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CONSIGLIO PAT * LAVORI POMERIGGIO: « MOZIONE DI SFIDUCIA A BISESTI, RESPINTA CON 21 NO – 11 SÌ – UNA ASTENSIONE (ROSSI) »

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19.03 - martedì 7 marzo 2023

Respinta la mozione di sfiducia a Bisesti

La a mozione di sfiducia 583/XVI all’assessore Bisesti firmata da Zanella, Maestri, Manica, Zeni, Marini, Demagri, Dallapiccola, Degasperi, Coppola e Olivi è stata respinta con 21 no, 11 sì e l’astensione di Ugo Rossi.

 

Zanella: Bisesti sostiene un ddl retrivo

Paolo Zanella (Futura) ha criticato aspramente l’assessore Bisesti che ha appoggiato pubblicamene in una conferenza stampa il ddl Cia – Guglielmi, sulla libertà educativa, che, a suo parere, ha un contenuto retrivo e discriminante. Un fatto gravissimo, per Zanella, perché il ddl va contro la libertà di insegnamento e lede la dignità di studenti e studentesse. Una proposta che va nella direzione opposta a quella dell’inclusione. Zanella ha detto che viene imposto il divieto all’educazione sessuale e all’affettività, anche con il consenso dei genitori. Appoggiando una nuova inquisizione, quella di Pro Vita, presente alla conferenza stampa alla quale ha preso parte Bisesti. Un pericoloso precedente, ha ricordato il consigliere di Futura, come ha ricordato il presidente dell’associazione dei dirigenti scolastici, per la libertà d’insegnamento e l’autonomia scolastica. Un ddl che legittima l’omotransfobia, un legge simile a quella promossa Orban per la quale l’Ungheria è stata condannata dall’Unione europea per la violazione dei diritti umani. Un assessore all’istruzione, ha aggiunto, ha l’obbligo di rispettare l’inclusione, quindi la Costituzione e le norme europee. Lei sposando, ha concluso Zanella, questa legge candida il trentino, per primo in Italia, a varare una norma discriminante che non passerà mai in Consiglio.

 

Dalzocchio: solo polemiche strumentali.

Per la capogruppo della Lega, Mara Dalzocchio il ddl non nega alcuna libertà educativa, né introduce discriminazioni, così come non pone alcuna censura. Le critiche della minoranza sono disordinate e mirano a creare polemiche che negano il dibattito sulla libertà educativa e delle famiglie. Il tutto con minacce di manifestazioni e accuse di oscurantismo. Alle minoranze, per Dalzocchio, deve essere sfuggito il diritto alla protezione delle persone. Invece le famiglie con questo ddl potranno le famiglie avranno facoltà di scelta, quindi nessun profilo inquisitorio. Il problema è l’apertura al dialogo su questi temi che sono monopolio di una visione ideologica. Dalzocchio ha poi ricordato che i figli non sono proprietà dello stato, ma i genitori hanno il diritto – dovere di educarli secondo le loro convinzioni. Col ddl si chiese soltanto di condividere le iniziative extracurriculari, cioè informative su temi sensibili, da parte dei genitori in base ai loro valori. Quello che si vuole evitare è la propaganda che non ha alcuna base scientifica. Infine, la capogruppo della Lega ha aggiunto che il fenomeno del contagio sociale, in materia di appartenenza sessuale, esiste ed è stato studiato da autorevoli studiosi.
Il presidente Fugatti ha espresso il parree negativo alla mozione e ha confernato la piena fiducia nell’assessore Bisesti che ha saputo guidare la scuola con nervi saldi e capacità.

 

