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POLIZIA DI STATO – BRESCIA * REATO DI MALTRATTAMENTI AGGRAVATI: « ORDINANZA INTERDITTIVA EMESSA DAL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI NEI CONFRONTI DI UNA ISTRUTTRICE FEDERALE DI GINNASTICA RITMICA » (VIDEO)

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07.40 - martedì 24 gennaio 2023

La Polizia di Stato di Brescia ha dato esecuzione in data odierna ad una ordinanza interdittiva emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Brescia nei confronti di una istruttrice federale di ginnastica ritmica per il reato di maltrattamenti aggravati dalla giovane età delle persone offese, con condotte protratte dal 2017 ad oggi.

 

Nel settembre dello scorso anno personale della Squadra Mobile, coordinati da questa Procura della Repubblica, raccoglieva le confidenze di una madre in merito a presunte condotte illecite dell’allenatrice di un’Accademia per atlete di ginnastica ritmica, affiliata alla “Federazione Ginnastica d’Italia”, sedente in provincia di Brescia, poste in essere, durante gli allenamenti, nei confronti delle figlie e di altre giovani ginnaste di età compresa tra i 10 e i 14 anni.

Si avviava un’intensa attività investigativa attraverso le audizioni protette delle presunte persone offese minorenni, videoregistrate e assistite da una psicologa dell’ASST – Brescia. Si procedeva altresì all’escussione di oltre venticinque persone, tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’indagata, psicologi cui si erano rivolte talune atlete, nonché gli stessi vertici della Federazione nazionale.

Veniva poi effettuata l’analisi degli apparecchi telefonici e dei dispositivi telematici, grazie alla quale venivano recuperate tracce delle chat di messaggistica pregresse e di riprese video di alcuni episodi, talora effettuate dalla stessa indagata. Secondo la valutazione espressa nell’ordinanza interdittiva gli elementi raccolti avrebbero confermato il quadro indiziario e spiegato la ragione per la quale le giovani ginnaste avrebbero abbandonato l’Accademia anche a fronte di prospettive di grande successo sportivo, persino in campo internazionale.

L’attività investigativa della Polizia di Stato, protrattasi per oltre tre mesi, ha portato alla contestazione di presunte illecite condotte nei confronti di otto ragazze minorenni (di età compresa tra i 10 ed i 14 anni). Il Giudice ha ravvisato il delitto di maltrattamenti (aggravati dalla minore età delle vittime), in un contesto parafamiliare come quello di una scuola sportiva in cui le minori erano affidate all’istruttrice per ragioni di educazione, sportiva ma anche scolastica, trattandosi di un centro semiresidenziale nel cui ambito le giovani atlete trascorrevano l’intera giornata tra allenamenti ed impegni di istruzione, dalle otto del mattino fino a tarda sera.

Il Giudice ha quindi emesso a carico dell’indagata un’ordinanza cautelare interdittiva, applicativa del divieto temporaneo di esercitare la professione di allenatrice sull’intero territorio nazionale per un anno. Si sottolinea che il procedimento penale è in fase di indagini preliminari e la destinataria della misura cautelare – che riveste la qualità di indagata – potrà esercitare il suo diritto di difesa e far valere le sue ragioni nelle successive fasi processuali.

Le indagini sono tuttora in corso e proseguiranno al fine di accertare il coinvolgimento di altri minori e approfondire la dimensione del fenomeno.

 

AGGIORNAMENTO ORE 14:53

La Polizia di Stato di Brescia ha dato esecuzione in data odierna ad una ordinanza interdittiva emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Brescia nei confronti di una istruttrice federale di ginnastica ritmica per il reato di maltrattamenti aggravati dalla giovane età delle persone offese, con condotte protratte dal 2017 ad oggi.

Nel settembre dello scorso anno personale della Squadra Mobile, coordinati da questa Procura della Repubblica, raccoglieva le confidenze di una madre in merito a presunte condotte illecite dell’allenatrice di un’Accademia per atlete di ginnastica ritmica, affiliata alla “Federazione Ginnastica d’Italia”, sedente in provincia di Brescia, poste in essere, durante gli allenamenti, nei confronti delle figlie e di altre giovani ginnaste di età compresa tra i 10 e i 14 anni.

Si avviava un’intensa attività investigativa attraverso le audizioni protette delle presunte persone offese minorenni, videoregistrate e assistite da una psicologa dell’ASST – Brescia.

Si procedeva altresì all’escussione di oltre venticinque persone, tra vittime, testimoni, genitori delle ginnaste, colleghi dell’indagata, psicologi cui si erano rivolte talune atlete, nonché gli stessi vertici della Federazione nazionale.

Veniva poi effettuata l’analisi degli apparecchi telefonici e dei dispositivi telematici, grazie alla quale venivano recuperate tracce delle chat di messaggistica pregresse e di riprese video di alcuni episodi, talora effettuate dalla stessa indagata.

Secondo la valutazione espressa nell’ordinanza interdittiva gli elementi raccolti avrebbero confermato il quadro indiziario e spiegato la ragione per la quale le giovani ginnaste avrebbero abbandonato l’Accademiaanche a fronte di prospettive di grande successo sportivo, persino in campo internazionale.

L’attività investigativa della Polizia di Stato, protrattasi per oltre tre mesi, ha portato alla contestazione di presunte illecite condotte nei confronti di otto ragazze minorenni (di età compresa tra i 10 ed i 14 anni).

Il Giudice ha ravvisato il delitto di maltrattamenti (aggravati dalla minore età delle vittime), in un contesto parafamiliare come quello di una scuola sportiva in cui le minori erano affidate all’istruttrice per ragioni di educazione, sportiva ma anche scolastica, trattandosi di un centro semiresidenziale nel cui ambito le giovani atlete trascorrevano l’intera giornata tra allenamenti ed impegni di istruzione, dalle otto del mattino fino a tarda sera.

Il Giudice ha quindi emesso a carico dell’indagata un’ordinanza cautelare interdittiva, applicativa del divieto temporaneo di esercitare la professione di allenatrice sull’intero territorio nazionale per un anno.

Si sottolinea che il procedimento penale è in fase di indagini preliminari e la destinataria della misura cautelare – che riveste la qualità di indagata – potrà esercitare il suo diritto di difesa e far valere le sue ragioni nelle successive fasi processuali.

Le indagini sono tuttora in corso e proseguiranno al fine di accertare il coinvolgimento di altri minori e approfondire la dimensione del fenomeno.

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