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CGIL E UIL – TRENTINO * SANITÀ: « OPERAZIONE ASCOLTO, BENE IL CAMBIO DI METODO MA ORA SERVONO FATTI »

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17.24 - martedì 9 aprile 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Sanità. Bene il cambio di metodo, ma ora servono fatti. Cgil e Uil: l’emergenza è già oggi con sempre più famiglie trentine che non trovano risposte nel sistema pubblico. Valorizzare il personale e accelerare su medicina di prossimità e integrazione socio sanitaria e assistenziale.

“Nelle parole dell’assessore Tonina e nell’operazione ascolto che sta mettendo in campo si intravede un cambio di metodo. Auspichiamo che quanto appare sia poi confermato nei fatti. Un’analisi della Fondazione Gimbe diffusa oggi dice che la nostra provincia è quella che ha registrato la spesa sanitaria a carico delle famiglie per oltre 1.740 euro nel 2022, con un aumento che sfiora il 14%, mentre il 6% dei cittadini ha rinunciato alle cure. Questo ci dice che va rafforzato il sistema pubblico. Dunque non si può prescindere da una seria valorizzazione del personale, da un’accelerazione sulla medicina di prossimità e sull’integrazione socio sanitaria e assistenziale”.

Lo dicono i segretari provinciali di Cgil e Uil, ribadendo nel contempo di condividere molte delle preoccupazioni contenute nell’appello degli ordini professionali. “Facciamo nostre la gran parte di quei timori, che in più occasioni abbiamo condiviso come organizzazioni confederali. La sanità pubblica trentina ha bisogno di cure. Anche urgenti. Quindi bene l’operazione ascolto, poi però bisogna passare ai fatti, dimostrando la disponibilità a scelte lungimiranti e coraggiose. L’obiettivo deve essere garantire l’accesso alle cure di tutte le cittadine e i cittadini. Oggi non è così se un numero crescente di persone si rivolge alla sanità privata come dimostra l’aumento della spesa a carico delle famiglie. L’accesso alla cura si garantisce investendo sul sistema sanitario pubblico. Non siamo contrari ad un’integrazione con il privato accreditato, fino a quando questo non di traduce in un depotenziamento della sanità pubblica, che per noi deve restare centrale”, chiariscono Andrea Grosselli e Walter Alotti.

Le confederazioni insistono, in linea con le categorie del comparto, sulla necessità di mettere mano al problema personale con un progetto di valorizzazione delle professionalità esistenti, ma anche un piano straordinario di assunzioni.
Condividono l’accento sulla prevenzione, ricordando però che questa chiede investimenti nella medicina di prossimità e in una rete di servizi in cui sanitario e socio assistenziale si integrano. “Oggi siamo ancora lontani da questo obiettivo. Anche noi guardiamo con interesse alle case di comunità e ai fondi del Pnrr sulla medicina territoriale. Non basta però avere le strutture, servono i professionisti”, proseguono i due segretari ribadendo, in conclusione, l’auspicio che si apra il prima possibile un confronto con le organizzazioni sindacali. “Da parte nostra siamo pronti a dare un contributo per risolvere le problematiche del sistema sanitario provinciale”, concludono Grosselli e Alotti.

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