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FRANCESCA GEROSA * REPLICA A QUOTIDIANO “L’ADIGE”: « SOLO CONOSCERE LE COSE PUÒ PORTARE LA VERITÀ SULLA CARTA STAMPATA, MI RENDO DISPONIBILE PERCHÉ CIÒ SIA »

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18.09 - sabato 24 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Per amore di verità. Ho sorriso quando ho letto questo articolo pubblicato sull’Adige di oggi. Probabilmente chi ha avuto l’idea di dare al giornale informazioni scorrette e tendenziose, che nessuno peraltro, cosa che professionalità avrebbe richiesto, ha pensato di verificare prima di far uscire il pezzo, pensava di creare qualche mal di pancia, soprattutto dato che oggi è la Vigilia di Natale e per due giorni i giornali non usciranno, e non avrei avuto modo di fare smentite o precisazioni.

E invece eccomi qui, ancora qui. A metterci la faccia, come è mia consuetudine fare, perché sono abituata ad affrontare i problemi senza dovermi nascondere, con lo sguardo cristallino di chi si fa leggere dentro senza timore. Qualche puntualizzazione, potete capirmi, è d’obbligo, e non certo come giustificazione sia chiaro, perché a doversi giustificare semmai è qualcun altro, che si assumerà la responsabilità di quanto riportato e di quanto scritto, ma per amore di verità.

Voglio cominciare dai problemi organizzativi, dal disagio e dalle defezioni di cui ho letto. E’ vero, all’interno della Società qualche problema organizzativo esiste, perché negarlo? Il 2022 infatti è stato un anno intensissimo, e siamo stati chiamati a sfide epocali e al raggiungimento di obiettivi che credo negli ultimi decenni non hanno precedenti: 5 progetti nel PNRR, il Superbonus (per il quale dopo continue e attente analisi, anche a tutela delle risorse, è stata deliberata dal Consiglio qualche decina di milioni di lavori), la corsa alle ristrutturazioni degli alloggi di risulta, con le centinaia di alloggi chiusi che questo cda ha trovato da gestire (perché non è che siamo arrivati noi e li abbiamo chiusi per dispetto) per far fronte alle tante richieste, i problemi collegati al caro bollette, e non da ultimo l’enorme lavoro fatto quest’anno per fare sentire ai nostri inquilini la vicinanza della Società, con un deciso cambio di passo rispetto al passato.

Quindi sì, il carico di lavoro è enorme anche se dall’esterno è di difficile percezione, e c’è tanta stanchezza. Sono state richieste risorse umane aggiuntive alla PAT, per far fronte alla straordinarietà della situazione, ma ancora non è pervenuta risposta. Potevamo lasciare per strada tante attività diminuendo il carico di lavoro, e sarebbe stato ampiamente giustificabile, ma non l’abbiamo fatto. È una colpa? Se lo è me la prendo tutta, senza problemi, convinta che i nostri inquilini e gli obiettivi dati dal Socio meritino tutto il nostro impegno.

Il Consiglio, a cui va il mio ringraziamento, con responsabilità enorme ha deciso come modalità di lavorare con un costante e anche faticoso confronto durante le sedute consiliari; e non perché ho deciso di togliermi deleghe per “ingolfare il cda di decisioni”, ma perché la condivisione e il confronto, che a noi non pesa per niente oltre ad essere un nostro dovere (e mi stupisco che interessi il giornale e men che meno i suoi lettori), in un momento così difficile è fondamentale e una ricchezza per i destinatari a cui sono rivolte le nostre decisioni. Solo per togliere la curiosità che qualcuno potrebbe avere, è bene dirvi che il cda che presiedo viene convocato in sedute fiume che durano ore e ore per decidere, mai per non decidere, e ogni tematica viene approfondita con competenza e responsabilità, definendo linee strategiche e anche dettagli che senza l’input del consiglio non troverebbero declinazione; le questioni “bagatellari” non ci appartengono, ma probabilmente chi ha scritto l’articolo, e chi ha riportato dall’interno della Società queste parole, ne sa più di me, e ne prendo atto, e non posso che aggiungere un sorriso al sorriso.

I nostri consigli durano ore è vero, ma facciamo semplicemente il nostro dovere e nessuno si lamenta, e non voglio pensare che qualcuno abbia il coraggio di dirmi che sarebbe più opportuno valutare le cose velocemente e senza approfondimenti, perché vorrebbe dire che il mondo gira al contrario. Abbiamo perso il Presidente del collegio sindacale, che molto serenamente ha dato le dimissioni per motivi personali, un validissimo professionista con il quale ho sempre avuto ottima sintonia, e me ne dispiaccio, ma comprendo che il carico di lavoro in termini di tempo, fosse incompatibile con i suoi tantissimi impegni professionali. Tutto il resto? Pettegolezzi che lasciano il tempo che trovano, non verificati, e me ne dispiaccio perché una semplice telefonata avrebbe evitato un articolo che con tutti i problemi che ci sono non si capisce quali finalità abbia. Certamente non è riuscito a scalfire me e il consiglio, che sappiamo bene come stiamo lavorando e con quale qualità, gestendo anche tanti problemi che ci siamo trovati nostro malgrado a dover gestire.

Il nostro Direttore Generale, la dott.ssa Miriana Detti, uno dei più validi e competenti dirigenti con cui ho avuto a che fare, e che segue il coordinamento trasversale dei dirigenti insieme al dottor Aquilia (che è il Vice direttore generale quindi non un semplice dirigente), perché sia sempre aggiornato in caso di impedimento della Dg, non solo prende meno di quanto riportato sul giornale considerato poi che una parte del suo stipendio è legato agli obiettivi, ma prende molto meno del suo predecessore, e di tantissimi altri direttori generali, e questo perché questo consiglio ha voluto dare un segnale di sobrietà al suo arrivo. Il Consiglio ha deciso poi, e il Direttore Generale non ha potuto fare altrimenti che prenderne atto, di attribuire direttamente le procure operative ai dirigenti invece che darle tutte al DG, che a sua volta le sotto-delegava ai dirigenti, come era in precedenza: il controllo così resta sempre al Consiglio, come è giusto che sia, e non a un dirigente, seppur generale. Così è stato deciso, sempre nell’ottica della responsabilità che questo Consiglio si è preso in carico per gestire al meglio la Società.

Itea oggi è come una macchina che sta correndo con le ruote sgonfie, e i malumori, oltre ad essere a me noti, sono assolutamente giustificabili. Ringrazio tutti i nostri dipendenti per la costanza del loro impegno e per la dedizione profusa, protagonisti assoluti del raggiungimento dei nostri obiettivi. Invito il direttore Depentori e l’ignoto giornalista che ha scritto questo articolo non firmato, a venirmi a trovare in Itea, per fare loro vedere da vicino e toccare con mano pregi e difetti della nostra Società, con la solita trasparenza che mi contraddistingue, pronta a mettere sul tavolo tutte le difficoltà che abbiamo. Solo conoscere le cose può portare la verità sulla carta stampata, e mi rendo disponibile perché ciò sia.
Intanto, auguro a tutti Buon Natale!

 

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Francesca Gerosa

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