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COMUNE TRENTO * VARIANTE PRG: « PREROGATIVE DEL CONSIGLIO COMUNALE RISPETTATE, DALLA GIUNTA AVVIATA LA PROCEDURA NEI MODI E TERMINI PREVISTI DALLA LEGGE »

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17.10 - giovedì 1 dicembre 2022

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –
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Variante al Prg, rispettate le prerogative del Consiglio comunale. In relazione al ricorso al Tar contro la variante tecnica al Prg, è opportuno ribadire che la Giunta non ha approvato la variante al Prg, ma ha solo dato avvio alla procedura nei modi e nei termini previsti dalla legge. La Giunta non si è dunque sostituita in alcun modo al Consiglio comunale che sarà chiamato a discutere e ad approvare i contenuti della variante 2022-2023 in fase di costruzione.

C’è poi da aggiungere che gli obiettivi della variante urbanistica sono per lo più di carattere tecnico e non sono stati individuati dalla Giunta, ma sono stati approvati dal Consiglio comunale nel 2018. Non essendo stati recepiti integralmente dalla variante al piano regolatore generale 2019, la Giunta ha deciso di recuperarli per rimediare anche ad alcune difformità cartografiche e al non completo allineamento con il sistema pianificatorio provinciale che compromette la possibilità di impostare future varianti sostanziali. L’argomento è stato naturalmente discusso in commissione urbanistica, che ha avuto a disposizione tutta la documentazione della variante, compresa quella riguardante per esempio l’integrazione nel Prg della carta del paesaggio e la schedatura dei più rilevanti edifici contemporanei individuati già dalla variante 2019.

Il Consiglio comunale riunito in seduta straordinaria ha respinto la richiesta di bloccare l’iter proprio proprio in ragione del fatto che non sono state lese le prerogative dei Consiglieri a cui spetta l’adozione della variante stessa. Tra gli obiettivi urbanistici approvati dal Consiglio comunale nel 2018 c’è anche “lo stop al consumo di suolo, coerentemente con gli indirizzi della legge urbanistica provinciale, che prende atto della natura del suolo quale bene comune e risorsa non rinnovabile e afferma la necessità di favorire il riutilizzo, la rigenerazione ed eventualmente la densificazione dell’esistente”. A ciò si aggiunge “la conseguente salvaguardia e la valorizzazione del territorio agricolo e rurale, la razionale distribuzione delle attività al fine di una mobilità efficiente, il freno alla dispersione delle urbanizzazioni”. Non rientra dunque tra gli obiettivi della variante – e non lo potrebbe essere in nessun modo, visto il suo carattere tecnico – la trasformazione di aree agricole in edificabili, che peraltro è espressamente vietata dalla legge urbanistica provinciale.

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