La violenza “antifascista” serpeggia in Italia. L’ultimo caso ha interessato l’ex Ministro Gianni Alemanno, circondato e aggredito verbalmente da un gruppo di facinorosi antifascisti in un autogrill a Roma.
Un episodio preoccupante, che non è altro che l’ennesimo atto di violenza compiuto da personaggi che predicano tanto certi valori, ma che poi, alla resa dei conti, per primi non li applicano al loro stesso comportamento.
Il Trentino, oltre a primeggiare in tante cose positive, tristemente non è certo ultimo anche in tema di violenze e soprusi “antifascisti”. Sono persone che anche a Trento insultano, minacciano e aggrediscono.
Incitano a una piazza Loreto o ad altre simili barbarie poiché sanno di essere impunite, perché sanno di poter fare tutto.
Tanto per ricollegarci alla cronaca locale, sarebbe curioso sapere chi sono i responsabili delle numerose distruzioni della targa che ricorda l’eccidio delle Foibe e conoscere il motivo per cui l’amministrazione comunale e provinciale, tanto attenta a certi temi sociali e morali, non si sia attivata per una collocazione più degna del monumento.
A quale titolo, inoltre, alcuni locali universitari risultano abusivamente occupati da “comitati” o gruppuscoli che si targano “antifascisti”. Tutto ciò sotto gli occhi distratti, opportunisticamente distratti, delle autorità locali.
Siamo agli inizi della campagna elettorale per le Elezioni politiche del 2018. Il mio augurio è che in Trentino non vi sia un clima di intimidazione antifascista che mini le garanzie minime di uno Stato democratico come dovrebbe essere il nostro.
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Raimondo Frau
Commissario Regionale del Movimento Nazionale per la Sovranità Trentino Alto-Adige