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RAI 3 * “ REPORT “: « “L’ASSASSINIO DI ALDO MORO” / “L’INCHIESTA SUL DIPINTO DEL ‘600 DI VITTORIO SGARBI“ (7 GENNAIO 2024 – 20.55) » (VEDI SEGUI IN DIRETTA TV VIDEO LIVE WEB STREAMING)

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09.53 - sabato 6 gennaio 2024

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Si intitola “Il mistero delle Brigate Rosse” l’inchiesta, firmata da Paolo Mondani con la collaborazione Goffredo De Pascale, Federico Marconi e Roberto Persia che apre la puntata di “Report” in onda domenica 7 gennaio alle 20.55 su Rai 3.
È infatti sui misteri più noti, quelli senza risposte, che la storia del nostro paese non smette di essere riscritta. Eppure, il più tragico degli eventi, l’agguato di via Fani e l’assassinio di Aldo Moro, per anni si è cullato su una verità rassicurante e riconosciuta, quella contenuta nel memoriale Morucci – Faranda. Partendo dalla verità dicibile e dalle contraddizioni contenute in quelle pagine torna alla luce il fantasma di Moro: dal rapimento ai 55 giorni di detenzione fino alla morte. Le domande politiche che 46 anni fa gravavano sull’azione del commando brigatista oggi si ripropongono in forma di risposte in un quadro geopolitico sgombro dalla cortina di ferro, ma ancora fortemente condizionato da scelte che vengono da lontano.

Il Ghana, prima colonia portoghese e poi inglese, era chiamato Costa d’Oro per la grande quantità di giacimenti presenti. Ancora oggi è il primo paese africano esportatore di quell’oro che arriva anche da noi, in Italia. Gli inviati di Report, Valerio Cataldi e Alessandro Spinnato, autori de “La costa d’oro”, sono entrati nel cuore della foresta Atewa, uno dei polmoni verdi più importanti dell’Africa occidentale, circondata da miniere d’oro, scavi per lo più illegali che producono due effetti devastanti: sottraggono, spesso con la forza, le terre alla coltivazione e quindi distruggono l’economia locale e lasciano centinaia di contadini senza terra e senza lavoro, e producono una catastrofe ambientale per l’inquinamento prodotto dal mercurio, quel minerale che una volta trovavamo nei termometri e che è essenziale per processare l’oro e raffinarlo. Ed è proprio il mercurio che avvelena la terra e soprattutto l’acqua e i fiumi del Ghana, tra i più inquinati al mondo. Un pugno di esperti, attivisti e giornalisti è impegnato ogni giorno in programmi di informazione ed educazione per aiutare i ghanesi a proteggersi. E proprio la radio è l’architrave del racconto che non può non partire dagli sguardi e dalle voci dei minatori illegali.

La terza e ultima inchiesta della puntata è “Il valzer della candela”, di Manuele Bonaccorsi con la collaborazione di Thomas Mackinson. Il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi possiede una preziosa opera del Seicento che risulta simile a una rubata dal castello di Buriasco (Torino) nel 2013. Dopo l’inchiesta precedente, andata in onda a metà dicembre, il noto politico e critico d’arte ha smentito categoricamente: “Il dipinto rubato e quello di mia proprietà sono due opere diverse”. Ma Report è entrata in possesso della scansione ad alta risoluzione del dipinto di Sgarbi, effettuata per conto del sottosegretario da un’azienda di Correggio (Reggio Emilia), la GLab. E dall’analisi della scansione a 16k dell’opera emergerebbero prove difficilmente confutabili: l’opera di Sgarbi, esposta a Lucca nel dicembre 2021 e quella trafugata – consegnata al restauratore Gianfranco Mingardi nel 2013 – sarebbero la stessa. Non solo: anche un frammento ritrovato al castello di Buriasco, rimasto incastrato nella cornice dopo il furto, dimostrerebbe che il dipinto rubato e quello restaurato coincidono. L’unica differenza visibile con l’opera rubata è una fiaccola in alto a sinistra, presente nell’opera di Sgarbi. La scansione, visionata da esperti di altissimo livello, dimostrerebbe che sarebbe stata aggiunta in un secondo momento, in quanto l’area è priva delle crepe tipiche di un dipinto vecchio. Toccherà ora ai Carabinieri del Nucleo di Tutela, che da settimane indagano sulla vicenda, trovare e visionare l’opera per chiarire in modo inconfutabile se un sottosegretario alla Cultura abbia o meno nella sua collezione un’opera d’arte rubata.

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