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UNIMPRESA * INCHIESTA PERUGIA: « NORME ANTIRICICLAGGIO, LIMITE UTILIZZO CONTANTE A 5.000 EURO »

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19.17 - mercoledì 6 marzo 2024

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –

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Da limite all’uso del denaro contante a 5.000 euro ai segnali che fanno scattare la segnalazione di operazione sospetta in banca. Ecco come funzionano tutte le norme antiriciclaggio, in un vademecum realizzato dal Centro studi di Unimpresa, nei giorni in cui al centro del dibattito c’è l’inchiesta della Procura di Perugia sui presunti dossier su politici, imprenditori e vari personaggi pubblici. Il limite all’utilizzo del contante è di 5.000 euro: si riferisce ai pagamenti per acquisti di beni e servizi, è valido sia per le persone fisiche sia per le società; non si applica ai prelievi e ai versamenti sui conti perciò, in teoria, non esiste un limite al versamento in contanti o al prelievo sui conti correnti. Sia per i prelievi sia per i versamenti non ci sono regole scritte. Chiunque ha una somma da versare o da prelevare, può effettuare l’operazione senza limitazioni, ma in alcuni casi può scattare il controllo da parte della banca (es. operatore di sportello) o delle autorità (es. Agenzia delle Entrate, Guardia di Finanza). Il primo “alert” che fa scattare il controllo è la cifra dei 5.000 euro per i privati (limite ai pagamenti) ma non è una regola. Per le aziende il dubbio nasce quando si prelevano importi non “regolari”.

In tutti i casi in cui, sia attraverso gli sportelli automatici che in filiale, si effettuano prelievi e versamenti continui, anomali e anche di importi elevati, possono essere richieste informazioni specifiche sulle ragioni del prelievo o del versamento, la provenienza del denaro (in caso di versamenti), l’utilizzo del contante (nel caso di prelievi). La richiesta di informazioni non implica, però, la segnalazione di operazione sospetta. Se le informazioni sono ritenute “fondate”, non nasce il sospetto e viene, eventualmente, compilato il questionario antiriciclaggio allo sportello e conservato in banca (in questo caso non scatta la segnalazione). Solo se c’è il dubbio sulla provenienza del contante o non si giustifica l’operazione, può scattare la segnalazione. I possibili segnali che possono destare sospetto si differenziano tra quelli relativi ai singoli cittadini (privati) e quelli relativi alle persone giuridiche (società). Ecco i dettagli.

Privati: i versamenti sono continui e non giustificati dal tipo di attività (es. dipendente pubblico o privato che riceve uno stipendio e che non svolge altra attività dichiarata); versamenti o prelevamenti di importi consistenti e ripetuti nel tempo (non giustificato, ad esempio, da regali ricevuti o compensi per la vendita di un bene); versamenti o prelevamenti per i quali sono state richieste informazioni e non è stata data una risposta convincente; prelievo di importo superiore a 5mila euro o più prelievi che superano i 10mila euro e non giustificati (es. soldi prelevati per acquistare diversi mobili, auto o altri beni, il cui importo complessivo è elevato ma giustificato). Società: i versamenti/prelevamenti non sono giustificati dal tipo di attività (es. società che riceve pagamenti frequenti in contanti dai clienti ma per importanti più piccoli e non così frequenti); versamenti o prelevamenti di importi consistenti e irregolari (es. società che ha sempre incassato 20mila euro a settimana e che improvvisamente incassa importi superiori e non giustificati da vendite straordinarie); prelevamenti di importi consistenti che non giustificano i pagamenti da effettuare (es. società che preleva sempre lo stesso importo ogni mese per pagare gli stipendi e le spese ordinarie e che improvvisamente chiede di prelevare un importo più alto, non giustificato); prelevamenti per i quali sono state richieste informazioni e non è stata data una risposta convincente.

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