Commissione di indagine sull’affidamento dei minori: approvata all’unanimità la relazione finale. Nella rinnovata Sala Lenzi di palazzo Trentini la Commissione speciale d’indagine in materia di affidamento dei minori, istituita quasi tre anni fa dal Consiglio provinciale, ha approvato oggi all’unanimità la relazione finale sull’attività svolta.
Ora il documento di quasi 100 pagine che raccoglie analisi, approfondimenti, riflessioni, idee e proposte frutto di numerose riunioni, audizioni di operatori del settore, testimoni diretti ed esperti ma anche l’esito degli incontri sul territorio effettuati con sopralluoghi nei diversi centri e servizi sia pubblici sia del privato-sociale che ospitano minori in affido nella nostra provincia, sarà discusso in autunno dall’assemblea legislativa e consegnato poi alla Giunta perché tenga conto concretamente delle indicazioni in esso contenute.
Ora la Commissione, insediatasi il 5 novembre del 2019 per attuare una mozione approvata due mesi prima dall’assemblea legislativa su proposta della Lega, che assegnava a quest’organo uno “speciale “ incarico a termine volto alla verifica della qualità del sistema complessivo e dei servizi appositamente dedicati in Trentino all’affidamento dei minori al di fuori delle loro famiglie, sta concludendo il mandato. Alla bozza del testo che la scorsa settimana era stata sottoposto ai commissari, sono state apportate solo alcune modifiche tecniche dovute alla necessità di considerare le norme della legge sulla giustizia recentemente approvata dal Parlamento (la “riforma Cartabia”). Le novità consistono tra l’altro nella precisazione delle competenze sia della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni sia delle comunità di valle.
A proposito dei ritocchi apportati ed esprimendo grande apprezzamento per la relazione frutto di un lungo e impegnativo della Commissione, la presidente (Lega) ha osservato che a suo avviso sarebbe stato meglio prevedere non la facoltà bensì la necessità per il giudice di ascoltare direttamente anche il minore interessato con l’ausilio di un esperto.
La vicepresidente (Pd) ha osservato che le modifiche hanno ulteriormente chiarito il ruolo non decisionale ma esecutivo dei servizi sociali, chiamati ad attuare le disposizioni della Procura mediante la presa in carico dei minori d’intesa con la famiglia e gli altri soggetti pubblici competenti. Ciò conferma a suo avviso la validità della soluzione raccomandata nella relazione dalla Commissione d’indagine, di promuovere una equipe multidisciplinare di valutazione che consenta un’analisi a 360 gradi dei casi e dei problemi, affinché ad individuare la soluzione più adeguata per l’affido di un minore concorrano competenze e punti di vista diversi. La vicepresidente ha proposto anche alcune integrazioni al testo condivise da tutta la Commissione.