Si sta estendendo in molte regioni italiane (Friuli Venezia Giulia, Toscana e altre) l’utilizzo della mammografia mobile per lo screening del tumore mammario. Lo scopo è ottenere una partecipazione elevata e un’alta adesione al programma di screening mammografico, assicurare elevati standard tecnologici e professionali nella qualità della prestazione offerta, raggiungere un alto livello di gradimento del servizio da parte della popolazione.
Quindi l’unità mammografica mobile, tecnologicamente avanzata, serve a migliorare l’accessibilità geografica al test e offrire una diagnosi precoce con la massima estensione possibile.
Sarebbe interessante istituire anche in Trentino questa procedura al fine di incrementare la percentuale di adesione alla mammografia e soprattutto impedire che le donne, in caso di ritardo nella chiamata per lo screening, come sta accadendo attualmente a causa della pandemia, si rivolgono fuori regione.
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Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:
se non ritenga utile utilizzare la mammografia mobile al fine di incrementare l’adesione allo screening e soprattutto abbreviare i tempi diagnostici;
quali sono attualmente i tempi diagnostici dello screening;
quanti sono i radiologi dedicati allo screening;
se non ritenga opportuno che l’invito a presentarsi al centro di screening venga effettuato tramite un call center e non con una lettera, al fine di ottenere una maggiore adesione anche attraverso un colloquio che, nei casi di perplessità dell’utente, illustri i vantaggi dello screening.
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Cons. Lucia Coppola
consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde