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LETTERE AL DIRETTORE

LORENZO RIZZOLI * AMMINISTRATIVE OTTOBRE: « SIAMO AL ““MERCATO DELLE VACCHE”, DI QUESTO PASSO ASTENSIONE AL 45% ANCHE IN TRENTINO »

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16.17 - lunedì 1 maggio 2023

Egregio Direttore Franceschi,

vorrei condividere il mio pensiero relativo alla politica del 2023, ma soprattutto al modo di fare politica nel 2023. A volte mi chiedo: “ma all’elettorato piace la politica di oggi e la modalità con la quale viene portata avanti?”. Io penso, anzi, sono pienamente convinto, che la risposta sia NO. La risposta la si vede nell’affluenza che, avanti di questo passo, arriverà intorno al 40-45% anche sul territorio provinciale.

Questa risposta evidenzia chiaramente che la gente è delusa, addirittura schifata, dal modo di fare politica oggi. La gente ha un diritto/dovere fondamentale: quello di esercitare il voto. Andare a votare e scegliere da chi farsi governare.

Non andare a votare è esprimere totale disprezzo nella politica; non andare a votare è, però, irrispettoso nei confronti di chi, invece, esercita il proprio dovere di cittadino. Infatti, recarsi alle urne significa “diritto di esprimere la propria preferenza politica”, ma anche “dovere di cittadino”. Non esercitare questo diritto è irrispettoso nei confronti di chi adempie a questo dovere.

Posso sicuramente comprendere le motivazioni che portano questi concittadini a non recarsi alle urne, ma non condivido il metodo. Già, perché un metodo alternativo ci sarebbe, e sarebbe ancora più impattante. Il totale disprezzo nei confronti della proposta politica di oggi potrebbe essere esercitato recandosi alle urne e votare NULLA o BIANCA la scheda elettorale. Un’affluenza del 90% con la metà delle schede BIANCHE o NULLE sarebbe ben più impattante.
Se la gente non si reca alle urne è colpa dei politici che si propongono come “novità”, quando, invece, sono sinonimo di politica vecchia. La novità che alcuni politici oggi fanno vedere (e lo sarà anche ad ottobre 2023) è il cambio di casacca; politici che nel 2013 sono stati eletti nel centrosinistra, nel 2018 sono stati eletti nel centrodestra e che nel 2023 si riproporranno in un altro schieramento politico: dove è la serietà politica in queste persone?

Non sono in grado di definire VERA la notizia apparsa sulla stampa locale di qualche giorno fa, e cioè che l’ex assessore Daldoss (ricordiamo, assessore tecnico della Giunta Provinciale Rossi, centro sinistra autonomista) ha aperto un dialogo con Fratelli d’Italia; sarebbe l’ennesima notizia che evidenzia che qualcosa proprio non va. Mi fa piacere leggere che alcuni dei vertici provinciali di Fratelli d’Italia non apprezzano queste candidature; mi fa, invece, rabbrividire il mancato intervento di Daldoss sulla notizia uscita sulla stampa.

È il classico esempio del “mercato della politica”; sarebbe l’ennesima azione politica del “candida con me che ti garantisco un posto speciale”. È come se l’assessore Achille Spinelli, assessore tecnico della Giunta presieduta dal governatore Maurizio Fugatti, dialogasse con un partito di estrema sinistra (ricordiamo che Fratelli d’Italia rappresenta l’estrema destra). Mi verrebbe da definirla “fantapolitica” (come il gioco del Fantacalcio), in totale contrapposizione al vero significato della parola POLITICA. Parliamo di governare uno stato, una provincia, un territorio, non di vincere un “fantacampionato”.

Una novità alle prossime elezioni provinciali sarà il PATT; novità in quanto si toglierà la “giacca” di partito autonomista e indosserà quella del “calderone”. Nel PATT confluiranno forze politiche diverse: da coloro che, cinque anni fa, se ne andarono sbattendo la porta (Autonomisti Popolari) a coloro che, in evidente crisi, non saranno in grado di presentare una lista con il numero minimo di candidati e che, pur di candidare i propri nomi, li “prestano” ad altre forze politiche. Una novità, quindi, che svilisce il PATT e lo rende sempre più “Partito Opportunista”, più che “Partito Autonomista”.

Se la gente non si reca alle urne è colpa del modo di fare politica di alcuni schieramenti politici. Non si parla più di valori politici, ma di “mercato delle vacche”. Non esiste più il senso di appartenenza ad una coalizione (con altre forze politiche, diverse, ma con degli ideali/valori comuni), ma vince l’”accordo tecnico-politico di governo” (vedi accordo di Progetto Trentino alle elezioni Provinciali 2018, vedi PATT alle ultime elezioni comunali di Trento, ecc.); accordi che evidenziano chiaramente (lo si vede dai risultati finali) “caro candidato Presidente/Sindaco, hai l’appoggio della nostra forza politica se in cambio ci dai….”; esempi lampanti li vediamo sia il Provincia che in Comune di Trento. È una politica “facile” quella proposta da questi schieramenti politici; facile, in quanto libera. La forza politica che appoggia direttamente il candidato Presidente fa sì che sia libera da ogni ragionamento di coalizione. Certo, una politica “rischiosa” per il candidato Presidente, in quanto, pur di vincere, si assume il rischio di avere l’appoggio di forze politiche fuori dalla coalizione. Ma è una politica poco seria, anzi, per nulla seria.

Se la gente non si reca alle urne è colpa delle figure messe in campo dagli schieramenti politici. Sì, perché puntare sull’”usato sicuro” può portare una fetta di “solito” elettorato, ma di certo non incrementa l’elettorato della forza politica. Mi viene da ridere (per non piangere) quando sento forze politiche che evidenziano la necessità di cambiare la classe dirigente della Provincia Autonoma di Trento e poi presentano una lista di persone che fanno politica da almeno un ventennio. Mi viene da ridere (sempre per non piangere) quanto sento politici che si credono indispensabili, quando, in realtà, siedono sui banchi del consiglio provinciale da almeno un ventennio. Se si vuole veramente cambiare la classe dirigente, occorre presentare il giusto mix di esperienza e novità. Questi ultimi cinque anni sono stati pessimi per la nostra Provincia Autonoma di Trento, governata, in diversi settori, da “dilettanti allo sbaraglio”; la novità, non accompagnata dalla giusta esperienza, ha portato a questi risultati (vedi LEGA nel 2018).

Il mio auspicio è che il vero cambiamento ci sia. Un cambiamento serio, rispettoso del territorio e di chi abita questo territorio. Un cambiamento di rotta da parte delle forze politiche che propongono novità, competenza e passione nelle proprie liste elettorali. Ma se i potenti non vogliono cambiare, il mio auspicio è che la gente eserciti il diritto/dovere del voto, votando SCHEDA BIANCA o SCHEDA NULLA; solo così si esercita il proprio “disprezzo” nei confronti della “solita” politica. Non è “stando a casa” che si esprime il proprio voto; è andando alle urne ed esercitare lì la propria preferenza.

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Dottor Lorenzo Rizzoli (Commercialista)

Trento

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