT NON HA MAI TRADITO IL SUO STATUTO: GLI AUTONOMISTI SONO E RIMANGONO AUTONOMISTI.
Apprendiamo con sconcerto e stupore le dichiarazioni dell’ex Presidente Onorario Luigi Panizza, circa le ragioni della sua fuoriuscita dal partito, e ancor peggio rispetto alla sua dichiarazione di tradimento dei valori dello statuto nell’eventualità il PATT non virasse a sinistra, nonché quelle del Presidente Onorario Dario Pallaoro che ancora, nuovamente, in spregio ai deliberati congressuali e dei consigli di partito, esprime giudizi e ipotizza prospettive che non corrispondono a ciò che si sta realmente portando avanti.

A prescindere, di nuovo e per l’ennesima volta, che il partito insieme ai suoi amministratori, ai militanti, ai rappresentanti sul territorio e agli organi dirigenti, è impegnato nella produzione di un manifesto programmatico e che la questione alleanze non è (e non deve essere) la nostra priorità, perché lo scopo di un partito autonomista è portare un contributo determinante alla causa della difesa dell’Autonomia e dei trentini nel governo provinciale e non stringere alleanze sulla base della contrapposizione fine a se stessa verso una determinata parte politica, con questo documento intendiamo reagire a queste accuse false e infondate ma soprattutto fuorvianti nel principio e pretestuose nel momento in cui sono state mosse.

Pretestuose perché Luigi Panizza scese appositamente dalla sua valle, per la prima volta dopo molti anni, per chiedere al Consiglio del Partito, con voce tuonante e profonda convinzione, di rompere il patto con il centrosinistra e di presentarsi autonomamente, garantendo in tal modo la vittoria sicura al centrodestra. Come non ricordare poi che lui stesso, da assessore provinciale all’istruzione, venne sfiduciato dagli alleati della sinistra di allora e che lui stesso poi sfiduciò l’assessore di sinistra che lo aveva sostituito.

Fuorvianti perché lo statuto del Partito Autonomista Trentino Tirolese, e il professor Luigi Panizza dovrebbe saperlo bene, declina la solidarietà non tanto rispetto alla questione del terzo mondo, pur chiaramente battendosi per l’uguaglianza di tutti gli uomini, ma anzitutto al diritto dei trentini al lavoro e al benessere nella propria terra “con precedenza su quelli provenienti da altre regioni” (recita testualmente lo Statuto). D’altronde basta cercare nei nostri archivi i documenti dei padri fondatori, Enrico Pruner in primis, per ritrovare ovunque lo slogan “Prima i Trentini”. Inoltre, come tra l’altro dichiarato nella tesi congressuale applaudita dai presidenti onorari, il PATT vuole farsi promotore di una gestione degli immigrati in linea con i bisogni del mercato del lavoro del Trentino, ma che preveda anche il pugno di ferro rispetto a coloro che si rendono protagonisti di fenomeni di criminalità. Se perseguire questo scopo significa allontanarsi dalla “solidarietà indiscriminata” tanto cara a certe formazioni politiche ci dichiariamo colpevoli, ma di certo non razzisti.

Prevedere maggiori garanzie per chi da sempre abita in questa terra, ne ha garantito la sopravvivenza anche nelle aree più difficili, ha tenuto duro e ne ha portato avanti lo sviluppo, anche a costo di grandi sacrifici, non significa essere razzisti – come Luigi Panizza afferma – ma al contrario autonomisti coerenti che sentono forte la responsabilità di rispondere in primis alle proprie comunità.

Se poi ci si vuole richiamare ai principi della Dottrina sociale della Chiesa, le battaglie di cui si fa portavoce la parte politica alla quale vuole apparentarsi il professor Panizza appaiono quanto mai lontane da quanto professato dalla Chiesa, a meno che – a nostra insaputa – essa non abbia sdoganato il diritto all’aborto, all’adozione di bambini da parte di coppie gay, il fine vita assistito, l’utero in affitto, il matrimonio omosessuale, l’uso delle droghe leggere e così via. Sia chiaro, battaglie che noi certamente non mettiamo in discussione e che vanno affrontate nel rispetto delle diverse sensibilità, ma se si sceglie di appellarsi alla religione o lo si fa in maniera coerentemente oggettiva o è meglio astenersi.

Noi amministratori autonomisti, impegnati ogni giorno nell’adempimento dei propri doveri nei confronti delle nostre comunità, sostenuti dall’impegno e dalla generosa disponibilità delle nostre Sezioni e dei tanti militanti nel territorio, e occupati a difendere e a promuovere le autonomie comunali, rispediamo decisamente e con forza al mittente illazioni e accuse che pongono il nostro impegno al di fuori dei confini del nostro Statuto che è e rimane il faro del nostro agire politico e amministrativo.

Demandiamo alla Segreteria politica provinciale il delicato compito di portare a termine la determinazione del perimetro entro il quale il Partito Autonomista Trentino Tirolese alle prossime elezioni provinciali può esprimere al meglio il suo potenziale in difesa delle genti trentine e le confermiamo la totale fiducia già espressa sia in sede congressuale che nelle successive molte occasioni dei Consigli di partito.

 

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Amministratori PATT firmatari:
Francesca Aprone (Assessore Comune di Ala)
Silvia Betta (Vice Sindaco Comune di Riva del Garda) Massimiliano Girardi (Vice Sindaco Comune di Cles)
Andrea Biasi (Sindaco Comune di Sfruz)
Lorenzo Ossanna (Assessore Regionale)
Franco Nicolodi (Consigliere Comune di Isera)
Stefano Bresciani (Consigliere Comune di Arco)
Giuliano Mattei (Vice Presidente del Consiglio Comune di Ala) Emanuele Valduga (Consigliere Comune di Isera)
Fabrizio Leonardi (Consigliere Comune di Cles)
Giuseppe Giuliani (Consigliere Comune Riva del Garda) Federico Rosina (Consigliere Comune di Isera)
Giuliano Rosà (Consigliere Comune di Nago Torbole)

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