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FONDAZIONE VRT * CORONAVIRUS: « SOSTENIAMO LA RICERCA A SUPPORTO DI UNA NUOVA METODOLOGIA FARMACOLOGICA PER CONTRASTARE GLI EFFETTI DELLA PANDEMIA »

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14.46 - giovedì 1 ottobre 2020

Covid-19 per la terapia antivirale. Fondazione VRT sostiene la ricerca a supporto di una nuova metodologia farmacologica per contrastare gli effetti della pandemia
La Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina investe in quei progetti che in via continuativa accrescono “i dati sulla conoscenza” e sulle tecnologie ad alto potenziale di sviluppo e con forti ricadute sulla comunità e sul territorio.

A maggior ragione in questo delicato contesto di emergenza, il supporto in settori come l’epidemiologia, la terapia antivirale e la genomica, è fondamentale per raggiungere progressi in tempi rapidi. Tra i vari progetti sostenuti attraverso i bandi di Fondazione VRT, quello dei ricercatori del Dipartimento di Biologia Cellulare integrata al CIBIO dell’Università di Trento sta dando buone prospettive. Il team guidato dal prof. Massimo Pizzato si sta concentrando sulla metodologia farmacologica per individuare quelle piccole molecole che impediscano al virus Covid-19 di espandersi intaccando le cellule.

Per raggiungere risultati concreti, però, servono tempo e soprattutto fondi. In questi mesi il sostegno di Fondazione Valorizzazione Ricerca Trentina, ente strumentale di Fondazione Caritro dal 2018, si rivela essere un prezioso supporto che fa leva anche sulle modalità snelle e veloci di selezione dei destinatari del finanziamento. Su questo punto il professor Massimo Pizzato, responsabile del laboratorio di Virus-Cell Interaction del CIBIO dell’Università di Trento, non ha dubbi: «Negli ultimi 10-20 anni la ricerca applicata allo studio delle malattie infettive ha ricevuto pochissima attenzione dai finanziatori e ovunque le risorse per supportare la ricerca sui virus sono state molto scarse, in quanto si è progressivamente persa la consapevolezza di quanto reale potesse essere la minaccia dei virus anche nel mondo occidentale. Tutt’ora in Italia non sono stati destinati fondi pubblici per la ricerca sul COVID e quindi il contributo della Fondazione VRT è per noi essenziale in quanto al momento è veramente l’unico che ci permette di portare avanti i nostri studi su COVID-19».

La Fondazione programma annualmente la pubblicazione dei bandi nel settore della ricerca, soprattutto ricerca applicata grazie a un patrimonio di 2,5 milioni di euro da investire per la valorizzazione dei migliori progetti di ricerca in Trentino. Gli interventi di sono volti a sostenere progetti che, senza il contributo, non sarebbero realizzabili o che, grazie al contributo medesimo, permettano collaborazioni di soggetti e convergenze di co-finanziamenti.
«Grazie a questi investimenti, i ricercatori hanno la possibilità di non abbandonare progetti ma di continuare a trovare potenziali risultati e ricadute in grado di favorire la crescita della comunità locale» – spiega il Presidente di Fondazione VRT Stefano Milani. Lo slogan che accomuna l’azione concreta della Fondazione VRT è infatti Aiutiamo la ricerca che aiuta le persone: una sfida che cerca di attivare un meccanismo virtuoso per valorizzare, accelerare e mettere a fattor comune tutte le conoscenze oggi a disposizione.

IL PROGETTO DI RICERCA SOSTENUTO GRAZIE AL BANDO CIBIO 2020
Il prof. Massimo Pizzato ha un dottorato di ricerca all’Institute for Cancer Research di Londra ed un ricco curriculum professionale alle spalle. Oggi è responsabile del laboratorio di Virus-Cell Interaction del CIBIO, in prima linea nella ricerca di una terapia antivirale e di una metodologia farmacologica per contrastare gli effetti da Coronavirus. «I virus noi li vediamo solo come patogeni, ma sono maestri eccezionali: molte delle basi molecolari le conosciamo solo grazie a loro.

Dobbiamo conoscerli meglio per usarli» spiega il virologo. La comparsa di un virus umano nuovo, che ha la capacità di diffondersi rapidamente, pone il problema di trovare, nel modo più veloce e sicuro possibile, cure e vaccini. Mentre molta speranza viene giustamente riposta nei vaccini, realisticamente servirà molto tempo prima di trovare quello più sicuro, efficace e disponibile per tutta la popolazione. È importante quindi percorrere una strada parallela per identificare inibitori virali, cioè farmaci terapeutici in grado di contrastare la replicazione del virus nell’organismo e facilitare la guarigione di chi ha contratto l’infezione. L’obiettivo del team con a capo Massimo Pizzato è proprio quello di creare sistemi cellulari efficaci per lo screening di farmaci, cercando quelli che possano rallentare o bloccare il virus”.

A che punto sono le ricerche, oggi? «La nostra conoscenza pregressa ci ha messo nelle condizioni di mettere a punto in un breve periodo di tempo sistemi per la ricerca di farmaci che impediscono l’ingresso del virus nelle cellule» – prosegue Pizzato – «Stiamo facendo altrettanto per identificare molecole che inibiscono un enzima virale, chiamato proteasi, senza il quale il virus non si può replicare anche dopo essere entrato nelle cellule. Stiamo ora cercando farmaci capaci di bloccare il virus. Tuttavia lo sviluppo di un nuovo farmaco richiede anni di sperimentazioni cliniche per stabilirne la sicurezza oltre che l’efficacia. Abbiamo quindi cominciato a ricercare tra le migliaia di farmaci già noti ed usati in modo sicuro in clinica per altre patologie. Se qualcuno di queste molecole avesse efficacia contro il coronavirus sarebbe immediatamente utilizzabile sui pazienti perché già caratterizzato. Al di là della nostra attività di ricerca del farmaco, i saggi cellulari sviluppati da noi saranno messi a disposizione della comunità scientifica per poter essere utilizzati da altre istituzioni di ricerca».

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