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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: « MANOVRA ASSESTAMENTO, DALLE CATEGORIE AGRICOLE I NODI SU ACQUA – FITOPATIE – GRANDI CARNIVORI »

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17.58 - lunedì 10 luglio 2023

Assestamento, gli agricoltori: i nodi di orso, acqua e fitopatie. Gli imprenditori chiedono misure per famiglie e imprese. Il Cal: budget 2024, si inizia a parlare da 60 milioni. È proseguita con l’audizione delle associazioni di rappresentanza delle categorie agricole, del Coordinamento provinciale imprenditori e del Cal la mattinata di audizioni della Prima commissione presieduta da Vanessa Masè (La Civica) sulla manovra di assestamento. Tra i temi: il codice degli appalti, i grandi carnivori, i rifiuti, l’autorecupero degli alloggi e il problema casa per i lavoratori, le fitopatie, l’inflazione.

Le categorie agricole: i nodi acqua, fitopatie e grandi carnivori. Per la Confederazione italiana agricoltori sono intervenuti Paolo Calovi e Massimo Tomasi che hanno proposto un ragionamento sulla situazione del comparto agricolo, in continua difficoltà con il valore aggiunto delle imprese in calo dal 2018. Tra i settori più sensibili il presidente Calovi ha collocato quello zootecnico. A pesare i costi di produzione e delle materie prime, i mutui. Ciò in aggiunta a una costante incertezza sul costo dei prodotti (come per mele e ciliegie). Calovi ha parlato poi delle difficoltà degli allevatori (ha fatto l’esempio dei monti Lessini con le difficoltà connesse alla presenza dei lupi). Nessuno può chiamarsi fuori da questa cosa, ha aggiunto, si deve lavorare uniti per il bene dell’allevamento e la manutenzione del territorio. L’agricoltura, ha precisato, e l’allevamento hanno bisogno di attenzione, serve una semplificazione dei processi anche sui grandi predatori, una gestione. Quindi il riferimento all’assestamento: gli enti irrigui non devono sovrapporsi, bisogna costruire bacini di accumulo anche in quota (ma le risorse destinate alla gestione idrica sono prese quasi totalmente dalle risorse del settore agricolo, ma l’acqua è per tutti), si deve lavorare sulla convivenza di agricoltura e popolazione (con la realizzazione di biodigestori accompagnata da un coordinamento tra Comuni, Comunità di valle e chi deve ospitare sul territorio le strutture).

La manodopera manca, è difficile trovare un alloggio dignitoso per i lavoratori: anche in questo ambito serve secondo Calovi una semplificazione (con la possibilità di usare prefabbricati). Un’altra questione è rappresentata dalle fitopatie per le quali serve anche un investimento sulla ricerca. Il direttore Tomasi ha posto invece l’accento sul problema Imis.
Gianluca Barbacovi (presidente di Coldiretti Trento) ha descritto con soddisfazione l’introduzione del piano irriguo, bene anche gli interventi per le fitopatie (chi non pratica l’estirpo crea danni a tutti gli agricoltori, ha detto). La riqualificazione del patrimonio malghivo è un investimento importante, ha proseguito, e a ciò deve essere accompagnata una gestione oculata dei grandi carnivori. I biodigestori: serve materia organica e creare una filiera in questo senso sarebbe molto interessante. Infine i voucher per i giovani al primo insediamento: bisogna dare credito alle nuove realtà, oltre a un contributo a fondo perduto, si dia la possibilità tramite Cooperfidi di avere accesso al credito a un tasso agevolato.

Anche Giacomo Broch, presidente della Federazione provinciale allevatori, è tornato sul tema biodigestore, una bellissima cosa sulla carta, ma bisogna in particolare affrontare una serie di questioni quali la collocazione, il trasporto e uso del 70% di liquido derivante dalla lavorazione. Bene per Broch il bando per la sistemazione delle malghe; senza interventi il sistema di alpeggio però andrà a sparire. In questo senso per Broch servono soluzioni per i grandi carnivori se non si vuole avere una zootecnia simil-padana: ha portato l’esempio di aggressione dei lupi a Sega di Ala (citato da Calovi). Infine l’accenno al bostrico in val di Fiemme.

