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LANCIO D'AGENZIA

CIVICA TRENTINA * ELEZIONI: LE POSIZIONI POLITICHE SU FAMIGLIA, SICUREZZA, IMMIGRAZIONE E FISCO

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19.07 - giovedì 15 febbraio 2018

Elezioni politiche: la posizione di Civica Trentina. Il prossimo 4 marzo saremo chiamati a votare per il rinnovo del Parlamento. Civica Trentina in quanto movimento territoriale guarda ovviamente con particolare attenzione alle prossime elezioni provinciali. Poiché però Civica Trentina è anche, e soprattutto, un movimento politico, è del tutto evidente che noi non possiamo assumere una posizione neutrale rispetto alla competizione elettorale, cui non partecipiamo direttamente dopo che è tramontata l’ipotesi che era stata ventilata di riservare un collegio all’area territoriale alla cui costruzione stiamo lavorando assieme ad altri.

Ciononostante, non possiamo, né vogliamo, tirarci fuori. Invitiamo, pertanto, i nostri militanti e simpatizzanti a valutare le diverse proposte in campo, prescindendo dalle mirabolanti promesse che caratterizzano questa campagna elettorale, per concentrarsi sulle questioni che più ci stanno a cuore, alla luce delle quali siamo chiamati ad operare la nostra scelta.

L’invito che rivolgiamo è pertanto quello di votare i partiti che maggiormente sostengono, e non a parole, posizioni analoghe alle nostre su temi che più ci stanno a cuore.
La famiglia naturale, quella fondata su un’unione tra un uomo ed una donna, imprescindibile fondamento di ogni comunità, che molti di fatto avversano, riducendola ad una delle tante possibili forme di convivenza.
Il sostegno alla natalità, essendo quello del progressivo calo demografico il maggiore dei problemi cui Trentino, Italia ed Europa devono fare fronte sotto il profilo, sociale, economico e culturale. Sono quindi necessari sia un diverso approccio valoriale e culturale, che diverse politiche fiscali a favore delle famiglie con figli.

La sicurezza, troppo spesso derubricata a questione “percepita”, ma che in realtà ormai costituisce una delle priorità da affrontare, intervenendo sia a livello amministrativo, con maggiori risorse alle Forze dell’Ordine, che devono essere munite dei mezzi necessari per poter svolgere al meglio i compiti loro affidati, che legislativo, al fine di superare il buonismo di facciata che ha portato anche nella scorsa legislatura all’approvazione di leggi sostanzialmente criminogene.

La questione identitaria, che in una comunità sempre più scossa di fronte al dilagare della globalizzazione economica e culturale, assiste smarrita alla progressiva scomparsa delle certezze su cui chi ci ha preceduto ha fondato la propria vita personale, famigliare e comunitaria. A chi sostiene che la questione identitaria non esiste, perché tutti siamo “cittadini del mondo”, noi rispondiamo che una comunità non può esistere se chi ne fa parte non ne conosce ed apprezza le radici (quelle profonde, che resistono nel tempo, che non gelano, per dirla con Tolkien). Perché una comunità è viva quando chi la compone sente di non venire dal nulla, ma da un passato comune in cui riconosce e vuole un futuro parimenti comune per chi verrà dopo di lui.

Il fenomeno dell’immigrazione, comprensibilmente sempre più sentito, che non può certo essere liquidato con un generico invito all’accoglienza, accompagnato di regola da pretestuose accuse di razzismo, xenofobia e populismo mosse a chi “osa” non adeguarsi alla nuova religione del politicamente corretto. L’immigrazione è questione complessa, che in quanto tale non si presta a soluzioni semplici.

Questo lo abbiamo ben chiaro. Ma ciò non significa che il fenomeno non debba essere governato con la necessaria fermezza e competenza. Ormai è chiaro a tutti che la grande maggioranza degli stranieri che in qualche modo raggiungono il nostro Paese sono mossi da ragioni prettamente economiche. Un recente studio statunitense ha calcolato in circa 700 milioni le persone che vorrebbero emigrare per ragioni economiche. Quanti ne vogliamo accogliere? E, soprattutto, quanti ne possiamo accogliere in Tentino, in Italia ed in Europa? Noi rifiutiamo la pretestuosa ed interessata distinzione tra buoni, solidali ed accoglienti da un lato e cattivi, egoisti e xenofobi dall’altro.

Chi ha responsabilità di governo non deve dimostrare di essere più o meno buono, ma gestire i problemi, spesso assai complessi, che si trova ad affrontare nel modo migliore per il popolo che governa pro tempore. Tenendo conto che, mentre di casa sua può fare quello che vuole, della sua comunità non può fare altrettanto. Tutte le statistiche esistenti ci dicono che senza una significativo cambio di rotta nel breve volgere di qualche decennio nel nostro Paese gli italiani saranno una minoranza (e pure anziana).

Comunque la si pensi, ciò comporterà un radicale stravolgimento delle nostre comunità? E’ questo che vogliamo?
Ancora, con tutta evidenza necessario che la politica torni ad avere come punto di riferimento l’interesse nazionale. Anche in politica estera, dove ormai il nostro Paese è ridotto al ruolo di vassallo di interessi altrui, estranei a quelli della nostra comunità e del nostro popolo. Basti pensare a quanto accaduto in Libia ed a quanto sta accadendo in Siria. E ciò vale anche per i rapporti con l’Unione Europea. Noi rigettiamo con fermezza la pretestuosa accusa di antieuropeismo, finalizzata soltanto a far tacere l’avversario politico.

Non avversiamo affatto l’Europa, ma molto semplicemente non apprezziamo un’Unione che non ha rifiutato le sue radici storiche e culturali, che vuole omologare anziché valorizzare le diversità esistenti al suo interno, che è dominata da lobby e burocrati potentissimi ed inamovibili, che finiscono con il prevalere sulla politica e sui legittimi interessi dei popoli europei. Noi non vogliamo che l’Europa sparisca, vogliamo un’Europa diversa.

Infine, la questione fiscale gravante su famiglie ed imprese. Da troppo tempo il nostro Paese non cresce. La propaganda di regime vuole farci credere che siamo fuori dalla crisi e che il nostro Paese è tornato a correre. I dati ci dicono, invece, che l’Italia è ultima in Europa (dentro e fuori la zona Euro) per livello di crescita (1,5%). Ciò significa che anche noi godiamo in qualche misura della crescita globale, ma che non siamo in grado neppure di tenere la media europea. Il nostro Paese ha bisogno di una seria politica industriale e di un consistente alleggerimento del carico fiscale. Si può discutere sulla sostenibilità di certe proposte, ma è del tutto evidente che una sensibile riduzione del carico fiscale è necessario per poter avviare una reale ripresa economica. Sulla base di come vengono affrontate dai diversi partiti le questioni sopra evidenziate noi decideremo il nostro voto. Ed altrettanto invitiamo a fare i nostri iscritti e simpatizzanti, valutando sia i programmi che i candidati. Senza una precisa indicazione per questo o quel partito, anche perché in Civica Trentina, pur nella condivisione dei valori di fondo, diverse sono le sensibilità.

Un’eccezione però sentiamo il dovere di farla, sia pure in negativo. Tra i simboli del centrosinistra troviamo quello del nuovo partitino di Emma Bonino, vicino a quello del Patt, del nuovo partitino di Dellai e del Pd. Ebbene, se c’è qualcuno che non si può votare è proprio questa coalizione, che, pur di raggranellare qualche voto, ha dato ospitalità ad Emma Bonino ed alla cultura della morte di cui è ormai la principale rappresentante. Per l’eutanasia, per l’aborto, per la liberalizzazione delle droghe. Assieme a Panizza e Dellai. Tutto per una poltrona. Noi la ricordiamo quando orgogliosa praticava aborti clandestini con una pompa di bicicletta (all’epoca l’aborto costituiva ancora un reato).
Agli elettori il giudizio.

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