Consiglio provinciale, approvato il ddl Masè che cancella gli ambiti territoriali per il reclutamento degli insegnanti. Ok agli mendamenti di Bisesti per stabilizzare gli insegnanti di sostegno.
Dopo l’approvazione della riforma Gottardi delle Comunità di valle, si è passati nel pomeriggio al ddl 111/XVI di Vanessa Masè (La Civica) che abroga l’articolo della legge sulla scuola che prevede gli ambiti territoriali per i docenti e che è stato approvato con 28 sì e il solo voto contrario di Ugo Rossi (Azione). Una norma, ha ricordato l’esponente della Civica, che venne introdotta nella legge provinciale del 2015 recependo quella della “Buona scuola” nazionale, ma che non è mai stata applicata. L’assessore Bisesti, inoltre, ha presentato due emendamenti che hanno l’obiettivo di stabilizzare i docenti di sostegno e di evitare “buchi” negli organici di ruolo entro l’inizio della scuola. Masè, in replica, ha aggiunto che il suo ddl ha permesso un approfondimento sulla scuola e ha espresso soddisfazione perché permette l’inserimento degli insegnanti di sostegno che hanno un ruolo fondamentale.
Ferrari: con gli ambiti troppa discrezionalità per i dirigenti
Sara Ferrari (Pd) ha detto che il ddl Masè sistema una situazione nata dal recepimento in “salsa trentina” della “Buona scuola” renziana tra cui anche la suddivisione del territorio attraverso gli ambiti territoriali. La legge nazionale immaginava ambiti provinciali entro i quali i docenti sarebbe stato chiamati a fare domanda. Quindi, l’organico si sarebbe dovuto gestire entro queste organizzazioni territoriali. Era prevista anche la possibilità della chiamata diretta degli insegnanti da parte dei dirigenti scolastici, con il rischio di portare nel reclutamento dei docenti elementi di soggettività. Un pericolo evidente e che portò al superamento degli ambiti territoriali delle chiamate sia da parte ministeriale che sindacali. Da noi, ha aggiunto, l’entrata in vigore di questo articolo è stato prorogata per tre anni e non si capisce perché non sia stato abrogato prima. Lo stesso ddl Masè e stato depositato un anno fa. Ferrari ha aggiunto che il gruppo Pd voterà a favore anche agli emendamenti Bisesti che fugano le preoccupazioni di aprire l’anno scolastico con cattedre vuote e riguardano i docenti di sostegno che, nonostante le stabilizzazioni previste, sono comunque pochi rispetto alla crescita dei bisogni. La scuola, ha continuato, è il primo elemento di giustizia sociale e per questo i più deboli devono avere una risposta di massimo livello. Mentre il sistema di assegnazione degli insegnanti di sostegno attuale è rigido e non garantisce uguaglianza per i ragazzi e le scuole. Inoltre, ha continuato, non sono previsti gli insegnanti di sostegno specializzati nelle scuole professionali che ospitano spesso i ragazzi più deboli.
Rossi: un no al ddl per coerenza con la Buona scuola
Ugo Rossi (Azione) ha annunciato il suo no alla proposta Masè per coerenza. Nella scorsa legislatura, ha continuato, è stata fatta un’ampia opera di riforma della legge sulla scuola ancorata alla riforma nazionale che introduceva importanti elementi di rinnovamento. In particolare l’alternanza scuola lavoro, la partecipazione da protagonisti del servizio scolastico delle istituzioni territoriali per favorire un modello di scuola non solo legato alla tradizionale lezione frontale. Una riforma recepita in Trentino con una norma composta di ben 100 articoli, che ha preso in considerazione tutti gli aspetti della scuola. Ma, ha aggiunto Rossi, tutto venne banalizzato collegandolo pretestuosamente alle polemiche sulla “Buona scuola” di Renzi. In questa legge, ha ricordato Rossi, c’era anche l’aspetto linguistico e anche questo venne tradotto, da chi pensa che la scuola sia fatta per gli insegnanti e non per gli studenti, nel “trilinguismo di Rossi”. Una definizione che fu sufficiente a suscitare un moto di protesta capace di convincere non solo l’opposizione, ma anche parte della maggioranza facendo passare l’idea che il trilinguismo era una cosa negativa.
