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ITALIA NOSTRA – TRENTO – BRESCIA – VERONA * CICLOVIA LAGO GARDA: BALDRACCHI, « CHIEDIAMO LA SOSPENSIONE IMMEDIATA DEL PROGETTO, PER ADEGUARE SICUREZZA E SOSTENIBILITÀ »

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16.36 - venerdì 19 maggio 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

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Sezioni di Italia Nostra di Trento, Brescia e Verona, un documento di forte allarme sul progetto della ciclovia del Garda che se realizzato distruggerebbe la bellezza dell’ambiente naturale e del paesaggio, soprattutto sulle coste trentine.

La Ciclovia del Garda è un progetto che si inserisce nel Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche (SNCT) definito dal Decreto Interministeriale 29.11.2018 e s.m., firmato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e il Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. Al momento i percorsi individuati sono 11 e coprono tutto il territorio nazionale.

La Ciclovia del Garda è una dorsale cicloturistica interregionale (Regioni Veneto e Lombardia e Provincia autonoma di Trento) collegata al “Percorso del Sole”, a sua volta inserito nella rete europea ciclabile Eurovelo. La progettazione e realizzazione dei vari tratti è demandata alle Regioni e alle Provincie di competenza, previa la stipula di un Protocollo di intesa, ed è oggetto di valutazione da parte di Tavoli tecnici appositamente istituiti presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e controllate da un Tavolo permanente di monitoraggio e valutazione. È per tale motivo che la tempistica di realizzazione sui diversi territori non si presenta temporalmente consequenziale.

 

COSTA TRENTINA

Il previsto anello attorno al Lago di Garda avrà uno sviluppo di circa 165 km, 19 dei quali in territorio trentino, da Tempesta a Limone (guardandolo in senso antiorario).
Il percorso sul lato occidentale del lago è suddiviso in 3 Unità Funzionali (Riva-Galleria di Orione; Galleria di Orione-Foce del Ponale; Foce del Ponale-Limone, confine con la Lombardia), mentre sul lato orientale il percorso è suddiviso nelle Unità Funzionali dalla 14 alla 19 (Confine Veneto-Tempesta-Corno di Bò-Fraglia di Vela-Torbole Riva e Torbole-Nago).
In questo momento la Provincia di Trento è interessata a chiudere il segmento da Riva del Garda al confine con la Lombardia lungo la Gardesana occidentale. Ha già realizzato il tratto corrispondente al lungolago di Riva ed è in procinto di eseguire i lavori fino alla spiaggia dello Sperone, dove non sono emerse particolari criticità sia per la possibilità di utilizzo di parte del vecchio sedime della S.P. 45 bis, sia per un’attività di confronto tra la Provincia e le associazioni ambientaliste, che ha portato qualche anno fa a definire un percorso non invasivo.

 

Anche per l’Unità Funzionale 3 (quella che si collega con la pensilina a sbalzo di Limone inaugurata nel 2018 dalla Regione Lombardia) era stato organizzato un tavolo di confronto preliminare tra il commissario ad acta ing. Francesco Misadaris e gli stakeholder, tra cui le suddette associazioni, al fine di individuare i criteri di scelta del percorso più consono per l’attraversamento di un sistema ambientale molto pregiato, caratterizzato da alte rocce strapiombanti nelle acque del lago. Ci sono stati due incontri in cui sono state definite e condivise le seguenti priorità:
– la salvaguardia dell’aspetto paesaggistico, evitando la proposta di pensiline metalliche aggettanti a sbalzo sull’acqua, da aggrappare alla roccia;
– la tutela dell’ambiente di vita della flora lungo le coste ghiaiose, specialmente in località Val Gola dove la riserva naturale è luogo di riproduzione della rarissima specie di arbusto erbaceo Dafne di Reichstein e dove interventi di asportazione della vegetazione e di pulizia delle pareti rocciose potrebbero innescare un notevole danno di carattere botanico e naturalistico;
È stata inoltre sollevata la considerazione della forte pericolosità di dissesti e di cadute sassi su tutto il versante roccioso, difficilmente gestibili anche mediante la previsione di barriere di contenimento del materiale, dato che comunque ogni anno si manifestano crolli e cadute di massi, anche di notevole dimensione. sull’attuale percorso viario.

