La mostra, inaugurata lo scorso 18 marzo, ospita anche una sezione dedicata a Villa Gherta. C’è ancora tempo fino a sabato16 aprile per riscoprire il valore di Cesare Covi e ammirare anche opere dei più noti artisti trentini della belle époque. L’evento espositivo, inaugurato lo scorso 18 marzo a Palazzo Trentini, sede del Consiglio Provinciale di Trento, è il risultato di un laboratorio progettuale che ha visto collaborare la Presidenza del Consiglio provinciale, il Mart, l’Università di Trento (che ha curato l’inserimento di una sezione dedicata a Villa Gherta, l’immobile di Mesiano che ospita un sorprendente apparato decorativo di Covi) e la Soprintendenza ai beni artistici e architettonici di Trento (che ha restaurato ed espone alcune opere di Covi).
Obiettivo della mostra è quello di ricostruire il profilo artistico di Covi attraverso una selezioni di dipinti, sia paesaggi che alcune prove nell’ambito della ritrattistica, mettendoli in dialogo con alcune opere di grandi artisti trentini vissuti a cavallo tra Ottocento e Novecento. Si possono ammirare i carboncini su carta di Luigi Ratini, i ritratti di Umberto Moggioli, tele e grafiche di Luigi Bonazza, un’acquaforte di Benvenuto Disertori, il ritratto di Andrea Malfatti dipinto ad olio da Alcide Davide Campestrini. Ancora: un ritratto di donna di Romualdo Prati, oltre a ritratti incrociati tra lo stesso Covi e il collega pittore Sanfior. Spazio, come già detto, anche ad una sezione dedicata a Villa Gherta, un’opera davvero totale che l’ateneo trentino ora promette di valorizzare e in futuro rendere fruibile anche al pubblico.
La mostra “Trento 1900 – Artisti trentini ai temi della Belle Epoque: Cesare Covi” è aperta con ingresso libero (e senza più obbligo di green pass) dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 18:30 e il sabato dalle 9:30 alle 12:30. Fino al 16 aprile a Palazzo Trentini, in via Manci 27.
