News immediate,
non mediate!
Categoria news:
OPINIONEWS

ISTAT * STRANIERI RESIDENTI 2021: « 9,2‰ IL TASSO DI CRESCITA A LIVELLO NAZIONALE, LE PROVINCE DI TRENTO E BOLZANO PASSANO DA 13‰ A 10‰ »

Scritto da
14.37 - mercoledì 15 marzo 2023

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota inviata all’Agenzia Opinione) –

///

Nel 2021 la dinamica naturale e migratoria internazionale della popolazione straniera residente è ampiamente positiva, ma il saldo naturale degli stranieri residenti (positivo in tutte le regioni) è in calo rispetto al 2019 (-15,4%). Tra gli stranieri diminuiscono le nascite (-4,8% sul 2020) e aumentano i decessi (+8,6 %), comportamento demografico che sembra risentire ancora dell’impatto pandemico.
Le immigrazioni di cittadini stranieri sono in ripresa (+27% sul 2020) dopo il vistoso calo dovuto alla chiusura delle frontiere, ma non recuperano i livelli
pre-pandemici. Gli stranieri risiedono prevalentemente in Italia settentrionale (59% del totale), ripartizione in cui si concentrano anche i cittadini italiani per acquisizione (66,5%).

Popolazione straniera residente in calo
Al 31 dicembre 2021 in Italia la popolazione straniera residente ammonta a 5.030.716 unità, (-2,7% rispetto al 2020) ed è composta per il 50,9% da donne. L’incidenza della componente straniera sulla popolazione residente totale risulta pari all’8,5%. Negli ultimi anni si assiste a una sostanziale stabilizzazione della popolazione straniera residente. È, infatti, rallentata la crescita rispetto al primo decennio degli anni Duemila, sia perché i flussi di immigrazione si sono ridotti, sia perché molti stranieri hanno nel frattempo acquisito la cittadinanza italiana. Anche la crescita naturale subisce un rallentamento, accentuato dalle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid-19 (eccesso di mortalità, effetti recessivi sulle nascite).

La geografia della presenza straniera in Italia segue un modello ormai sedimentato: il Mezzogiorno rappresenta spesso una porta di ingresso nel caso di emergenze umanitarie, ma è al Centro-nord che preferibilmente gli stranieri eleggono la residenza. Nel Nord Italia si concentra il 59% della popolazione straniera (2 milioni 973mila). Il Nord-ovest è l’area più attrattiva, accogliendo oltre un terzo dei cittadini di origine non italiana. Un quarto della popolazione straniera risiede nel Centro (24,7%; 1 milione 241mila unità) ed è più contenuta la presenza nel Sud e nelle Isole (rispettivamente l’11,6% e il 4,6%).
Quasi un terzo della popolazione straniera risiede in comuni con oltre 100mila abitanti, il 12% in comuni con oltre 250mila abitanti. Significativa è la presenza di cittadini stranieri in comuni di media dimensione (da 5mila a 20mila abitanti, 27,5%), mentre nei piccoli comuni (fino a 5mila) risiede solamente il 12,3%.

Rallenta la crescita naturale degli stranieri
La popolazione italiana ha da tempo perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce. Ad attenuare il declino demografico sono gli effetti del saldo naturale della popolazione straniera, caratterizzato storicamente da tendenze positive, conseguenza della più alta natalità, rispetto agli italiani, e della bassissima mortalità in ragione del giovane profilo per età di questa popolazione.
Il tasso di crescita naturale degli stranieri (su valori medi intorno al 20‰ nella prima parte degli anni Duemila) a partire dal 2009 evidenzia una tendenza decrescente (dal 19,6‰ al 9,2‰ nel 2021).
Su tale contrazione della dinamica naturale, nel biennio 2020-2021 si innestano gli effetti della pandemia. Nel 2021 il calo dei nati stranieri in Italia (56.926; -4,8% rispetto al 2020) e l’aumento dei decessi (10.000, +8,6% sull’anno precedente) determinano un saldo naturale di 46.926 unità, che seppure positivo, si riduce del 7% rispetto al 2020 e del 15% rispetto al 2019.
Il tasso di natalità è pari in media nazionale all’11,2‰, mentre quello di mortalità, già in crescita nel 2020 (+1,8‰), raggiunge per la prima volta il valore del 2‰.

Saldo naturale positivo in tutte le regioni
Nel 2021 il saldo naturale della popolazione straniera è positivo in tutte le regioni. A livello nazionale il tasso di crescita naturale si attesta al 9,2‰ e varia dal +11,3‰ del Veneto al +5,3‰ della Sardegna. Il decremento della componente naturale si riscontra in modo marcato nelle province autonome di Bolzano/Bozen e Trento, che dal 2019 al 2021 passano entrambe dal 13‰ al 10‰; il calo meno evidente si registra in Sardegna (dal 5,5‰ al 5,3‰).
Le nascite di bambini da genitori entrambi stranieri si concentrano nelle regioni dove non solo la presenza straniera è più diffusa e radicata, ma dove sono anche più avanzati i processi di integrazione: nel Nord-est (20,6% del totale delle nascite) e nel Nord-ovest (20,1%). L’Emilia-Romagna ha l’incidenza più alta di nati stranieri (24,0%), la Sardegna la più bassa (4,4%). Il tasso di natalità nel complesso della popolazione residente straniera è pari all’11,2‰. Il primato è detenuto dal Veneto (13,0‰), seguito dalla Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e dall’Emilia-Romagna con il 12,9‰. In Sardegna si rileva il valore più basso (7,4‰).

L’aumento dei decessi dei cittadini stranieri nel 2020 e 2021 risulta invece in linea con la geografia della pandemia da Covid-19. Nel 2020 l’eccesso di decessi per tutte le cause rispetto alla media 2015-2019 raggiunge il massimo livello al Nord-ovest (+44,6%), fortemente colpito dalla prima ondata della pandemia, mentre più contenuti sono gli eccessi di mortalità nelle altre ripartizioni, in cui la diffusione del virus ha iniziato a mostrare i propri effetti solo a partire dall’autunno del 2020. Nel 2021 l’incremento di decessi rispetto alla media 2015-2019 si registra in tutte le ripartizioni, con una portata più consistente nel Centro (+46,9%) e nel Sud (+41,7%).
Il tasso di mortalità pari al 2,0‰ in media nazionale, varia da un massimo del 2,6‰ nella provincia autonoma di Bolzano/Bozen, in Friuli-Venezia Giulia e in Umbria a un minimo dell’1,7‰ in Basilicata e Lombardia. L’incremento del tasso di mortalità si registra in modo evidente in Umbria, che dal 2019 al 2021 passa dall’1,7‰ al 2,6‰, mentre l’aumento più contenuto si rileva in Veneto, in Basilicata e in Sardegna (+0,3‰).

Categoria news:
OPINIONEWS
© RIPRODUZIONE RISERVATA
DELLA FONTE TITOLARE DELLA NOTIZIA E/O COMUNICATO STAMPA

È consentito a terzi (ed a testate giornalistiche) l’utilizzo integrale o parziale del presente contenuto, ma con l’obbligo di Legge di citare la fonte: “Agenzia giornalistica Opinione”.
È comunque sempre vietata la riproduzione delle immagini.

I commenti sono chiusi.