Maestri: attorno alla scuola si stanno creando troppe fratture

Lucia Maestri (Pd) ha detto che attorno alla scuola in questi anni si stanno consumando fratture importanti, come sta avvenendo con lo Zero -sei e con il ddl Cia sul quale le audizioni hanno messo in evidenza l’inadeguatezza. Famiglia scuola, comunità educante non possono essere decostruiti, non possono sopportare le fratture per le quali la Giunta è maestra. La scuola è servizio, ha continuato, se contribuisce alla formazione e non lo è se risponde ad altre aspettative. Una giunta bifronte, ha affermato, sulla scuola che non è un servizio a richiesta. C’è, inoltre, uno scontro con insegnanti, dirigenti, sindacati e c’è il tentativo di delegittimare chi insegna come è accaduto di recente con le maestre delle materne. Eppure, la scuola trentina è all’apice nazionale e quindi non si può accettare la delegittimazione degli insegnanti. Grave che le cariche istituzionale non garantiscano autonomie dei ruoli. Non si può confondere potere, partito e istituzioni. Nel ddl, ha continuato, si tocca anche l’organizzazione scolastica parlando di cose che non esistono più come le di materie curriculari che sono state sostituite dalle linee guida. La libertà di insegnamento non significa che un insegnante non può fare quello che vuole, ma compiere scelte all’interno di una comunità educante. Il ddl Cia di questa libertà fa strame. Maestri ha ricordato che Pro Vita ha auspicato che questo ddl diventi legge come esempio per tutta Italia. Un ddl che è contro la libertà di insegnamento e contro la capacità di considerate il diverso da te nel tuo percorso di vita. Non solo ma, ha concluso Maestri, l’assessore ha affermato che c’è già la copertura finanziaria per questo ddl, quando non ci sono soldi per la scuola.

Coppola: l’assessore rappresenta tutta la scuola

Lucia Coppola (Europa Verde) ha ricordato che l’assessore è l’assessore di tutti perché di rivolge a tutti gli studenti di tutte le scuole. Quindi, la sua presenza alla conferenza stampa è stata, per Coppola, inopportuna. Nella scuola, ha ricordato, i giovani Lgbt+ sono spesso soggetti a bullismo omotransfobico presente già nelle elementari e alle medie. Avere una scuola realmente inclusiva che sappia parlare a queste giovani vite è importante per dare loro la possibilità di esprimersi secondo il loro orientamento sessuale. Non è possibile far sentire la vittima colpevole e un ddl come questo, probabilmente unico in Italia e in Europa, si basa su una visione ideologica e oscurantista. Educare all’affettività in una società come quella italiana contrassegnata dal femminicido, ha aggiunto, è importante. Così come il tema della sessualità per evitare gravidanze precoci e i rischi sanitari e quello dell’auto informazione pornografica dei ragazzi sul web. Infine, la consigliera verde, ha ricordato che in commissione è emerso che gli unici ad appoggiare il ddl sono stati i militanti di Pro Vita.

 

Degasperi: quello di Bisesti è stato un atto di sfiducia nei confronti della scuola

Filippo Degasperi (Onda) ha affermato che è un unicum che un assessore si sia prestato a sponsorizzare il ddl di un consigliere. Un fatto non vietato, ma comunque singolare. Per quanto riguarda i contenuti del ddl o c’è una scarsa conoscenza dei meccanismi della scuola o c’è la volontà di indebolire gli organi collegiali che coinvolgono studenti e genitori. Perché non c’è nulla nella scuola che non abbia passato il vaglio dei genitori. Tutto è già previsto, tranne i divieti. E se si pongono divieti significa che non c’è fiducia nelle scuole. Inoltre, non si è mai sentita una polemica su temi di questi tipo. Se non ci sono state criticità si sta facendo guerra al nulla. Poi, da detto ancora Degasperi, si capisce cosa sia questa questione del “gender”. Insomma, per l’esponente di Onda si sta discutendo del nulla perché non c’è alcun rischio e le scuole hanno già i loro meccanismi di tutela. I problemi della scuola, invece, sono quelli della burocrazia, ma si è boicottata addirittura la possibilità di fare riunioni on line e si continua a produrre una montagna di carta. Carte che leggono solo gli avvocati, al punto che dopo la medicina difensiva c’è anche l’insegnamento difensivo. Sulla formazione professionale c’è stata qualche apertura e poi si è consegnato tutto nelle mani dei ben quattro dirigenti. Apparati burocratici che hanno bloccato ogni evoluzione. In questa legislatura non si è parlato di precariato, cioè del 50% degli insegnanti. E l’emblema di questa situazione è il Pertini dove si fa scuola dal 2017 nei container.

 

Savoi: la differenza tra centro destra e sinistra sta nei valori

Alessandro Savoi (Lega) ha detto di trovare arrogante la richiesta di dimissioni perché è completamente fuori luogo. Anche perché il ddl è ancora in commissione e quindi sta nella piena libertà di un assessore di condividerlo o no. Ma il divario tra sinistra e maggioranza, ha detto ancora, sta nei valori, in primo luogo quelli cristiani. La discussione quindi non c’entra nulla con la scuola, e l’opposizione dovrebbe dibattere sul ddl in commissione e in aula.