Grande è stata la sorpresa nei giorni scorsi di vedere ben confezionato il progetto definitivo di questo tratto della ciclovia, con la previsione di lunghi tratti di passerelle a sbalzo, ancora più impattanti rispetto a quella di Limone. Quest’ultima infatti ha uno sbalzo di 2,5 m dalla roccia, mentre la proposta trentina ne aumenta la larghezza a 3,5 m prevedendo un suo distacco dalla parete rocciosa di più di 1 m, per un totale di quasi 5 metri di aggetto, da realizzare con pesanti strutture metalliche agganciate alle pareti rocciose mediante trivellazioni, scassi e getti di cemento armato. Ma non è finita qui: al fine di risolvere il problema della caduta sassi, naturalmente insito in tale contesto ambientale, si aggiunge alla già impattante struttura anche una pesante copertura sostenuta da altrettante grosse putrelle verticali quante le mensole orizzontali del piano viabile.

Per quanto riguarda la prevenzione da caduta massi utilizzando le reti, la relazione geologica evidenzia la necessità di installare, oltre a quelle esistenti, ulteriori “file multiple di barriere, alcune delle quali spinte in quota in modo da intercettare sul nascere eventuali traiettorie il cui sviluppo renderebbe poi difficile l’effetto mitigazione”. Gli scenari non vanno considerati come congelati: oltre alla “manutenzione periodica delle opere di difesa” dovranno fare “seguito eventuali nuove campagne di ispezione dei versanti aggiornate sulla continua efficacia dei presidi in essere” soprattutto da attivarsi in caso di un eventuale crollo.
Alcune pareti di roccia sono alte 200 metri. Né la relazione geologica né quella tecnico illustrativa indicano quale effetto devastante potrebbe avere una caduta di massi che sfuggisse alle reti, sulla pensilina, anche se protetta da una tettoia.

Il ripido versante della costa occidentale del lago di Garda è costituito da rocce friabili, soggette a smottamenti e a frane più o meno importanti in occasione di piogge e forte maltempo. Nessun intervento di imbrigliamento delle rocce finora eseguito ha permesso di risolvere tale fenomeno, spesso causa di incidenti e di chiusura temporanea della viabilità.
Nel 2014 si è verificato un enorme distacco di un tratto di parete rocciosa sovrastante Campione del Garda. L’ultimo episodio è accaduto il 13 gennaio 2023: una frana ha bloccato la circolazione degli automezzi sulla strada statale fra Toscolano e Bogliaco. Nel 2013 è stata inaugurata la ciclopedonale in località Meandro (Comune di Gargnano) e chiusa nello stesso giorno per pericolosità.

Tutto l’Alto Garda è zona fortemente sismica ed a rischio idrogeologico. È perciò possibile, e capita di frequente, che si stacchino frane e massi anche da considerevoli altezze. Se le singole pietre sono di dimensioni ridotte, neppure le reti di contenimento riescono a trattenerle.
Sembra pertanto che tale percorso e in particolare il tratto di pensilina a sbalzo sull’acqua sia ad alto rischio.
E sembra inaccettabile che l’Amministrazione pubblica proponga strutture che possano costituire rischio per l’incolumità pubblica.
La relazione tecnico illustrativa del progetto indica per l’opera una vita utile di 50 anni.

NON ERANO QUESTE LE PREMESSE.

