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M5S TRENTINO – PRADA, RULLO, VERGNANO * “IL PERCHÉ DELLE NOSTRE AUTOSOSPENSIONI DAL PARTITO”

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17.34 - mercoledì 31 gennaio 2018

Le nostre autosospensioni dal M5S. Chi ci conosce, veramente, sa che questa lettera è per noi una enorme sconfitta. Chi ci conosce, anche solo poco, sa che da oltre 5 anni non ci risparmiamo per far decollare una idea di nuova politica locale e nazionale.

La nostra storia parla per noi.

Questa è la nostra prima esperienza politica, a cui abbiamo aderito credendo intimamente di poter contribuire a cambiare il nostro Paese.

Abbiamo studiato, elaborato, proposto insieme a tante persone.

Abbiamo viaggiato, quasi sempre a spese nostre, per conoscere le realtà che avrebbero potuto darci notizie ed elementi per formulare proposte convincenti e condivise.

Abbiamo partecipato a convegni internazionali, alcuni di noi sono stati invitati in Parlamento italiano ed europeo, abbiamo esposto le nostre tesi (che sono sempre diventate le tesi del Movimento quando gli attivisti hanno avuto la possibilità di votarle) in varie serate organizzate da molti meetup italiani.

Dal 2012 partecipiamo non solo attivamente, ma siamo considerati, a torto o a ragione, elementi fondamentali del Movimento 5 Stelle trentino.

Candidati sindaco per Rovereto, Riva del Garda e Arco, dal giorno delle elezioni abbiamo portato in comune molte battaglie del Movimento. La mobilità sostenibile, la democrazia diretta, la lotta al consumo del suolo, la lotta per mantenere l’acqua pubblica, la battaglia per i beni comuni.

Sempre in una veste istituzionale di rispetto per i cittadini che non avevano le nostre idee.

Siamo stati “educati” a non essere professionisti della politica, ma cittadini prestati momentaneamente al servizio dei beni comuni. Esponenti della società civile che si prestano all’amministrazione pubblica.

Oggi scopriamo che per il Movimento sono altri i soggetti della società civile. Scopriamo di essere diventati, per logica, professionisti della politica.

All’inizio pensavamo queste fossero persone degne, come tante altre, soltanto a noi sconosciute. Poi scopriamo che per il collegio di Rovereto al Senato è stata nominata una persona con sani e notevoli trascorsi politici fin almeno dal 2000. Cosa non rara e per nulla deprecabile.

Ma soffriamo ancora dell’esperienza delle provinciali 2013 dove, pur avendo conosciuto per più di un anno la persona, fummo traditi politicamente in modo fragoroso da un profilo che ci pare paragonabile.

Visto che questa volta non abbiamo partecipato alla selezione, non possiamo, in coscienza, chiedere agli elettori del M5S di votare per un profilo che ci pone enormi dubbi.

Il candidato nel collegio roveretano della Camera, invece, è persona di cui non possiamo dire nulla. Nulla perchè non la conosciamo. Nulla perchè non l’abbiamo mai incontrata a nessun gruppo.

Nulla perchè non si è neppure presentata. Ma quel che è peggio è che chi ha fatto le selezioni non ha ritenuto di dover spiegare o condividere la decisione. Nè tantomeno si è preoccupato di chiedere informazioni.

Non pretendiamo di decidere. Chiaramente le responsabilità sono diverse; ma pretendiamo di poter spiegare a chi ha dato il voto al Movimento 5 Stelle nei nostri territori chi siano i candidati che presentiamo.

Abbiamo questo piccolo vezzo: prima di indicare una persona vogliamo sapere chi sia, cosa pensi, cosa potrà fare per il territorio.

Questo ci è stato impedito. Avendo letto il profilo di uno e non sapendo chi sia l’altro nostro candidato siamo costretti a sfilarci.

Non possiamo, nè vogliamo, dire nulla nei loro confronti personalmente.

Notiamo solamente una leggera arroganza quando leggiamo che “finalmente il M5S si è aperto alla società civile e alla competenza”, come se fino ad oggi i candidati fossero tutti professionisti e incompetenti.

Ma noi nasciamo, politicamente, col M5S, chi ha fatto quella affermazione no.

Ci limiteremo a dire che siamo in estremo imbarazzo.

Per questo non potremo, in onestà, andare in un luogo pubblico e promuoverli.

Ma i due prescelti all’uninominale no.

Non sono stati votati da un gruppo di attivisti, davanti ai quali ci saremmo inchinati, ma sono stati selezionati da una persona con cui credevamo di aver collaborato in modo fattivo e proficuo in tutti questi anni.

Evidentemente la nostra presenza è servita solo in alcuni frangenti, e ora non ha più interesse.

Ci inchiniamo di fronte a questa decisione e per questo ci autosospendiamo dal Movimento, fino alla decisione definitiva, in quanto non crediamo più di poter essere utili.

Visto che abbiamo fatto due promesse, quando ci siamo candidati, una al Movimento e una ai Meetup che ci hanno indicati come candidati sindaco, chiederemo loro di decidere se la nostra autosospensione dal M5S, qualora diventasse espulsione, debba essere seguita anche dalle dimissioni da consigliere comunale.

Nel caso di responso positivo inoltreremo la decisione ai rispettivi Sindaci e Segretari comunale per la sostituzione di rito.

 

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Flavio Prada – ex candidato sindaco Riva del Garda, consigliere comunale

Giovanni Rullo – ex candidato sindaco Arco, consigliere comunale

Paolo Vergnano – ex candidato sindaco Rovereto, consigliere comunale

 

 

 

 

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