 

Rossi: è una gara per conquistare spazi elettorali

Ugo Rossi (Misto) ha ricordato di non aver sottoscritto la mozione di sfiducia, perché le sfiduce che andrebbero riservate a violazioni dei principi costituzionali o dei diritti dell’uomo o per azioni amministrative dolose. Però, l’iniziativa dell’opposizione è stata portata avanti perché è stata avvertita una lesione di un diritto derivante dalla partecipazione dell’assessore ad una conferenza stampa con Cia e Guglielmi. Una partecipazione con gente che ritiene che i gay hanno bisogno di uno psichiatra rappresenta, in realtà, una corsa ad andare più il là per rincorrere qualche voto. Rossi ha ricordato che lui stesso da assessore aveva redatto le linee guida su questi temi sensibili che provocarono la reazione di genitori democratici e di alcuni consiglieri di maggioranza che lo accusarono di essere retrivo. Linee guida del “comunista” o del “retrogado” Rossi, come ha detto, che ci sono ancora e ci si chiede perché non siano state abolite dalla Giunta Fugatti. Linee che si basano sul fatto che la scuola deve far sentire bene chi si sente diverso da quello che appaiono. Quindi, ha concluso, questo ddl è una gara per chi arriva prima su questi temi. L’alternativa non è il “gender” o non “gender” ma lavorare, come s’è fatto sempre in Trenino, nel concreto mettendo al centro le persone.

 

Demagri: una proposta inutile e limitante
Paola Demagri (Casa autonomia) ha affermato che Bisesti ha partecipato, in modo inconsueto, alla presentazione del ddl seguendo un impulso non comprensibile. Anche per la giovane età di Bisesti e la sua stessa formazione culturale che gli ha dato la possibilità di conoscere e di capire che nel mondo ci sono posizioni diverse. E quindi non si capisce perché, appoggiando questa proposta inutile e limitante, voglia porre paletti alle opportunità di conoscenza offerte ai ragazzi. Inoltre, ha continuato Demagri, in commissione, a parte Pro Vita, tutti gli auditi si sono espressi contro il ddl perché limita l’autonomia scolastica. Il nostro sistema formativo ha invece bisogno di andare avanti, di rendere attrattiva la scuola per gli insegnanti.

Marini: Bisesti avrebbe dovuto dissociarsi

Alex Marini (5 Stelle) ha affermato che il ddl sembra uscito da un testo di Orwell perché vieta di pensare che l’identità sessuale possa essere diversa dal sesso biologico. Posizioni che rendono inopportuna la partecipazione di un assessore alla presentazione di una proposta di questo tipo, con persone che ritengono che i transessuali dovrebbero sottoporsi a cure psichiatrico. Bisesti, ha detto Marini, avrebbe invece dovuto dissociarsi. Inoltre, il consigliere di 5 Stelle, ha affermato che il centro – destra, il Bunga – Bunga insegna, è piuttosto libertino e quindi appare ancora più strano un atteggiamento repressivo.

 

Cia: sfiducia all’assessore perché ha difeso la libertà delle famiglie

Claudio Cia (FdI), da parte sua, ha affermato che le dimissioni di Bisesti sono state chieste solo perché presene alla presentazione di un ddl proposto da due forze politiche della maggioranza. Il contenuto del ddl può non piacere, ma rispecchia la posizione della maggioranza che guida la Provincia. Un ddl che richiederà altre due sedute di audizioni in commissione e che potrà essere emendato. La minoranza ha approfittato della mozione per attaccare la politica scolastica della Giunta, ma il ddl dice che i genitori devono tornare al centro, garantire i diritti costituzionali alle famiglie. Si dice che le famiglie devono essere debitamente informate e che su certi temi non basta l’iniziativa di un insegnante, e che debbano essere affrontati da veri esperti e non da rappresentanti di associazioni come l’Arcigay. Non sono più tollerabili, ha aggiunto Cia, iniziative come quella di far scambiare i vestiti a bambini e bambine. Quindi, l’assessore viene sfiduciato perché è a favore della libertà delle famiglie. Comunque, ha concluso l’esponente di Fdi, se la scuola del passato era quella che rispettava i ragazzi, è bene tornare indietro. L’ideologia “gender” ha detto infine esiste e ha ringraziato Bisesti di averci messo la faccia.

