In riferimento a quanto asserito ieri alla Stampa nazionale dal Direttore Generale Bordon, che “siamo tra le prime realtà in Italia a partire con i test sierologici, messi a disposizione innanzitutto degli operatori in prima linea in questa emergenza”, segnaliamo da altre fonti di stampa nazionale che siamo in buona compagnia.
È del 31 marzo la notizia che erano in procinto di partire la settimana successiva sia l’Emilia Romagna con lo screening a tappeto di tutti gli operatori sanitari, con una prima quantità prevista per il 2 aprile, e del Veneto con tutti gli operatori sanitari e le RSA.
Lo stesso dicasi per la Toscana che aveva già un accordo per effettuare test sierologici per 400.000 persone, includendo anche i lavoratori dei servizi essenziali; idem il Lazio dove già da lunedi 27 aprile partirà una campagna con 300.000 test per tutto il personale sanitario, le forze dell’Ordine e le RSA.
Per non parlare poi della Lombardia, dove si stanno già effettuando 20.000 test sierologici al giorno da martedi 21 aprile cominciando dagli operatori sanitari e coloro che devono tornare al lavoro e la Campania, dove sono stati bloccati i test nei laboratori privati perchè sovraccarichi di persone che volevano fare i test sierologici. Infine la Sicilia.
Se prolungava di alcuni giorni la fine delle prenotazioni dei test che si faranno in Trentino, Bordon avrebbe potuto allacciarsi addirittura alla campagna nazionale sui test sierologici di tutte le Regioni Italiane che non hanno iniziato prima di quelle sopra citate, che comprenderà 150.000 cittadini, divisi per età, genere e professioni, come ha già spiegato sui quotidiani nazionali il Presidente del Consiglio superiore di Sanità.
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Dott. Nicola Paoli
Segretario Generale Cisl medici del Trentino