L’ampio ed articolato progetto delle ciclovie italiane, oltre allo sviluppo del ciclo-turismo, tende anche alla valorizzazione del territorio, delle sue emergenze storiche, architettoniche e naturalistiche.
Tra gli obiettivi del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche (SNCT) è definito infatti anche quello della promozione del patrimonio storico-artistico.
Tra quelli elencati nel Protocollo di intesa di data 9.8.2017 tra il Ministero Infrastrutture e Trasporti di concerto con il Ministero dei beni e attività culturali e del turismo, Regioni Veneto e Lombardia e Provincia autonoma di Trento per l’istituzione della Ciclovia del Garda, oltre allo sviluppo del turismo, del ciclismo sportivo, della mobilità sostenibile, c’è l’individuazione e l’incentivazione del sistema di intermodalità di trasporto auto-treno-autobus-bicicletta-battello.
E tra gli obiettivi per la realizzazione del tratto trentino della sponda occidentale si trova quello di coniugare la mobilità sostenibile con le esigenze della tutela ambientale, della difesa del territorio e del turismo!

È quindi definito chiaramente che gli obiettivi di collegamento territoriale, di potenziamento della rete ciclabile, di sviluppo dell’attività sportiva devono essere strettamente collegati alla valorizzazione del territorio, da perseguire tenendo conto della conformazione naturale dei siti.

Anche la precedente amministrazione provinciale, con l’assessore Mauro Gilmozzi, aveva intenzione di trovare soluzioni rispettose dell’ambiente e del paesaggio e dichiarato: “non abbiamo alcuna intenzione di seguire l’esempio di Limone […] il nostro tratto di ciclabile non sorgerà a sbalzo sul lago […] perché è un’opzione impensabile ed improponibile per tutta una serie di motivazioni evidenti, ad incominciare dalla necessità di tutelare un patrimonio ambientale e paesaggistico che è sotto gli occhi di tutti. Siamo stati i primi a dichiarare la volontà di creare un percorso che si svilupperà perlopiù sfruttando la rete delle gallerie già esistenti e laddove non sarà possibile farlo ci ragioneremo sopra ma torno a ripetere che non è nostra intenzione realizzare una ciclabile a sbalzo” (vedi articolo su Trentino 23.01.2018)

 

LA PROGETTAZIONE DELLA CICLOVIA TRENTINA NON RISPETTA GLI OBIETTIVI GENERALI.

Ironicamente si potrebbe affermare che “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”. Ma purtroppo in questo caso “tra il dire e il fare ne va di mezzo il lago”, nel senso che ne fa le spese il lago di Garda, che si vedrà irrimediabilmente deturpate le ripide coste rocciose, ambiente unico sotto l’aspetto naturalistico, ambientale e paesaggistico.
Sfondo di straordinaria bellezza per tutte le attività che si svolgono sul lago, a partire dalla vela, kitesurf, windsurf con le importanti regate e gare nazionali ed internazionali per comprendere la canoa, lo snorkeling, le traversate turistiche sui traghetti benacensi.
Panorama che ha richiamato fin dalle origini del turismo i primi viaggiatori europei, letterati, scrittori, poeti e pittori, che ne hanno decantato il fascino, la bellezza e l’unicità con opere che hanno contribuito a formare la nostra cultura e che ancora oggi sono consultate, apprezzate e che in parte costituiscono il patrimonio delle raccolte d’arte del territorio (vedi MAG).

 

COSTA BRESCIANA

Sono stati completati da parte della Regione Lombardia i progetti dei primi due lotti, da Sirmione a Padenghe e da Padenghe a Toscolano Maderno. Sono state presentate da varie Associazioni osservazioni in particolare per il secondo lotto. La Soprintendenza ai Beni Culturali non ha autorizzato il progetto di nuove passerelle sull’acqua, sulle quali avrebbe dovuto transitare la ciclovia.

La nuova ciclovia del Garda relativamente ai due Lotti che da Sirmione conducono a Toscolano Maderno presenta palesi punti molto discutibili dal punto di vista fruitivo e paesaggistico che la rendono opera del tutto incongruente e insostenibile.
Relativamente al tratto da Salò a Maderno trattasi infatti di una ciclovia ma, dati gli spazi angusti in cui si inserisce, di “mera” ciclopedonale. Ciò compromette dalle radici le possibilità di fruizione dell’opera e conseguentemente il suo senso quale strumento utile a promuovere in modo efficace la mobilità dolce mediante bicicletta.
Tale circostanza ne impedirà di fatto l’utilizzo da parte dei ciclisti “sportivi”, dei ciclo-turisti europei e ne inibirà grandemente l’impiego anche per i ciclisti di prossimità.