 

Paccher: una mozione intimidatoria

Roberto Paccher (Lega) ha ritenuto insensata la mozione di sfiducia e intimidatoria. Un processo alle intenzioni, su un ddl che non ha ancora concluso il suo iter. Una sfiducia che vorrebbe reggersi sull’unica accusa, quella di aver partecipato ad una conferenza stampa di una consigliere di maggioranza. Per Paccher la scuola deve occuparsi della formazione, al di là delle visioni di parte sui temi dell’identità sessuale.

 

Guglielmi: polemica per esigenze elettorali

Luca Guglielmi (Lista Fassa) ha ribadito che il ddl è stato letto poco e male. Oppure è stato piegato ad esigenze elettorali. Guglielmi ha ricordato che il ddl è stato depositato molti mesi fa e solo ora si solleva la questione prendendo a pretesto la partecipazione dell’assessore ad una conferenza stampa con i proponenti e i rappresentanti di una petizione che ha chiesto questo disegno di legge. Il ddl, ha aggiunto, non parla di docenti, perché non sono loro a portare nelle scuole i temi di genere, ma le associazioni o esperti come ha affermato in commissione il presidente Arcigay. Solo in questi casi, il ddl prevede una reazione in primo luogo dei genitori. Il rappresentante di Fassa ha infine ricordato che Berlusconi è stato assolto e ha ricordato che il figlio del leader dei cinque stelle è sotto accusa per violenza sessuale. Vanessa Masè (La Civica) ha affermato che l’assessore è al centro di un attacco strumentale.

 

Le dichiarazioni di voto

Zanella in replica ha affermato che la posizione reazionaria dei consiglieri è legittima, ma quando si vieta di trattare nelle scuole dei temi si arriva alla censura. Censura che l’UE condanna come ha fatto nel caso ungherese dove è stata proposta una legge simile a quella di Cia – Guglielmi. L’assessore Bisesti, che rappresenta tutti gli studenti, non può appoggiare un ddl che è stato definito dal presidente dei presidi pericolosissimo. Il divieto di aprire ad alcuni temi, ha ricoordato, ha reso perplessi gli stessi rappresentanti del Forum delle famiglie. Per la Consulta dei genitori è inaccettabile escludere dalla scuola queste tematiche. L’ideologia “gender”, ha continuato Zanella, non esiste ma è usato come spauracchio. Pro Vita, ha aggiunto, aggiorna mensilmente l’elenco di presunti fatti avvenuti nelle scuole, creando un “indice” dove vengono inserite università e centri di ricerca come Erickson. Un’ideologia etero patriarcale, per l’esponente di Futura, che ritiene che legittima solo l’identità sessuale corrispondente al sesso biologico. Si parla di indottrinamento, mentre non è possibile farlo. Invece, il divieto di parlare della prospettiva di genere nelle scuole impedisce anche la discussione di temi come le differenze di trattamento economico tra uomo e donna.
In dichiarazione di voto Marini ha ribadito che Bisesti andrebbe sfiduciato per il suo appoggio ad un ddl reazionario. Rossi, annunciando l’astensione, ha aggiunto che su questi temi è sbagliato dividersi tra noi e voi. E ha affermato che se qualcuno può legittimamente sostenere che nella scuola trentina si fanno iniziative con le caratteristiche descritte dal disegno di legge, quindi difformi dalla delibera del 2017 che prevede le informazioni e la possibilità di non partecipare, ci si deve chiedere cosa abbia fatto l’assessore in questi anni per ostacolarle.
Cia ha detto in conclusione che fatti riprovevoli sono accaduti e ha sottolineato la differenza tra chi sostiene la famiglia tradizionale e chi la ritiene un costrutto culturale.

Giorgio Tonini (Pd) ha detto di votare la mozione di sfiducia perché Bisesti ha il dovere di tenere fuori la scuola dallo scontro politico. In particolare dalla politica di bassa lega. Il tema è quello di tenersi alla larga da ogni strumentalizzazione politica, in particolare su materie come quelle inerenti la sfera sessuale. Bisesti ha fatto un errore a partecipare alla conferenza stampa perché rappresenta un’autorità scolastica che ha il dovere di tenere lontana la scuola dalla polemica politica.
Filippo Degasperi ha detto che l’appoggio di Bisesti al ddl è di fatto un atto di sfiducia nei confronti della scuola trentina. Mentre Mara Dalzocchio ha sottolineato che chi ha la maggioranza ha il diritto di portare avanti le proprie idee, anche sulla scuola e non è certo scandaloso un assessore che difende la libertà delle famiglie.

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