Il tema dell’importanza dell’educazione linguistica oggi è finito nel dimenticatoio, ha detto l’ex presidente, consegnando la vittoria a chi si oppone sempre alle innovazioni. In questo quadro, ha continuato Rossi, venne introdotta anche la proposta degli ambiti che servivano a rendere più aderente agli anni 2000 un modello di gestione delle risorse umane cercando di favorire un approccio più moderno basato sul merito. Ma anche gli ambiti si sono scontrati con le abitudini, la conservazione e le resistenze all’innovazione. La cattedra, ha concluso, è una sorta di tabernacolo inviolabile e la norma che si vuole abrogare con il ddl va in questa direzione. Ancora una volta una voce di innovazione, ha aggiunto l’esponente di Azione, viene ricacciata in gola dagli interessi organizzati. Bene, invece, gli emendamenti di Bisesti sulla stabilizzazione degli insegnanti di sostegno, ma, ha aggiunto Rossi, in generale in questa legislatura, anche a causa di una contingenza difficile, di scuola si è parlato poco e non si è vista neppure un’idea per garantire un futuro per i trentini di domani. Quindi, ha concluso, i nostri ragazzi meriterebbero ben più di un’abrogazione di una legge mentre sono stati eliminati strumenti importanti come il trilinguismo.
Coppola: la Buona scuola non ha funzionato e ha fatto danni
Lucia Coppola (Europa Verde) ha riconosciuto l’impegno di Rossi per la scuola nella scorsa legislatura, ma il ddl Masè va votato perché la Buona scuola non ha funzionato e ha fatto anche danni soprattutto con l’introduzione degli ambiti che, a suo parere, avrebbero consegnato troppo potere ai dirigenti. Giusto il ripensamento, per Coppola, per una norma che si sarebbe mal adattata alle caratteristiche della scuola trentina. Con la legge Renzi del 2015, ha aggiunto, è cresciuto il precariato ed è stata introdotta troppa discrezionalità da parte de dirigenti. Quindi, le ragioni per appoggiare il ddl Masè ci sono, senza dimenticare gli emendamenti Bisesti per le cattedre vacanti per gli insegnanti di sostegno, 47 alle medie e 8 alle superiori. Un intervento, ha continuato l’esponente verde, inevitabilmente urgente.
Marini: garantire il diritto alla scuola garantendo i servizi
Alex Marini (5 Stelle) ha puntato il dito sul servizio di trasporto scolastico fondamentale per assicurare il pieno accesso e alle stesse condizioni alla scuola. Lo scorso anno, ha ricordato, emerse il problema, ancora irrisolto, di 50 studenti di Bagolino che frequentano gli istituti di Tione costretti ad alzarsi prestissimo e a rientrare tardi a casa per carenza di corse delle corriere scolastiche che non “sconfinano” in terra bresciana. Un esempio, ha aggiunto Marini, della necessità di dare risposte dal basso, consentendo ai comuni di confine di intervenire sui problemi. L’esponente pentastellato ha parlato anche dell’importanza dell’educazione civica, dell’accesso al digitale e l’educazione alla legalità perché le infiltrazioni della criminalità organizzata, nonostante si continui a minimizzarne il pericolo, sono una realtà anche da noi. Atteggiamenti gravi che vengono spesso tollerati cedendo così alla cultura dell’illegalità.
Sì a due ordini del giorno
L’ odg di Masè, approvato all’unanimità, impegna la Giunta a convocare un tavolo di confronto tra Pat, comuni e servizi per risolvere i problemi derivanti dalla mancata applicazione del comma 2 dell’articolo 109 della legge 5 che stabilisce la distribuzione dei fondi provinciali alle scuole del primo e secondo ciclo. Il secondo odg, anche questo approvato all’unanimità, e firmato da Marini impegna la Giunta a trovare il modo per garantire agli studenti di Bagolino un trasporto pubblico funzionale per raggiungere gli istituti di Tione.