Caro direttore Franceschi,
la deformazione di Aldo Collizzolli. Nella vita ci sono tante esperienze che fanno riflettere. Una di queste è la deformazione del pensiero altrui per poter esprimere condanna. Non registro molti casi che mi riguardano, e uno è quello di Aldo Collizzolli, che non manca l’occasione per esprimere giudizi negativi non solo su quanto esprimo, ma anche sulla mia qualità morale. Si potrebbe lasciar correre, ma un lettore che non conosce Collizzolli potrebbe dare credito a quanto scrive e dice nei miei confronti. L’aberrazione di cui sarei colpevole, come l’agenzia Opinione pubblica il 26 marzo nella rubrica delle lettere dei lettori, sarebbe che vorrei “che ogni cittadino possa edificare là dove possiede un pezzo di terreno”. L’infima qualità morale che mi attribuisce è che la mia proposta sia volta “ad accontentare i diversificati appetiti delle varie “rendite” edilizie” e più in particolare qualcuno di coloro che ha votato, tra i pochi, la lista DC-UDC alle ultime comunali a Trento, tra i quali potrebbero esserci qualcuno dei “34 voti di preferenza personale”.
Mi scuso con ciascuno dei 34 elettori che, nonostante che la mia presenza in lista fosse solo di servizio, hanno voluto esprimere la loro stima nei miei confronti, ma inviterei il laureato in materia urbanistica (una curiosità: quale tesi, con quale voto, in che Facoltà?) ad approfondire il sospetto. Ma il sospetto di che? Di aver fatto qualcosa che il laureato in Urbanistica si è inventato, alterando quanto Opinione ha pubblicato il 26 marzo, dove più volte preciso che il permesso di edificare dovrebbe essere dato dal Comune per “prima casa, in posizione urbanisticamente ragionevole, ossia che non porti a una polverizzazione dispersa di insediamenti”. Come mai il laureato in Urbanistica mi attribuisce proprio il contrario, fautore del principio che “ognuno faccia ciò che vuole”? E’ una conferma, l’ennesima, di falsificare il pensiero altrui per poter esprimere condanna.
Chiedo la cortesia, sig. Direttore, di pubblicare questa mia lettera a correzione di una falsificazione evidente e disonorevole pubblicata.
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Renzo Gubert