Ugo Rossi (Misto) ha parlato di quello dell’alpeggio come di un modello di zootecnia che deve continuare ad abitare il territorio. La preoccupazione sui grandi carnivori, ha proseguito, è reale e fondata: si comprende la preoccupazione di chi lavora sul territorio. Secondo Rossi non è sufficiente che la politica porti l’attenzione sul tema ai massimi livelli. Ha quindi citato l’ordine del giorno numero 1 di questa legislatura, votato all’unanimità nel febbraio 2019: nella prima parte si impegnava la Giunta a garantire la sicurezza dei cittadini e la tenuta del comparto zootecnico a fronte della presenza del lupo, tramite la redazione di piani di gestione ad hoc ed ha chiesto perché la Provincia, con una norma dichiarata costituzionale, ad oggi non abbia ancora un piano di gestione del lupo.
Per Giorgio Tonini (Pd) ci sono questioni strutturali che non si possono affrontare con una trimestrale di cassa: l’acqua, i grandi carnivori, ad esempio. Serve una prospettiva pluriennale, bisogna illuminare la notte con gli abbaglianti e non con le luci di posizione. Sull’orso si deve prendere atto che la specie non è in via d’estinzione, ma che popola le montagne anche in maniera eccessiva, solo così si farà un salto di qualità. Bisogna per Tonini, nel caso di una presenza eccessiva, intervenire e declassare la specie come sottoponibile a caccia di selezione: altrimenti si fanno solo grida Manzoniane.

Alessandro Savoi (Lega) ha detto di condividere la forte preoccupazione emersa dall’intervento di Calovi. Il riferimento alle manifestazioni animaliste: se si vuole che i trentini rimangano sul territorio a mantenere campi e alpeggi bisogna intervenire. Savoi ha ricordato di aver votato la legge 5 ed ha respinto per la Giunta le accuse di immobilismo. Il problema di fondo, ha affermato, è che chi vive la montagna ha paura di vivere la montagna e le valli: la politica sta facendo, a patto che si possa fare. Da un lato c’è la giustizia che blocca, dall’altra una parte minoritaria della popolazione che blocca: bisogna fare in modo di poter agire. Mara Dalzocchio (Lega) ha ricordato che chi ha governato fino al 2018 non ha fatto un piano di contenimento approvato: secondo Dalzocchio il presidente Fugatti si trova perciò in questa situazione, che sta comunque governando bene. Per Dalzocchio poi non si deve sottostare al diktat degli animalisti, si deve sostenere la zootecnia e tutti gli imprenditori che vivono la montagna. Il presidente Fugatti sta lavorando per una soluzione: la consigliera si è detta convinta che riuscirà a portarla a casa. Jj4? Va abbattuta, ha concluso.

Anche Alex Marini (5 Stelle) è intervenuto sul tema dei grandi carnivori: ci sono strumenti per intervenire a livello nazionale ed europeo. Confagricoltura potrebbe intervenire a Bruxelles. La Provincia potrebbe fare qualcosa di più a Roma e a Bruxelles.
Broch ha risposto che su queste cose non si deve fare politica: è una partita talmente importante che non ci sono schieramenti, che non si gioca né a Trento, né a Roma, ma solo in Europa. Il tema non ha confini, il problema è trasversale. Se non si prova a intervenire in maniera chiara e decisa con un accordo tra politica e allevatori la zootecnia cambia di sistema, passa dal sistema dell’alpeggio a un sistema simil-padano. Calovi ha ricordato il lavoro in corso con i rappresentanti della categoria a Bruxelles: l’arco alpino però a Bruxelles è una briciola. Bisogna fare lobby, con val d’Aosta e Alto Adige, per riuscire a portare a casa qualcosa. Sull’acqua e sui grandi carnivori non si fa propaganda elettorale, ha detto. Barbacovi ha affermato che è importante fare ragionamenti con l’Alto Adige e battere i pugni a Bruxelles, ma anche a livello nazionale si deve intervenire.

Il Coordinamento imprenditori: misure per aiutare imprese e famiglie. Per il Coordinamento provinciale imprenditori è intervenuto il segretario Roberto Pallanch che ha rimandato alla relazione (in allegato). Ha parlato di cifre importanti che emergono dal rendiconto: sarebbe importante sapere quante delle risorse inserite a bilancio nel corso della legislatura siano state impegnate e il grado di attuazione delle progettualità. Ha ricordato un pericolo di gestione centralistica (citando quanto affermato dalla Corte dei conti in sede di parifica del rendiconto). Poi il riferimento alla crescita del Pil, frutto degli investimenti, e l’espressione della preoccupazione per un eventuale rallentamento dell’economia nei prossimi anni a causa di inflazione, tassi di interesse e incertezza geopolitica. A livello settoriale reggono le costruzioni, il manifatturiero meno, ha ricordato Pallanch. Preoccupa il calo di fiducia delle imprese che ha conseguenze nella spesa sugli investimenti. Poi un plauso per gli interventi previsti, tra cui quelli su Irpef e Irap, per la semplificazione amministrativa, in materia di viabilità, di integrazione delle risorse destinate al Piano 2023 della Trentino Marketing, previsti per il settore agricolo e per l’efficientamento delle risorse idriche, gli stanziamenti per le scuole. Ancora: bene la candidatura per gli Young olympic games 2028, gli stanziamenti Pnrr e per le Olimpiadi invernali 2026, la nuova partecipazione a Euregio Plus Sgr, la contribuzione per rifugi e aziende termali. Pallanch ha presentato quindi una disamina punto su punto delle disposizioni che modificano le norme provinciali connesse all’assestamento (presente nell’allegato), ma prima il richiamo sulla necessità di una clausola di salvaguardia per la finanza provinciale.
Il presidente di Confindustria Fausto Manzana ha iniziato il proprio intervento con una riflessione sulla messa a terra dei contributi per le opere e indicato in questo senso l’uso dei tavoli esistenti. Nelle somme ingenti stanziate per il rinnovo dei contratti, ha detto, deve essere data un’indicazione chiave per la produttività.