Analizzando il percorso proposto si presentano criticità legate alla viabilità: possiamo dire che in gran parte si dipana sulla statale, sui marciapiedi ad essa contigui e sull’esistente passeggiata che va da Gardone verso Fasano con almeno 7 attraversamenti della Statale coi pericoli e gli intralci al traffico già congestionati della 45 bis.
Nell’ultimo tratto nel Comune di Gardone, all’altezza del Lido di Fasano il tracciato prosegue su una passerella in parte esistente, che necessita di essere allargata di 180 cm ,e, in parte, da realizzare ex novo con una larghezza di 350 cm. Passando in alcuni casi davanti ad alberghi storici come Villa Paradiso che vedrà la ciclabile appoggiata al suo molo.
Quanto sopra già scritto per le nuove passerelle sul lago vale anche per quella in progetto a Maderno: tutte rappresentano un gravissimo danno paesaggistico e naturalistico. Negli anni la riva naturale del Lago, dove si riproducevano aole e molluschi, dove crescevano alghe che contribuivano alla depurazione e tutto ciò che prima era parte integrante della biodiversità, sono state di volta in volta trasformate in rive artificiali, prima per creare spazi per la statale, poi per le passeggiate a lago, ora con la pista ciclabile ci spostiamo ulteriormente verso il centro del Lago.
C’è da chiedersi inoltre che destinazione avrà l’attuale ciclabile provinciale che unisce Salò a Desenzano la quale scorre, in Valtenesi, quasi parallela al progetto della Ciclovia Regionale, realizzata dalla Provincia di Brescia nei primi anni 2000.
Si tratterebbe di un ulteriore ed inaccettabile consumo di suolo nonché di spreco di denaro pubblico. Stiamo attendendo di conoscere il progetto del terzo lotto, da Toscolano Maderno a Limone. Temiamo però che il progetto lombardo si ispiri alla dannosa progettazione trentina.

 

CONCLUSIONI

Il paesaggio è patrimonio collettivo, è un bene comune, che va tutelato e conservato per il bene di tutti.
La sottoscritta associazione ritiene che la soluzione proposta dalla Provincia autonoma di Trento costituisca uno sfregio inaccettabile al paesaggio e alle maestose coste rocciose, rileva la scarsa funzionalità del percorso misto ciclisti-pedoni e l’enorme spesa richiesta, che si quantifica intorno ai 13.000.000 di euro/ chilometro, con un costo totale da Riva a Limone di 65.000.000 di euro. Un investimento ad alto rischio, in quanto è facilmente prevedibile che al primo incidente la ciclabile debba essere dichiarata inagibile.

Le sottoscritte associazioni chiedono perciò la sospensione immediata del progetto e la sua completa revisione al fine di adeguarlo a criteri di sicurezza e di sostenibilità economica e ambientale.

 

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Firmato:
Manuela Baldracchi, Presidente di Italia Nostra Sezione di Trento
Rossana Bettinelli, Presidente di Italia Nostra Sezione di Brescia
Marisa Velardita, Presidente di Italia Nostra Sezione di Verona

 

 

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IL PAESAGGIO ATTUALE DELLA COSTA OCCIDENTALE IN COMUNE DI RIVA DEL GARDA , CON LE ROCCE A PICCO NEL LAGO

Fotografie eseguite nel 2018 da Stefano Salvi, fotografo professionista di Riva del Garda , su indicazione di Paolo Matteotti.
Le fotografie riguardano la costa rocciosa che scende scoscesa nel lago in Comune di Riva del Garda (Tn).
Paolo Matteotti. Riva del Garda , maggio 2023

 

 

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