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MAESTRI (PD TRENTINO) – INTERROGAZIONE * FAMIGLIA: « COSA INTENDE FARE LA GIUNTA PAT PER SOSTENERE LA NATALITÀ? »

Scritto da
12.34 - mercoledì 3 gennaio 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Le recenti dichiarazioni del Presidente della Provincia volte a evidenziare i rischi del cosiddetto “inverno demografico”, pur se condivisibili, rendono palese il fallimento delle politiche per la famiglia fin qui attuate dalla Giunta provinciale e rappresentano anche il limite oggettivo delle scelte di chi ritiene di doversi occupare del quotidiano, anziché elaborare politiche di lunga deriva ed a forte impronta programmatoria.

Su tali rilevanti questioni, la Consigliera del PD del Trentino, Lucia Maestri, ha depositato oggi una interrogazione per conoscere gli esiti dei finanziamenti erogati a tutt’oggi a sostegno della natalità; il loro ammontare annuale; l’opportunità o meno di ricondurre ad un’unica regia tutte le politiche per la famiglia e se la nuova Giunta provinciale intende farsi carico di una complessiva nuova politica di incentivazione delle nascite, assicurando condizioni minime di vivibilità e di sostenibilità per chi decide di avere figli.

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Interrogazione n.

QUALI NUOVE POLITICHE PER LA FAMIGLIA?

Sull’onda dei molti appelli di questi giorni, anche il Presidente della Giunta provinciale ha voluto richiamare la comunità trentina ad una rinnovata attenzione alle dimensioni crescenti del cosiddetto “inverno demografico”. Si tratta di una sollecitazione importante, presa sicuramente tenendo conto delle difficoltà odierne delle famiglie e dei loro bisogni, nonché di tutti i fattori che concorrono a frenare i tassi di natalità su versanti come quello abitativo, occupazionale e, non ultimo, sociale. Sono infatti questi che costituiscono le precondizioni minime per incentivare, laddove possibile, la ripresa delle nascite anche in Trentino. In altre parole, come suggerisce la prof.a Vitali demografa dell’Università di Trento, servono politiche specifiche per la natalità che vanno da quelle del lavoro a quelle abitative ed al sostegno per le giovani coppie, ma soprattutto bisogna agire investendo molto nella trasformazione sociale, secondo il modello che troviamo già attivo nel nord Europa e che punta ad un coinvolgimento parificato fra uomo e donna nella genitorialità.

Serve insomma qualcosa di ben diverso dagli appelli, che tanto ricordano i richiami del “dare figli alla patria” e dai “bonus una tantum”, affinché mutino i contesti e le mentalità, ivi comprese quelle che frenano le adozioni per i “single”, come per le coppie non più giovanissime e via elencando. Al contempo va pensata una seria politica, al di là dei facili slogan da propaganda elettorale, nei riguardi degli stranieri che qui lavorano e vivono e che sono in prima linea nel mantenere livelli minimamente accettabili di natalità.

Eppure, le affermazioni del Presidente della Provincia dimostrano anche e palesemente, il fallimento evidente delle più recenti politiche per la famiglia a livello provinciale, come i soli incentivi economici per le nascite, indicando l’urgenza di nuove elaborazioni più complesse e necessariamente misurate sul versante della programmazione e della prospettiva temporale medio-lunga. Altrimenti, allo stato attuale, le affermazioni del Presidente appaiono solo come un auspicio retorico, più che un concreto impegno volto a migliorare le condizioni complessive dei nuclei familiari attuali e futuri. Ma non solo.

La predicazione sovranista e securitaria, sulla quale certa politica sta lucrando, non tiene affatto conto della stessa realtà che il Presidente della Provincia, che è curiosamente anche il leader indiscusso di quella predicazione, pone in evidenza quando invoca la necessità del rilancio delle nascite. Senza ricambio generazionale non c’è domani e sarà quindi sempre più indispensabile guardare con occhio diverso all’apporto prezioso dei lavoratori stranieri, per garantire almeno i livelli produttivi attuali e per mantenere il sistema delle tassazioni e delle contribuzioni previdenziali, sul quale si regge la tenuta sociale complessiva. Le sollecitazioni natalizie insomma non bastano.

Senza dubbio il tema è di natura strutturale e non può essere affrontato con soluzioni “spot” o con la consueta tecnica del rinvio, posto che non sembrano esistere soluzioni né rapide, né immediate. Precarietà, redditi bassi, sfavorevoli condizioni abitative, carichi fiscali crescenti da un lato e limiti consistenti e continui all’ingresso ed all’inserimento sociale di lavoratori stranieri e delle loro famiglie dall’altro, sono gli aspetti che più preoccupano in questa fase e che chiedono immediate risposte di una concretezza che sappia guardare ben oltre le ideologie e le convenienze politiche elettorali.

Pur consapevoli del prevalere della scelta minimalista di coloro che, abdicando ad una visione politica di futuro, vogliono concentrare ogni sforzo sulla gestione del quotidiano e quindi anche sulla coltivazione del consenso spicciolo, oggi la vastità e la complessità del tema neonatale è tale da imporre invece un deciso riorientamento delle politiche provinciali, non più costrette al piccolo cabotaggio ma adattate ad affrontare gli orizzonti larghi – ed anche spesso sconosciuti – della complessità.

Tutto ciò premesso, si interroga la Giunta provinciale per sapere:

– quali esiti, in termini numerici, hanno prodotto i finanziamenti erogati a tutt’oggi dalla Provincia a sostegno della natalità, ovvero quante famiglie ne sono state interessate e quante sono ancora in attesa di ricevere tali sostegni;

– a quanto ammontano, nel dettaglio di ogni singolo anno, i finanziamenti della Provincia in favore dei processi di natalità sul territorio provinciale;

– se si ritiene opportuno ricondurre ad una regia unica l’intero pianeta delle scelte per la famiglia, secondo criteri di ragionevolezza e di funzionalità, anziché lasciare scoordinati i vari settori di intervento e le relative politiche;

– se la nuova Giunta provinciale intende – ed eventualmente come – farsi carico di una complessiva e nuova politica per la famiglia, intesa questa nel senso più ampio possibile, con l’obiettivo di incentivare le nascite, ma anche di assicurare garanzie minime di vivibilità e di sostenibilità per chi decide di avere figli.

A norma di Regolamento si richiede risposta scritta.

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Cons. Lucia Maestri

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