Ha posto poi l’accento sulla necessità di prevedere delle risorse da dedicare a famiglie e micro-imprese nel caso le cose non andassero come nel 2022, fare del saving per poter far fronte a delle future criticità.
Andrea Basso (presidente di Ance) ha descritto come positivo l’intervento sul caro materiali. Quindi ha posto l’attenzione sugli articoli 31 e 32 della legge che intervengono sul codice degli appalti. Il 31 sul subappalto: è un peccato non mantenere l’articolo 26, una cosa che funzionava e una. L’anticipazione contrattuale: secondo Basso sarebbe congruo abrogare l’articolo 46 bis della legge provinciale 26 del 1993 in favore della norma nazionale che consente un’anticipazione contrattuale sui lavori pubblici del 20%, incrementabile al 30%.
Marco Segata (presidente Associazione artigiani) ha parlato di risorse significative per la transizione digitale e green. Si auspica siano adeguate anche per le piccole imprese, ha detto. Ha evidenziato la mancata menzione di una manovra specifica per l’artigianato, che viene citato solo come strumentale nel sostegno al comparto commerciale nei centri storici. Sull’articolo 28 (autorecupero degli alloggi sociali a canone sostenibile): sarebbe bene allargare la misura all’edilizia privata, vista la carenza di alloggi per studenti e lavoratori. Sugli appalti pubblici: con l’abrogazione dell’articolo 26 viene meno uno strumento, ma il comparto è tutelato. Sui subappalti: si chiede un’ampia discussione con le categorie interessate per evitare che la liberalizzazione porti al rischio di offerte fatte da aziende-scatole.

Roberto Simoni (presidente della Federazione delle cooperative) ha espresso nel corso della sua relazione (si rimanda all’allegato per il dettaglio) preoccupazione e richiesto l’integrazione degli stanziamenti per il rinnovo contrattuale a livello nazionale (l’incremento dei costi è calcolato del 9-10%, insostenibile per le cooperative sociali). Per il Trentino ha indicato poi un’urgenza assoluta a riconoscere al più presto ai lavoratori del sociale almeno una parte del futuro incremento dato dal rinnovo nazionale. Un settore in sofferenza che, a causa del differenziale con il pubblico, vede una costante migrazione dalle cooperative al pubblico del personale.
Massimo Peterlana (vicepresidente vicario di Confesercenti) ha citato l’articolo 28 e ha chiesto che la possibilità di autorecupero degli alloggi prevista possa avvenire anche per imprese e attività commerciali. Sull’articolo 32: si chiede che nella delibera di attuazione, ha dichiarato, vengano sentite prima le associazioni datoriali per redigere un articolo completo con le osservazioni sul comma 13. In merito all’articolo 39 (che introduce tra l’altro la procedura negoziale per la concessione di contributi per lo sviluppo in agricoltura e un premio di insediamento per i giovani agricoltori), invece, ha chiesto che l’obiettivo favorisca il comparto completo dell’economia trentina e non solo l’agricoltura.
Massimo Piffer (vicepresidente vicario di Confcommercio) ha sottolineato la necessità di porre l’attenzione sui settori secondario e terziario per supportare i territori dove non c’è turismo.
Alberto Bertolini (Asat) ha parlato dei finanziamenti sottoscritti in periodo di Covid, ora con rate maggiori dovute alla dinamica inflazionistica: la proposta la proposta correttiva in questo senso è la previsione dell’esenzione dell’imposta municipale propria per immobili ricettivi e strumentali. L’allungamento delle stagioni, ha proseguito Bertolini, dovrebbe portare a una maggiore stabilità per le persone assunte nelle aziende turistiche. Poi il tema della residenzialità: serve una politica specifica per chi viene in provincia a lavorare nelle aziende turistiche.

