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LETTERE AL DIRETTORE

ANDREA ZAMBELLI * COMUNE ROVERETO (TN) – PATROCINIO “GAY PRIDE”: « IL SINDACO VALDUGA RINUNCIA ALL’ESERCIZIO DELLA LIBERTÀ, PER SUE AMBIZIONI PERSONALI »

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20.23 - venerdì 28 aprile 2023

Gentile direttore,

 

che Valduga concedesse il patrocinio del Comune di Rovereto al prossimo Gay Pride era ovvio. Questa giravolta non fa che sancire la sua rinuncia all’esercizio della libertà in favore delle proprie ambizioni personali. Dalla politica come servizio appassionato alla comunità è passato senza alcun imbarazzo alla comunità a servizio dei propri obiettivi politici rispetto ai quali tutto si deve piegare.

Non solo, si è dissolta come neve al sole quella cultura politica popolare alla quale dice di essersi sempre abbeverato: ha letto Valduga il documento politico del Gay Pride? Nella sua confusa verbosità emerge solo l’urgenza di soddisfare ogni desiderio e di porlo come nuovo fondamento emozionale del diritto. Perché un conto è affermare il legittimo diritto a manifestare le proprie idee, a tutelare la libertà di ognuno di decidere liberamente la direzione da imprimere alla propria esistenza senza subire condanne sociali o discriminazioni.

Un altro è invece dichiarare che tutto è uguale; legittimare e condividere – come fa Valduga – un coacervo di idee ingannevoli, pervasive e prive di basi scientifiche che disperde il fondamento dell’antropologia che sta nella natura della “persona umana” intesa come nucleo di diritti e doveri inalienabili e centro vitale di relazioni a partire dalla famiglia. Al suo posto troviamo invece un individuo isolato, privo di relazioni, vorace produttore/consumatore di desideri. Si dilegua ogni “noi”, sparisce la dimensione sociale della persona e rimane solo una somma di “io” individuali e indeboliti. Tanti quanti sono i desideri (come testimonia l’indefinito allungarsi di sigle e siglette dietro le quali si presentano).

Sa Valduga che questa ideologia riduce i binomi maschio/femmina – uomo/donna – mamma/papà a semplici suggestioni patriarcali? Ha letto della pretesa di equiparare qualsiasi relazione (quindi anche quelle poliamorose) alla famiglia? La richiesta di legittimare e regolamentare la prostituzione? Ha letto anche l’istanza di agevolare l’accesso alle cure ormonali che bloccano la pubertà in attesa che un bambino decida cosa voglia essere da grande provocando danni psichici e fisici irreparabili? Ha letto la vergognosa richiesta di legittimare la maternità surrogata che lucra profitti sulla disperazione delle donne e condannando all’infelicità i figli?

Ha preso atto della pretesa di entrare nelle istituzioni scolastiche per imporre il presunto diritto di un bambino a sentirsi chiamare secondo il genere cui si sente di appartenere? Il governo scozzese socialdemocratico ha recentemente deliberato che i bambini – addirittura a partire dall’età di 4 anni – potranno cambiare nome e genere senza il consenso dei genitori e senza che gli stessi siano informati: è questo il futuro che stiamo preparando ai nostri figli? Indottrinare i bambini sventolando una libertà di scelta farlocca come valore che affranca dai legami “reazionari” con la famiglia? Perché di questo stiamo parlando! Il fenomeno del “bambino transgender” è in realtà una mistificazione contemporanea che deve essere denunciata con forza! Non si può stare zitti davanti ad uno dei più grandi scandali possibili: ossia la mercificazione del corpo dei bambini.

Tutto ciò non contribuisce ad unire la società, a renderla più prospera e fiduciosa nel futuro, ma a frammentarla e indebolirla facendole perdere la speranza. Valduga ha deciso di stare dalla parte di questa ideologia falsa e distruttiva: ognuno ha le sue priorità e si qualifica per le scelte che opera.

 

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Andrea Zambelli

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