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CAMPOBASE GIOVANI * “AGRICOLTURA DI MONTAGNA“: « GRANDI CARNIVORI, NECESSARIA GESTIONE INTEGRATA E COMUNITARIA PER PROSEGUIRE L’ATTIVITÀ »

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06.49 - martedì 6 giugno 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Con l’evento “Giovani e Agricoltura di montagna”, al quale hanno partecipato gli allevatori Stefano Carloni (Giudicarie), Flavio Flessati (Val di Sole), Alessandro Stimpfl (Val di Non) e Thomas Mauroner (Alto Adige/Südtirol), la sezione giovanile di Campobase ha voluto avviare un percorso di dialogo aperto e propositivo con il territorio, rimettendo al centro del dibattito politico tematiche legate al futuro, alle tradizioni e alla cultura della nostra area alpina. Lo spopolamento delle zone rurali, alimentato sia da fattori economici che da una mancanza di prospettive, ha come diretta conseguenza una drastica riduzione del presidio del territorio, i cui effetti si manifestano in un avanzamento boschivo. Restituire un’identità ai luoghi, preservandone la biodiversità, significa riconoscere alla zootecnia un ruolo strategico di tutela del paesaggio in cui le esternalità positive generate contribuiscono ad alimentare altri settori economici come il turismo. Noi intendiamo l’autonomia come la responsabilità di fornire risposte adeguate alle necessità che investono quotidianamente la nostra Comunità in un’ottica di piena attuazione delle competenze che sono in capo alla nostra Provincia Autonoma.

Come giovani, mettiamo al primo posto l’esigenza di un’azione politica rivolta a sensibilizzare le persone sull’importanza del presidio territoriale che gli allevatori svolgono con la loro quotidiana e silenziosa attività. La mancanza di un’azienda zootecnica attiva nella cura e nella manutenzione del territorio si traduce in uno stato di abbandono dello stesso, con conseguente impatto negativo per l’intera economia rurale. In questa cornice, è necessario tornare ad investire in misure mirate alla riqualificazione e al ripristino degli insediamenti da destinare all’attività zootecnica. All’interno di un dialogo fra gli ospiti sono emersi alcuni aspetti comuni tra le nostre realtà territoriali. Tra questi si è evidenziata la necessità di una gestione integrata e comunitaria sul tema dei grandi carnivori, necessaria per proseguire con serenità la propria attività.

L’area alpina deve collaborare e agire in sinergia con la politica al fine di trovare strategie che non partano da posizioni puramente ideologiche o da slogan ma da soluzioni concrete e fattibili che contemplino sia una riprogrammazione, in chiave di maggior sicurezza e sostenibilità della zona alpina, che di un’eventuale rimozione di esemplari considerati a rischio. Dal futuro della zootecnia di montagna dipende il profilo anche identitario di una Terra Alta come il Trentino. Essa incorpora non solo una dimensione produttiva ma anche la sopravvivenza di un sistema sociale e territoriale che fa del territorio non un deserto abbandonato e neppure una Disneyland senza anima, ma una casa comune vissuta con impegno e responsabilità.

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