Vanessa Masè (La Civica) ha chiesto chiarimenti su dove si sia fermato il processo legislativo in merito. Pallanch ha ricordato il censimento previsto in questo senso, di cui non si sa a che punto si sia arrivati.
Paolo Zanella (Futura) ha ripreso l’intervento di Simoni sulle cooperative sociali: quante risorse servirebbero? ha chiesto. Quindi la questione strutturale della mancanza di lavoratori: servono politiche sul fronte del lavoro femminile per ridurre il gender gap e di risposta alla mancanza di popolazione attiva. Sulle foresterie: importante sbloccare per trovare alloggi, ma alle persone vanno date case, non foresterie perché in una foresteria non si costruisce una famiglia. Alex Marini ha posto tre questioni. L’internazionalizzazione della pubblica amministrazione è un tema che non si tratta: su temi quali i grandi carnivori servirebbe una presenza a Bruxelles, come anche per gli edifici non occupati. Poi la riforma fiscale e l’autonomia differenziata che dovrebbero essere affrontate assieme (il riferimento è al centro studi sull’autonomia, articolo 21): non si ascolta mai l’università sui temi che riguardano l’economia. Infine la previdenza integrativa: Marini ha citato il gender gap anche in un trentino virtuoso. Vale la pena valutare misure integrative per la previdenza? ha chiesto agli imprenditori.

Giorgio Tonini ha chiesto invece chiarimenti sull’intervento di Manzana sui contratti. Si è persa l’occasione dell’inflazione zero e ora ci si trova in una situazione capovolta con l’inflazione che corre, ha evidenziato. Ciò insegna ad alzare lo sguardo, non si può intervenire sempre con una politica a breve termine.
Manzana ha risposto a queste istanze dicendo che è vero che gli affetti non si portano nelle foresterie, l’intervento in merito sarebbe tampone, e comunque su di esso si è fermi per una questione di carta. Sull’internazionalizzazione della pa: le radici devono essere in Trentino e lo sguardo alto. Bisogna sapere dove si è (facendo sintesi ed avendo numeri che si continuano a mendicare) per capire dove andare. Vera anche per Manzana la questione del gender gap; sulla mancanza di lavoratori non c’è alternativa all’accoglienza. Sulla questione del profitto: c’è chi fa molto margine e altri che soffrono, il tema è la grande concentrazione su cui il Trentino deve trovare la sua strada che comprende il tornare a valorizzare l’autonomia.

Il Cal: dal budget 2024, al nodo personale, al codice per gli appalti. Michele Cereghini, vicepresidente del Cal, ha presentato la relazione in allegato e indicato alcuni temi dell’assestamento come importanti: il codice degli appalti, la questione del personale e il ddl rifiuti. Ha fatto riferimento all’aggiornamento del protocollo di intesa per il 2023 che ha previsto lo stanziamento di un budget da 40 milioni di euro, di un fondo di riserva di 17 milioni e di ulteriori 30 milioni destinati all’edilizia scolastica. Il protocollo si è chiuso con soddisfazione, ha detto. Andando con la prossima Giunta a interloquire sul budget per il 2024 (l’ultimo anno prima delle elezioni della primavera 2025), facendo un ragionamento sugli investimenti del passato, si dovrà partire da un minimo di 60 milioni di budget. Questa l’aspettativa per il prossimo anno degli enti locali. Cereghini ha quindi presentato alcune questioni legate al ddl di assestamento (la disamina nella relazione in allegato), tra cui il nodo personale che affligge i Comuni, il nuovo codice degli appalti con una preoccupazione per la delicata fase transitoria, i rifiuti. Infine alcuni stimoli: una richiesta di moratoria per Itea di altri 12 mesi (perché è difficile sfrattare le persone senza un alloggio alternativo), un intervento per il rimborso delle spese elettorali per chi è residente all’estero garantendo un fisso per tutti, la richiesta di trasferire personale al Cal dalla Provincia. Ultimo appunto: la questione legata agli oneri di urbanizzazione di chi compra un edificio destinato a prima casa per cui i Comuni devono accantonare per più anni senza certezze: i Comuni chiedono in questo senso di togliere la norma sostituendola con un contributo per l’acquisto della prima casa.

I lavori della Prima commissione sulla manovra proseguiranno domani pomeriggio e nella giornata di mercoledì. Si andrà in aula a fine mese, la mattina del 24 luglio e poi nelle giornate dal 25 al 27 luglio.

 

 

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