(Fonte: Manuela Bottamedi) – Me lo ricordo ancora: ero in terza elementare e durante l’ora di geografia la maestra ci aveva detto che a Mattarello si trovava l’unica industria tessile del Trentino: la Hilton. Poi Vestimenta. Infine gruppo Calvin Klein. Sempre tessuti e capi di grandissima qualità. Ieri, all’improvviso, un’altra tegola si è abbattuta su una cinquantina di lavoratori trentini, sulle loro famiglie, sull’economia locale, su un’azienda storica e importante (orgoglio nel mondo della moda). Conosco diverse persone che lavorano in quell’azienda: grandi professionisti che sono lì da una vita e che hanno acquisito una professionalità nel mondo tessile e dell’alta moda difficile da ricollocare in Trentino (non vi sono infatti altre industrie tessili sul territorio). Senza contare che l’età dei dipendenti, anagraficamente non ancora pensionabili ma certo non più giovanissimi, rende ancora più problematico il loro reimpiego. Qua non si tratta di pura crisi economica ma di riorganizzazione e di scelte aziendali di una multinazionale americana, che conta circa 30.000 dipendenti in tutto il mondo.
Lo stabilimento di Mattarello è una briciola in questo enorme e spietato puzzle che è il mercato globale. Ma una briciola fatta di persone e famiglie la cui vita dipende da questo lavoro. Per questo invoco l’intervento della Provincia affinché il gruppo Ck si sieda al tavolo con i lavoratori e i sindacati cambiando decisamente metodo, stile, approccio. È triste pensare che i dipendenti, da decenni legati anche affettivamente e con orgoglio a questa azienda e a questo marchio tessile, abbiano appreso del loro drammatico destino leggendo la notizia su un giornale on-line. Segno dei tempi? La precarietà e l’essere considerati meri numeri e pedine nell’organigramma aziendale sono sicuramente tipici di questo scorcio di inizio Secolo, ma non possiamo subire e rassegnarci: per questo chiedo che la Provincia si attivi con ogni mezzo per avviare un percorso di confronto, dialogo e condivisione delle scelte.