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ADAMI (PRESIDENTE ONDA) * “DIRITTO ALLA DISCONNESSIONE”: « HO SCRITTO UNA LETTERA APERTA, L’ASSESSORA GEROSA NON HA RISPOSTO »

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11.13 - venerdì 29 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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In vista delle festività pasquali, ai Dirigenti Scolastici è arrivata una nuova circolare firmata da Francesca Gerosa. Ribadendo quanto sostenuto in occasione delle vacanze di Carnevale, l’Assessora ha invitato i Docenti a non assegnare compiti durante le vacanze, per dar modo agli studenti di “disconnettersi”.

Come strategia per fidelizzare i giovani – allo scopo di accaparrarsi il consenso delle nuove leve elettorali – può anche funzionare. Come intervento volto a promuovere il “benessere emotivo” degli studenti, invece, pare piuttosto sterile, ma gli va riconosciuto almeno un merito: quello di certificare la superficialità con cui viene affrontato il disagio giovanile.

In questi ultimi giorni, sui quotidiani locali, oltre al video della rissa all’istituto Veronesi sono comparsi articoli sulla condizione dei giovani trentini. I dati che emergono sono a dir poco allarmanti: numeri in costante crescita di ragazzi in difficoltà, di ritirati sociali, di abbandoni scolastici, di crisi d’ansia.

Il 6 febbraio scorso la dottoressa Daniela Lucangeli, docente di psicologia dello sviluppo presso l’Università di Padova, ha tenuto una conferenza dal titolo “prigionieri della rete”. Un incontro aperto a genitori, insegnanti ed educatori presso il S. Chiara. L’auditorium era pieno. L’Assessora Gerosa era presente, e ha fatto un breve intervento prima di lasciare la parola alla relatrice. La conferenza ha messo in evidenza una serie di problematiche – che affliggono in particolare i giovani – legate al processo di digitalizzazione. Tra le altre cose, è emerso che il sentimento più diffuso non solo tra i giovani, ma anche nelle altre fasce sociali, è la solitudine. Ciò risulta paradossale se si pensa che le nuove generazioni sono iperconnesse.

Il paradosso, però, mi sembra solo apparente: le relazioni virtuali sono relazioni a metà e, come tali, non possono che lasciare dentro quel vuoto che viene percepito come solitudine.

Pochi giorni dopo, il 18 febbraio, ho scritto una lettera aperta all’Assessora, pubblicata su “l’Adige”. In merito al “diritto alla disconnessione”, proponevo di evitare l’utilizzo del registro elettronico per assegnare i compiti a casa, in modo che gli studenti, almeno durante le ore di studio pomeridiane, non fossero costretti ad avvalersi dei dispositivi digitali. Proseguivo citando un’indagine conoscitiva che il Senato della Repubblica ha effettuato nel 2021, dalla quale risulta non solo che “il digitale sta decerebrando le nuove generazioni”, ma anche che “più la scuola e lo studio si digitalizzano, più calano le competenze degli studenti”. Concludevo con una seconda proposta, quella di aprire un confronto serio e informato sulla didattica digitale, alla base della quale vi è un evidente conflitto tra gli interessi delle multinazionali e quelli degli studenti, tra i profitti dei colossi del digitale e “la crescita e il benessere emotivo” dei giovani.

L’Assessora Gerosa non ha risposto. Anche il Dipartimento Istruzione e Cultura è rimasto in silenzio, e così hanno fatto i Dirigenti Scolastici. I vertici del sistema scolastico trentino, che fanno un gran parlare di “diritto alla disconnessione” e di “benessere emotivo”, non hanno il coraggio di intervenire su un conflitto di interessi che impone la connessione perpetua, provocando danni fisici, neurologici, cognitivi e comportamentali agli studenti. Evidentemente, gli interessi in gioco sono troppo grandi, e nessuno è disposto ad esporsi su questo tema, correndo il rischio di giocarsi la carriera.

Secondo Umberto Galimberti il disagio giovanile origina soprattutto dal fatto che “il futuro sta cambiando di segno”: da “promessa” che era fino a qualche decennio fa, si sta trasformando in “minaccia”. E il futuro, se diventa una “minaccia”, non retroagisce più. Non solo sulla motivazione allo studio, ma anche sulla progettualità e, più in generale, sulla voglia di vivere. Non stupisce, allora, se un adolescente su quattro presenta sintomi clinici di depressione (fonte: JAMA pediatrics).

Chi sta cambiando il segno del futuro? Senza andare troppo lontano, anche Piazza Dante e via Gilli, nel loro piccolo, stanno dando il loro contributo. Ogni volta che l’Assessora e i Dirigenti aderiscono al politicamente corretto, pur sapendolo eticamente corrotto, rubano ai giovani la promessa del futuro.

Il silenzio dell’Assessora e del Dipartimento su questa tematica è ormai inaccettabile. Per questo, noi di Onda, presenteremo a breve un’interrogazione in Consiglio Provinciale sul conflitto di interessi legato alla didattica digitale.

 

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Elena Adami
Presidente di Onda

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